Pedri e Balde, è mini Barça Arsenal inesperto ma primo
I blaugrana sono i più giovani nei cinque grandi campionati. In Francia il mercato guida le scelte
“He’s going to school in the morning”. “Al mattino, va a scuola”. Il coro si alza a Londra - Londra Nord, grazie - e lo studente con lo zaino è Ethan Nwaneri, classe 2007, nome da Mission Impossible e record in linea col nome: è andato in campo per l’Arsenal di Arteta a 15 anni e 181 giorni, il più giovane di sempre a mettere un piede sull’erba in Premier League. Nwaneri è la storia dell’anno ma qui non è il caso di personalizzare. La ricerca sulle squadre che usano più Under 21 evidenzia qualche linea di tendenza. La prima: le scuole sono scuole (non solo quelle frequentate da Ethan). Tra le prime cinque squadre dei cinque grandi campionati - in sostanza, le 5 più giovani tra le 100 dell’Europa nobile - ci sono Barcellona, Arsenal e Lione, squadre che fanno parlare del loro settore giovanile da decenni. La seconda: con i giovani si può fare corsa di testa, come il Milan ha dimostrato in primavera. L’Arsenal è primo, il Barcellona secondo. La terza: le squadre francesi, quando si tratta di classifiche sulla gioventù, non si fanno pregare. Sempre presenti.
Montpellier da podio
La classifica, prima di tutto. La squadra che si fida di più degli Under 21 è il Barcellona, giovane come poche volte nella vita: 293 minuti a partita giocati in media dagli Under 21. Vuol dire che almeno tre titolari, ogni settimana, sono nati dal primo gennaio 2001 in avanti. Sul podio Montpellier e Arsenal, poi Verona, Lione, Reims, Southampton, Rennes, Everton, Girona.
Un colpo a Cherki
Ogni club ha la sua storia e qualche volta non è semplice distinguere tra progetto, caso, opportunità. In generale, è chiaro che gli italiani non sono al livello dei coetanei di altre nazioni. Con i francesi, la partita nemmeno comincia. In Italia i giovani si usano molto meno che in Ligue 1 e fanno meno carriera. Anche così si spiega la nostra agenda - liberissima - tra novembre e dicembre. Sul Lione, c’è poco da dire: da sempre investe sulle giovanili e vende caro. Al centro della difesa gioca Lukeba, anni 19, in mezzo guida il 2002 Lepenant (e Caqueret, del 2000, sembra in città da una vita), davanti l’eterna promessa è Cherki, nato nell’agosto 2003, che in Ligue1 gioca dal 2019 (!). Il Barcellona ha avuto più alti e bassi. Nel momento più difficile, travolto dai debiti, ha riscoperto la Masia. Pedri e Gavi sono la miglior notizia per chi si è innamorato di Xavi e Iniesta. A sinistra Alejandro Balde ha tolto il lavoro a Jordi Alba. In difesa è tornato Eric Garcia, cresciuto al Barça e per quattro anni al City, dove il barcellonismo - da Guardiola a Begiristain - ha fatto scuola. In avanti due gol li ha segnati Ansu Fati, classe 2002.
L’italiano (quasi) E l’Arsenal? All’Arsenal gli U21 non solo accumulano minuti, comandano. Dietro gioca William Saliba ed era ora: l’Arsenal lo ha preso nel 2019 e lo ha mandato in prestito al St. Etienne, al Nizza, al Marsiglia. Sulle fasce accelerano Bukayo Saka, l’uomo della maglia tirata da Chiellini, e Gabriel Martinelli, brasiliano per cui le giovanili italiane hanno speso qualche telefonata. Niente, lui gioca per il Brasile e qui resta sottovalutato.
I migliori A margine, la solita considerazione sul termine “giovani”. Analizzare i 2001 (e seguenti) ha senso perché, soprattutto in Italia, molti club tendono a considerarli in crescita, promettenti, comunque non pronti. Altrove beh, va diversamente e un giro d’Europa aiuta a capire. I 2001: Rodrygo ha vinto un pezzo di Champions per il Real, Timber (Ajax) nell’Olanda è un titolare. I 2002: Gvardiol (Lipsia) ha già avuto offerte XXXL dal Chelsea, Nuno Mendes ed Ekitike fanno buona compagnia a Mbappé al Psg. I 2003: Bellingham (Dortmund), Musiala (Bayern) e Wirtz (Bayer) governano la Germania (e occhio a Sesko, sta arrivando). Hanno l’età dei ragazzi che escono dal liceo sotto casa vostra ma rischiano di finirci loro, sui libri.