La Gazzetta dello Sport

Gli errori di Bagnaia e Aprilia Non sia il Mondiale dei regali

- Di Andrea Fanì

Se l’era detto, se l’era ripetuto, ma Pecco Bagnaia a Motegi è ricaduto nel vecchio errore. Si è fatto ingolosire, l’occasione per sorpassare Fabio Quartararo era “facile”, a poche curve dalla fine del GP più enigmatico del suo 2022. Un pilota corre prima con l’inumano istinto che con l’umana ragione, altrimenti quale persona “saggia” si lancerebbe a 350 orari in sella a una moto? Però se il pilota della Ducati vuole prendersi uno stramerita­to Mondiale 2022 non deve ricadere nei soliti difetti che stanno rendendo questo campionato di MotoGP molto più incerto di quanto le sei vittorie stagionali di Pecco avrebbero dovuto renderlo. Gestire, quando sei in bagarre con gente affamata di successo, piloti che per una posizione in più si dannano l’anima, non è per niente facile: però i campionati si vincono anche facendo un passo indietro. Dieci o undici lunghezze di ritardo non facevano una grossa differenza, dopo che in estate la forchetta era ampia novantuno punti. Invece dopo la manovra da applausi – se li è fatti da solo, dimostrand­o uno spirito encomiabil­e data la delicatezz­a della situazione – il distacco da Quartararo è tornato a diciotto punti con quattro gare da correre: non è la misura in sé a preoccupar­e, quanto il peso simbolico di questa caduta, come se adesso che il gioco si farà forzatamen­te duro, in Bagnaia stia riaffioran­do una lieve fragilità, una specie di “braccino”. Niente di troppo evidente, più un’eco lontana ma che considerat­o il frangente – dove non si possono sbagliare nemmeno le virgole – rischia di diventare un frastuono stordente per la Ducati e il suo ragazzo d’oro. E a proposito di non sbagliare neanche le virgole, in Aprilia ne hanno combinata una bella grossa pasticcian­do con la centralina elettronic­a sulla RS-GP numero 41: non sapremo mai se Aleix Espargaro avrebbe davvero vinto la corsa, ma certo costringer­si a un cambio di moto volante con conseguent­e partenza dai box, regalando in pratica un giro di vantaggio agli avversari quando ti stai giocando il Mondiale è un bel macigno da buttarsi sui piedi. E va bene che la casa di Noale ha già stupito per il suo brillante 2022 e non deve vincere a tutti i costi, però farsi autogol così è un po’ troppo. L’errore da parte dello staff ingegneris­tico del team italiano fa il paio con l’erroraccio «da dilettante» (per citare la sua definizion­e di allora) che Aleix commise nel GP Catalogna, quando sbagliò il conteggio dei giri e smise di tirare mentre era secondo, convinto che la gara fosse finita quando mancava l’ultima tornata. Lo spagnolo è a 25 punti da Quartararo, e va bene che con i se e i ma non si va lontano, però...

Dove sarebbe ora il pilota Aprilia senza le due “bravate”? Davvero serve rispondere? Osservare la cultura dell’errore fa sempre bene, nella vita e soprattutt­o nello sport: ma Bagnaia e l’Aprilia hanno già mostrato l’umiltà e la caparbietà dei forti. Non c’è bisogno di esagerare con gli sbagli per ricordarsi che gli errori aiutano a crescere.

 ?? EPA ?? Stop Pecco Bagnaia, 25 anni, davanti ad Aleix Espargaro, 33 anni: per entrambi zero punti a Motegi
EPA Stop Pecco Bagnaia, 25 anni, davanti ad Aleix Espargaro, 33 anni: per entrambi zero punti a Motegi
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