La Gazzetta dello Sport

MARATONA SPAZIALE E ALTRO RECORD MURO DELLE 2 ORE SEMPRE PIÙ VICINO

Il keniano, a 37 anni, con 2h01’09”, migliora di 30” il proprio primato del mondo: «E non finisce qui...»

- Andrea Buongiovan­ni

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Sulle medesime, velocissim­e strade, quattro anni e otto giorni più tardi: un’altra meraviglia, un’altra magia, un altro record del mondo in maratona. Eliud Kipchoge, 38 anni tra poco più di un mese, a Berlino colpisce ancora. Nel 2018 corse in 2h01’39”, stavolta chiude in 2h01’09”. E in quei trenta secondi di progresso sul primato della distanza, c’è un altro enorme passo in avanti verso il più che simbolico muro delle due ore. Muro che il keniano ha già infranto, al Prater di Vienna nell’ottobre 2019, ma avvalendos­i di aiuti non consentiti (un raggio laser a dettare il ritmo, un’auto a fendere l’aria, gruppi di lepri intercambi­abili, rifornimen­ti consegnati a mano) e quindi con una prestazion­e non omologabil­e. Poco importa: la suggestiva barriera, presto, verrà superata.

La gara Kipchoge, a dirla tutta, ci ha provato già in questa occasione. Alla vigilia aveva mantenuto un profilo relativame­nte basso («Sto bene, punto al record della gara, ma per le due ore è troppo presto» aveva dichiarato). Salvo poi, pronti-via, complici condizioni meteo perfette, imporre un ritmo forsennato. Eliud - la solita faccia scolpita e la consueta facilità d’azione - fino intorno al 25° km (con un folle passaggio alla mezza in 59’51” senza precedenti in una prova ufficiale sui 42 km) è in linea con l’obiettivo. Poi, persi per strada gli ultimi uomini incaricati di fare l’andatura, i fidati connaziona­li e compagni di allenament­o Noah Kipkemboi e Moses Koech - mai così veloci sui 21 km - nonché l’ultimo superstite, il sorprenden­te 23enne etiope Andemlak Belihu, un personale di 2h09’43”, ha un inevitabil­e flessione. Il due volte campione olimpico della specialità, anche a causa di un leggero dislivello a sfavore, copre un paio di km appena sotto i tre minuti e il sogno delle due ore sfuma. Non, però, quello del record del mondo. L’allievo di Patrick Sang paga una gestione di gara azzardata (la seconda mezza è più lenta della prima di 1’27”), per una volta deve stringere i denti e, per i suoi standard, finisce un po’ sulle ginocchia. Ma ampiamente sotto il proprio limite.

Fenomeno Per lo splendido Eliud è il 15° successo su 17 maratone corse (più le due ufficiose), il quarto sull’arrivo posto sotto la porta di Brandeburg­o dopo anche quelli del 2015, del 2017 e appunto del 2018 (come solo Haile Gebrselass­ie) e il decimo nelle cosiddette Majors. Nel conto anche quattro vittorie a Londra, una a Chicago e una a Tokyo: all’appello mancano solo Boston e New York. Berlino, intanto, grazie a lui si conferma la più rapida tra quelle di maggior prestigio: sono dodici i record del mondo qui realizzati (altro primato), tutti gli ultimi otto maschili compresi, siglati in diciannove anni. La prova tedesca aggiorna anche il primato dell’accoppiata uomini-donne: con il fragoroso 2h15’37” dell’etiope Tigist Assefa, arriva a 4h16’46”. «Non ho alcun rimpianto - dice Kipchoge - è stato giusto partire così forte e provarci. Una cosa per volta. Ho capito al 38° km che il record sarebbe caduto. Sono strafelice e, di sicuro, non finisce qui». C’è da esserne certi.

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AFP Trionfo L’arrivo di Eliud Kipchoge ieri a Berlino

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