Un Remco Cann Ibale
EVENEPOEL IL GIOVANE FAVOLOSO MERCKX LO APPLAUDE: «COME ME»
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enedetto ragazzo, giovane favoloso, talento sensazionale: sei già assieme a loro. Assieme al Binda 1927, al Merckx 1971, all’Hinault 1980. Assieme ai giganti, tu che eri chiamato Petit Poucet, Pollicino. Ma quello è il personaggio di una favola, alberga nel mondo della fantasia. Tutto quello che fa Remco Evenepoel in sella alla sua bicicletta invece è tremendamente reale, nonostante lui stesso non faccia che ripetere «incredible, incredibile». Campione del mondo, il primo nato negli anni 2000, ancora in età da Under 23, e primo belga dopo Gilbert 2012. Campione del mondo dopo aver vinto nello stesso anno già un Monumento (Liegi-Bastogne-Liegi) e un grande giro (Vuelta) come solo quei tre signori di cui sopra nella storia. E Merckx, il più illustre e titolato dei suoi connazionali, si è entusiasmato come raramente gli accade: «Un fenomeno, e atleticamente di molto superiore ai rivali. Ha fatto una cosa alla Merckx .... Impressionante, ha vinto il migliore. Gli avevo già mandato un messaggio dopo la Vuelta, mi aveva risposto. Ho visto la gara con mio figlio Axel e già a 50 km dalla fine gli ho detto che avrebbe vinto Remco. Eccezionale».
Scherzi A Wollongong, la città australiana dove si racconta che il mago Houdini a fine 800 incominciò a imparare l’arte dell’escapologia, Evenepoel ha cominciato presto a liberarsi dei rivali, compreso il compagno di Nazionale Van Aert che aveva il compito di scatenarsi più avanti: il primo affondo ai meno 59, quello in solitaria alla Remco ai meno 25 prima di festeggiare con tutta calma — i 2’21” sul secondo sono il distacco più ampio al Mondiale da Adorni 1968 (9’50” su Van Springel) a oggi — e portandosi il dito sulle labbra per zittire tutti, in riferimento alle critiche della stampa del suo Paese per la tattica al Mondiale dello scorso anno e sulle divergenze con Van Aert. «Non ho abbastanza parole per spiegare quanto sia orgoglioso di tutto quello che sono riuscito a fare quest’anno. Ma non ho vinto da solo, non vinco mai da solo. Tutti coloro che sono al mio fianco sono importanti. E questa era la maglia che sognavo da sempre». La gioia si trova anche nella voglia di scherzare che aveva nel dopogara: gli hanno chiesto quanti messaggi avesse già ricevuto e lui ha risposto «Ancora nessuno, non ho il wi-fi, in Australia il roaming è carissimo», mentre nel ribadire che non farà più gare ufficiali in stagione con la sua Quick—Step (salvo improvvisi cambi di programma) ha detto: «Corse? Una corsa in discoteca, al massimo». Domenica 2 ottobre sarà osannato, nella piazza del Mercato di Bruxelles da almeno 10.000 persone, mentre venerdì 7 lo attende il matrimonio civile con la sua Oumaima Rayane: nel pomeriggio australiano di oggi prenderà il volo per il Belgio. Trasgressioni per la festa? Non tanto l’alcol, garantisce chi lo conosce bene, perché non gli piace particolarmente. Ma hamburger e patatine di sicuro sì.
Non ho abbastanza parole per spiegare quanto sono orgoglioso di me Remco Evenepoel, 22 anni Nel 2022: Liegi, Vuelta e Mondiale
Parabole L’ospedale Sant’Anna di Como sta da questa parte del mondo, otto fusi orari e 16.000 chilometri abbondanti da Wollongong. Remco Evenepoel aveva passato lì la notte del Ferragosto 2020, dopo l’incidente del Lombardia - a cui si era presentato da favorito - nella discesa della Colma di Sormano in cui aveva rischiato la vita. Dunque
venticinque mesi fa, cioè quando tutto questo non era neppure immaginabile, anche perché il belga si era ripresentato in gruppo direttamente al Giro d’Italia (dove potrebbe ritornare nel 2023) dell’anno successivo mentre Pogacar aveva già vinto il Tour, e Van Aert e Van der Poel continuavano la loro saga. Ma Remco, da adolescente forte calciatore e capace di tempi di assoluto rilievo nella mezza maratona, in un certo senso era già stato il più precoce della generazione dei “nati pronti”, l’ideale capitano dei nuovi fenomeni che stanno mandando in visibilio gli appassionati della bicicletta perché già ai Mondiali di Innsbruck 2018, da junior, aveva fatto meraviglie vincendo sia la crono sia il titolo in linea (accoppiato ora a quello dei grandi come solo LeMond prima). In un certo senso, ora ha rimesso le cose a posto: «Ho vari motivi per commuovermi», la candida ammissione.
Limiti Rischiamo di far notte per cercare e trovare i limiti di Evenepoel, che per inciso è anche uno dei migliori cronoman del mondo (un argento e due bronzi iridati dal 2019) e che per uno strano contrappasso potrebbe essere il figlio di Annemiek Van Vleuten, iridata tra le donne a quasi 40 anni. «Già al primo giro avevo detto a Lampaert che avevo le gambe della Liegi, forse anche meglio». Allora torniamo da Merckx, perché se è Eddy ad autorizzarci — «Utilizzate tutti i superlativi, Remco è l’uomo dell’anno» — non possiamo che eseguire. E prepararci a vivere nell’era di Evenepoel.