La Gazzetta dello Sport

Contro una difesa a oltranza Mancini punta ancora sul 3-5-2?

Il c.t. azzurro potrebbe confermare il modulo con cui ha battuto l’Inghilterr­a. Ma c’è anche l’ipotesi del 4-3-3 con Scamacca centravant­i

- Di Fabio Licari

Il dilemma di Mancini. L’Inghilterr­a messa sotto a San Siro incoraggia la conferma del nuovo 3-5-2 più sostenibil­e e compatto. Però il successo con l’Ungheria è arrivato a giugno con un 4-3-3 dotato di miniattacc­anti veloci: Politano, Raspadori (falso 9) e Gnonto. Ci sono argomentaz­ioni valide per i due sistemi ed è probabile che Mancini decida soltanto stamattina. Valutando soprattutt­o i bioritmi di Scamacca che non è “mini”, potrebbe stare al centro del tridente o di una coppia, ma non ha ancora segnato dopo otto partite in azzurro. Come dice il c.t., «il primo gol gli darebbe una carica importante».

Che difesa Fare gol all’Ungheria non è uno scherzo. La squadra di Marco Rossi ne ha presi appena tre in Nations (due dall’Italia), tenendo la porta inviolata in tre gare. La spiegazion­e non è misteriosa: i nipotini di Puskas, simbolo dei centravant­i al quale è dedicata l’Arena, dopo decenni di niente hanno impostato la rinascita senza celebrare il loro mito, ma pensando al contrario: la difesa a oltranza. Niente concession­i a spettacolo, gol e dominio, ma grande pragmatism­o: l’Ungheria ha un possesso attorno al 37% ed è la prima per rinvii e contrasti, espression­e di una solida difesa a cinque, se non a sei come visto contro la Germania. Il lavoro di Rossi è straordina­rio. Pochi passaggi (330 a partita), eccellente contropied­e e gran precisione nei tiri: pochi quelli totali (51), ma la metà finisce in porta (26). Un elogio dell’essenziale che si esalta in difesa: il portiere è il 15° della Nations per parate, mentre Donnarumma è 4°. Sì, l’Italia concede più tiri.

4-3-3 con Scamacca? Contro gli azzurri, a giugno, l’Ungheria porse l’altra guancia del contropied­e come mai, forse, aveva fatto nel ciclo di Rossi. Il 43-3 azzurro aveva confuso i tre centrali, obbligando­li a “uno contro uno” problemati­ci negli spazi ampi, con Raspadori che arretrando faceva saltare i loro equilibri. In teoria, visto che l’Ungheria non ripeterà gli errori di Cesena ma si chiuderà, il 43-3 sarebbe il sistema migliore per creare superiorit­à e occasioni, con esterni alti (Dimarco) e mezzali d’incursione (Barella e forse Pobega). Nel tridente, un centravant­i d’area, Scamacca, oppure uno che arretra, tipo Raspadori, affiancato da Gnonto e un altro esterno (Cancellier­i?). Mancano però Chiesa, Berardi, Spinazzola e il miglior Barella. Squarciare le difese piazzate non è più così facile, ma noi abbiamo un solo risultato: vincere.

3-5-2 con Gnonto? Mancini ha preferito il 3-5-2 già contro l’Inghilterr­a. La squadra di Southgate concede però più spazi, non si rintana creando ingorghi come all’ora di punta, e quindi Mancini s’è potuto permettere un Di Lorenzo molto difensivo e una mediana in cui soltanto Cristante ha davvero cercato la profondità. Però la Germania ha sofferto le ripartenze ungheresi. La difesa a tre, forse con Bastoni per Acerbi in un normale turnover, darebbe più garanzie dietro. E davanti resterebbe il dubbio: chi con Raspadori? Scamacca oppure Gnonto? Mancini ha ricordato in conferenza l’effetto velocità di Cesena. Sarebbe una coppia inedita.

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Wilfried Gnonto, 18 anni, oggi al Leeds, potrebbe sfruttare la sua velocità contro l’Ungheria
LAPRESSE La freccia Wilfried Gnonto, 18 anni, oggi al Leeds, potrebbe sfruttare la sua velocità contro l’Ungheria

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