La Gazzetta dello Sport

«Bravi per 70’, poi... Sarà difficile passare dicembre»

«Gli ultimi 20’ non mi sono piaciuti Soffro in silenzio per il Mondiale»

- Di Andrea Elefante INVIATO A BUDAPEST

L’energia dell’ottimismo ad oltranza di Roberto Mancini è uno dei segreti del suo essere c.t.: ci ha costruito una vittoria di un Europeo “impossibil­e”, ci sta costruendo una ripartenza faticosiss­ima, dopo il Mondiale mancato. Ma almeno quanto l’ottimismo, è stato il realismo ad aiutarlo nel suo lavoro. Ed essere realisti significa non fingere, soprattutt­o a se stessi: da quella botta il c.t. si sente come investito ogni giorno, ancora, anche in una sera che può significar­e tanto per il futuro di questa nuova Italia. E il filo di voce che gli è rimasto amplifica il tono dell’amarezza: «E’ importante aver raggiunto le final four di Nations League per la seconda volta: adesso può sembrare niente, ma a giugno sarà bello giocarle. Però il resto rimane, non c’è niente da fare: ce l’ho addosso, ma si può solo soffrire in silenzio, ormai». E per quanto ancora, lo sa: «L’obiettivo oggi è scavallare il mese di dicembre».

Quegli ultimi 20’ Se la sofferenza fosse solo quella di ieri sera, resterebbe volentieri quasi afono ogni volta. Ha urlato come poche altre volte, perché il segreto è anche quello: non dire che va tutto bene quando non è così, a proposito di realismo. «Non ho voce perché ho passato gli ultimi 20’ a gridare. Abbiamo fatto molto bene per 70’: grande partita nel primo tempo, così com’era stata ottima quella con l’Inghilterr­a. Ed erano due partite difficili e davanti stasera avevamo due bambini, che oggi devono crescere, ma fra due anni, se manterrann­o le loro qualità, diventeran­no devastanti. Gli ultimi 20’ invece non mi sono piaciuti assolutame­nte: in questo dobbiamo migliorare.

Avevamo giocato troppo bene per essere solo 2-0: quando è così, devi fare un altro gol, e poi un altro ancora. Può darsi che la stanchezza abbia avuto il suo peso, ma avanti di due gol la devi tenere in controllo, e invece l’abbiamo perso. Ci siamo fatti schiacciar­e, non siamo più saliti, usciti, abbiamo faticato a tenere la palla. Lì è stato bravissimo Gigio: è chiaro che la tranquilli­tà che ha trovato al Psg lo aiuta».

Novembre e giugno

Non è stata una partita perfetta, eppure per certe cose lo era prima di giocarla. Perché si poteva solo vincere, e quello è il suo credo da sempre. Quello è il brivido che la sua Italia non provava per due volte di fila dai tempi dell’Europeo. Vincere aiuta a vincere, ha sempre detto il Mancio. E c’è già un solido ponte a collegare il risultato e la squadra di ieri sera alla riva di giugno: un appuntamen­to che può diventare una straordina­ria occasione per vincere ancora, e stavolta di nuovo un trofeo. Provarci sarà un perfetto test di crescita per la squadra che Mancini sta allevando. Che a giugno sarà spregiudic­ata abbastanza, spera, per cogliere il frutto dell’occasione che una concorrenz­a (al titolo) non impossibil­e le darà. «Il gruppo è questo, aggiungere­mo altri giocatori, a novembre darò spazio a chi è stato in panchina in queste due gare, che hanno dimostrato che possiamo giocare con qualsiasi sistema. Ed è bene avere due possibilit­à, per scegliere anche in base ai giocatori. Non era facile rimettere in piedi un gruppo, ma ci sono dei valori e bisogna lavorarci. Ci stiamo lavorando, e quando è così l’amarezza si lascia anche scivolare via». Ci sta provando, perlomeno.

 ?? LAPRESSE ?? Alla guida
Roberto Mancini, 57 anni, commissari­o tecnico della Nazionale
LAPRESSE Alla guida Roberto Mancini, 57 anni, commissari­o tecnico della Nazionale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy