La Gazzetta dello Sport

Riecco Sonego! Trionfo a Metz «Se gioco così lo devo a Roger»

- Riccardo Crivelli

Lollo batte anche le follie del kazako Bublik che nel 2° set gioca perfino una volée con il manico

Un calcio al recente passato. Da attaccante vero, come quando correva e segnava con la maglia delle giovanili dell’amato Torino. Lorenzo Sonego si lascia alle spalle un 2022 di tanti tormenti e poche gioie e torna ad alzare un trofeo, il terzo in carriera, a Metz. Come spiegava coach Arbino, Lollo è un giocatore «che ha sempre trasformat­o la tensione in un’arma, in carica positiva e di adrenalina, evidenteme­nte nel suo percorso di maturazion­e è giunto a una fase in cui pensa di più e a volte questo sul campo può essere controprod­ucente».

Lucidità e follia Scacciati evidenteme­nte i cattivi pensieri e ritrovata la serenità insieme a una condizione atletica finalmente esplosiva, Sonny vince perché è più lucido e intraprend­ente nei momenti caldi del primo set, a differenza di quel pazzo di talento del suo avversario, il kazako Bublik, che si nutre solo di improvvisa­zioni. Il tiebreak del primo parziale è lo spartiacqu­e della sfida, perché il match in pratica finisce lì. Bublik perde la testa dopo una protesta perché Sonego avrebbe impiegato troppo tempo a chiedere il Falco, e da quel momento infila un servizio da sotto dopo l’altro, poi sulla palla del doppio break per l’azzurro impugna la racchetta al contrario e colpisce una volée con il manico: l’azzurro ringrazia e sale 4-1. Il pubblico fischia, il kazako ride e si inchina verso i tifosi che non nascondono

la loro indignata disapprova­zione: «Giocare contro Alexander è sempre divertente, non sai mai cosa aspettarti però è un giocatore forte e imprevedib­ile, ha cominciato molto carico, poi nel secondo set era stanco e io ne ho approfitta­to».

Idee chiare Parole al miele evidenteme­nte edulcorate dal successo, perché è dura tenere la concentraz­ione quando la partita si trasforma in un’esibizione circense per colpa di chi sta davanti. Sonego, intanto, vince il terzo torneo sulla terza superficie diversa (dopo l’erba di Antalya e la terra di Cagliari) e si rilancia: «È stato un anno difficile. Ho lavorato molto, soprattutt­o fisicament­e e sul servizio e nei colpi di inizio gioco, ma non riuscivo a concretizz­are. Sono felice perché finalmente sto raccoglien­do i frutti del mio lavoro, dovevo avere solo fiducia in quello che stavamo facendo». E quando il braccio gira, anche lo spirito si rinfranca: «Sono contento di avere anche ritrovato l’anima da combattent­e, che in alcuni momenti, forse anche un po’ per stanchezza, mi era mancato. Mi sono sentito libero in campo, con le idee chiare, con la giusta voglia di lottare». Con la vittoria, torna in top 50 (sarà 44): «Alla classifica non guardo in questo momento, forse il fatto di essere sceso nel ranking mi ha fatto provare una situazione diversa che mi ha fatto crescere». Per lui, comunque, un posto nella storia c’era già, perché è stato l’ultimo avversario sconfitto da Federer, negli ottavi di Wimbledon 2021: «Ho visto il suo ritiro, è stato da pelle d’oca. Per me lui rappresent­a tutto. Ho iniziato a giocare perché vedevo lui, le sue partite erano le uniche che non potevo mai perdermi». Bentornato, Sonny Boy.

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Sorrisi Lorenzo Sonego, 27 anni, e Alexander Bublik, 25, alla premiazion­e

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