MELONI FA FESTA E SI PREPARA A DIVENTARE PREMIER IL CENTRODESTRA VOLA PD PRONTO AL DOPO-LETTA
Col trionfo di FdI si apre la strada alla prima donna a Palazzo Chigi La Lega alla resa dei conti, M5S esulta mentre il segretario dem non si ricandida In Sicilia Schifani è governatore
L’indicazione è chiara, gli italiani hanno scelto noi, non li deluderemo Giorgia Meloni Leader di FdI nella notte elettorale, dopo il discorso della vittoria
Il giorno dopo il voto per le Politiche, a risultati ormai definitivi, per la politica è il momento delle analisi. E degli scenari per il futuro governo. Partiamo dai vincitori, da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, papabile prima donna presidente del Consiglio. Il centrodestra indicherà il suo nome al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in base agli accordi pre-elettorali, quando inizieranno le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Intanto Meloni, passata in quattro anni dal 4,3% al 26%, si gode il momento: «Dagli italiani arriva un’indicazione chiara per un governo di centrodestra a guida FdI. È il tempo della responsabilità, l’Italia ha scelto noi e non la tradiremo», ha scritto ieri sui social, rimanendo in silenzio. Come a ribadire agli alleati: il ruolo di premier spetta a me. La vittoria del centrodestra è stata netta, ma il calo degli alleati di Meloni (Lega e FI) lascia la coalizione distante da quei due terzi dei seggi che consentono riforme costituzionali in Aula (come il presidenzialismo), senza passare dal referendum. E la prima polemica arriva già con le parole del capogruppo Lollobrigida: «La Costituzione italiana è bella ma ha 70 anni. Si può migliorare». Intanto, il totoministri: scendono le quotazioni di Matteo Salvini al Viminale, in pole per la Giustizia ci sono l’ex pm Carlo Nordio o Giulia Bongiorno, Marcello Pera per le Riforme costituzionali, Fabio Rampelli alle Infrastrutture. sione, per un nuovo Pd all’altezza di questa sfida epocale, di fronte a una destra che più destra non si può». Letta ha ribadito quella che ritiene la colpa del M5S di Giuseppe Conte, e ha parlato di «sconfitta dovuta al fuoco amico», alludendo anche allo strappo di Carlo Calenda e di chi non ha allargato il campo. «Se avevamo il governo Draghi e adesso avremo Meloni, la colpa è del M5S» ha ripetuto Letta, chiarendo però che «un’opposizione frastagliata è solo un regalo alla destra», aprendo così la porta ad una futura collaborazione in Aula. «Penso che per contrastare questa destra sia necessario riprendere le fila delle relazioni e non andare ognuno per conto suo» ha detto Letta. E per il futuro? Il totonomi del segretario dem riporta Bonaccini, Schlein, i sindaci Ricci e Decaro.