L’attacco gira a vuoto Origi-Rebic non incidono Leao e CDK sono anonimi
Orfana di Olivier, la squadra è rimasta a secco Rafa in ombra. Debutto anche per il baby Lazetic
Èbastata una notte senza Giroud e il Milan si è ritrovato sott’acqua. E, mentre ai diavoli toccherà trattenere il fiato fino a domenica, quando il match con la Fiorentina a San Siro offrirà loro l’occasione di rimettersi a correre prima che sia troppo tardi, a venire a galla sono le debolezze della squadra con lo scudetto sul petto. Per individuarle non serve chissà quale indagine, basta guardare quello che (non) succede lì davanti e tirare le somme diventerà facile: l’attacco non punge più. Non come dovrebbe quantomeno, non senza l’uomo che la risolve con le girate, anche agli ultimi minuti. Ieri l’altro lato della luna ha sottolineato con forza il deficit: al 96’, ultima azione del match, Marko Lazetic, al debutto assoluto in Serie A dopo tante panchine, tribune e presenze con la Primavera, si è girato da buona posizione e ha calciato fuori dallo specchio. Prima di lui, avevano mancato l’appuntamento con il gol colleghi decisamente più illustri.
Origi flop Primo fra tutti, il sostituto designato del 9, quel Divock Origi sbarcato a Milanello carico di coppe in bacheca, ma poco abituato a muoversi nel cuore dell’area: a Liverpool lo
adoravano perché entrava e magari segnava, ma i gol dalle parti di Anfield sono sempre stati un affare di qualcun altro. Anche perché Origi si è fatto apprezzare soprattutto come esterno: una punta imponente ma sfruttata quasi sempre ai lati di un tridente. Tutt’altra musica da quella che avevano in mente di fargli suonare Pioli e i dirigenti del Milan, visto che la scommessa di questa estate nasce da un progetto preciso: fare de belga un centravanti all’altezza di Giroud. Il bilancio di questo autunno che sta per mandare in soffitta per un po’ il campionato, però, racconta di un esperimento fallito, e di un attaccante che più di una volta pare fuori contesto nelle trame rossonere: un gol in 13 presenze tra A e Champions, peraltro arrivato in una partita già indirizzata sui binari giusti da qualcun altro (il 4-1 al Monza marchiato da Diaz) è troppo poco. E le occasioni fallite in zona calda (vedi il faccia a faccia con Carnesecchi del primo tempo di ieri) confermano che il momento è nero. Di più, la beffa della rete annullata per fuorigioco (dello stesso Origi) proprio quando Leao stava per entrare in campo al suo posto: la più classica delle sliding doors che si chiude in faccia al belga e lo rimanda alla prossima sessione.
Rafa e Cdk Serate così, spesso, le risolvono le giocate individuali, Pioli dixit. E di individualità, nell’attacco spuntato del Milan di Cremona, quasi non se ne sono viste. Male Rebic, poco efficace nel ruolo di vice Leao e in grado di disinnescare la difesa grigiorossa solo una volta, con quella bella imbucata per Origi, e male anche De Ketelaere, ormai una costante all’incontrario nella manovra offensiva dei rossoneri. La sua serata è cominciata e finita come tante altre, troppe in questi primi mesi in Italia: dalla panchina (la quinta di fila in campionato) al campo, senza praticamente lasciare traccia. Quella che ha provato a imprimere sul match Leao, con un tiro cross deviato da Carnesecchi. Rafa riposato ma non ispirato, quasi viene da sospirare: meno male che la sosta si avvicina.
Divock flop Una sola rete in 13 presenze tra campionato e Champions: troppo poco
Da rivedere Esordio in campionato per il serbo dopo la gavetta in Primavera