Ciclocross o strada, è sempre bronzo «Una bici a 7 anni, e...»
Nata lo stesso giorno di Ganna, è stata 7a al Giro e 5a al Tour. «Van Vleuten non era la più forte»
«Tranquillo, non è tardi». Il dubbio era venuto, perché Silvia Persico da Cene (Bg), nata il 25 luglio come Ganna (un anno dopo: 1997), risponde quando in Australia è l’1 del mattino: ma una giornata così, quella del bronzo iridato al debutto iridato su strada, dopo il bronzo mondiale nel cross a fine gennaio, merita di essere rivissuta nei dettagli. Terza medaglia azzurra, dopo il titolo Under 23 a crono della Guazzini e l’argento della cronostaffetta mista.
3Silvia,
tanta felicità ma anche rabbia, a caldo, vedi il pugno battuto sul manubrio al traguardo. Perché?
«Fino a prima che partisse Van Vleuten, pensavo di potermi giocare l’oro. Kopecky è più veloce, ma al termine di una gara così tirata... E poi mi è dispiaciuto aver fatto vincere Van Vleuten, che secondo me in gara non era la più forte, ma è stata favorita dall’andamento tattico. Comunque, è un bronzo che vale parecchio».
3Tra i due che ha conquistato nel 2022, quale conta di più?
«Questo. Ero al primo Mondiale e ho almeno un po’ ripagato le fatiche della Nazionale. Siamo state la squadra più forte, meritavamo l’oro. Le compagne ci credevano più di me. Elisa Balsamo non era nella giornata migliore, e allora ho capito che avrei dovuto fare la volata».
3 Settima al Giro d’Italia, quinta al Tour, una tappa vinta alla Vuelta, in vista il salto nel WorldTour (dalla Valcar, fucina di talenti, alla Uae-Emirates): che atleta è Silvia Persico?
«Tengo in salita, sono abbastan
za veloce, però pensavo di essere da classiche. Ma nel 2023 preparerò di più i grandi giri».
3Viene da una famiglia numerosa. giusto?
«Sì. Mamma Gabriella e papà Gianfranco vendono la frutta. Siamo cinque figli. Andrea, del 1991, è il più grande. Poi ci siamo io, Simone, Davide e Chiara. Davide ora è alla Colpack, lo attende l’ultimo anno da dilettante».
3 Come è stato crescere con tanti fratelli?
«Ho avuto molti insegnamenti, non mi è mai mancato niente e poi non avevo l’attenzione tutta su di me. Meglio così».
3Che scuola ha frequentato? «Ragioneria, ad Albino. Sono
stata bocciata un anno e a quel punto ho capito che dovevo fare sul serio con lo studio».
3Come
ha scelto il ciclismo? «Da piccola stavo spesso dai nonni, e vicino a casa c’era il ciclodromo di Cene dove vedevo che in tanti andavano. Così ho chiesto per il settimo compleanno in regalo una bici».
Chi era l’idolo?
3
«Vos. Ieri al via mi ha chiesto come stessi. Che emozione».
3Cosa le piace fuori dalla bici? «Camminare in montagna. Amo in particolare le Alpi Orobie».