Una sfida a tutt Napoli
Tiri mancini I dribbling di Kvara e Zielinski sprint Gol, cross e assist: la squadra di Spalletti è imprevedibile sulla fascia sinistra
di Gianluca Monti
«Puntalo». Non è dato sapere quale sia realmente la prima parola imparata da Kvaratskhelia in italiano, ma di sicuro questa è stata la più ascoltata da quando ha messo piede nel nostro Paese. «Puntalo», gli ha detto Luciano Spalletti dal primo giorno di ritiro ogni qual volta il georgiano si è trovato di fronte l’avversario diretto ed allora l’invito del tecnico toscano torna quanto mai di moda in vista del match contro il Torino di sabato pomeriggio. Vincere i duelli individuali è la chiave per riuscire a scardinare la difesa di Juric ed in tal senso il Napoli non potrà che puntare - verbo usato non a caso - sulla qualità e la fantasia di Kvaratskhelia, oltre che di Zielinski e di chi stazionerà nella trequarti avversaria.
Soluzioni Certo, adesso Spalletti sta iniziando a pretendere da Kvara qualche rincorsa in più all’indietro e maggiore altruismo, ma la caratteristica che ha spinto Giuntoli ad acquistare il georgiano e l’allenatore a lanciarlo sin dall’inizio tra i titolari è proprio questa ostinata ricerca del dribbling che fa di Kvaratskhelia un’ala vecchio stampo ma con degli evidenti tratti di modernità (ieri un altro gol con la Georgia nel 2-1 a Gibilterra). Lui vuole isolarsi sempre, magari tenendo i piedi vicino alla linea laterale, proprio come facevano un tempo i giocatori di fascia, poi però non propone sempre la stessa giocata ma ha una vasta gamma di soluzioni. Rientra sul destro preferibilmente ma non disdegna di cercare il fondo ed anche la controsterzata per tornare sul mancino. Insomma, non è facile da marcare e non lo sarà neanche per la retroguardia granata. Adesso, con il passare delle partite, gli toccherà fare anche un ulteriore step: giocare maggiormente con i compagni di reparto ed iniziare a sfruttare le caratteristiche di chi gli starà davanti, che si tratti di Osimhen, di Simeone o di Raspadori. Fin qui, infatti, Kvara è stato un eccellente solista ma se migliorerà anche nel dialogare con il centravanti di turno potrebbe diventare presto un grandissimo “uomo squadra”.
Qualità
Movimenti A dargli una mano, logicamente, debbono essere un po’ tutti, a cominciare da chi è chiamato a coprirgli le spalle. Sotto questo aspetto, gli automatismi della corsia mancina del Napoli hanno iniziato a funzionare molto bene già da Dimaro e Castel di Sangro. Non era facile immaginare che Mario Rui in poco tempo arrivasse quasi a “telecomandare” Kvara indicandogli quando venire incontro e quando invece partire senza palla. Quella che è stata mandata a memoria in ritiro è diventata una giocata ormai “classica”, con il georgiano a proporsi per la sponda quando il portoghese si improvvisa regista così da aprire lo spazio per l’affondo in profondità di Zielinski. Palla avanti, palla indietro e terzo uomo: per “matare” il Toro può essere un’opzione da prendere in considerazione.
Il georgiano in gol in nazionale: salta spesso l’uomo Il polacco punta molto sul palleggio
Liberi tutti In alternativa, c’è sempre la giocata del singolo, quella che ovviamente non fa difetto agli attaccanti azzurri, tutti propensi proprio alla “sfida”. Lozano, ad esempio, è uno che se ha il pallone tra i piedi come prima opzione sceglie sempre di giocarsi il faccia a faccia con il terzino, Raspadori ha la capacità anche spalle alla porta di liberarsi con una finta dell’avversario diretto e Zielinski - come detto può andare sia senza palla che scegliere di palleggiare per mandare fuori tempo la difesa. Al polacco è lasciato il compito di creare perché dalle sue parti spesso transita il pallone decisivo, quello che va gestito con sapienza o “forzato” all’occorrenza. Zielinski in questo ha facoltà di decidere se affondare il colpo o magari tornare indietro per muovere la retroguardia. Già perché Spalletti ha codici molto chiari in fase di non possesso e chiede sempre di avere il giusto “timing” quando c’è da attaccare, però lascia liberi i suoi uomini di inventare dalla trequarti in avanti perché, come ha ricordato spesso, «il calcio è dei bambini» e quelli con la maglia azzurra sanno come divertirsi e divertire.
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