La Gazzetta dello Sport

L’attacco gira a vuoto Origi-Rebic non incidono Leao e CDK sono anonimi

Orfana di Olivier, la squadra è rimasta a secco Rafa in ombra. Debutto anche per il baby Lazetic

- Di Marco Fallisi INVIATO A CREMONA

Èbastata una notte senza Giroud e il Milan si è ritrovato sott’acqua. E, mentre ai diavoli toccherà trattenere il fiato fino a domenica, quando il match con la Fiorentina a San Siro offrirà loro l’occasione di rimettersi a correre prima che sia troppo tardi, a venire a galla sono le debolezze della squadra con lo scudetto sul petto. Per individuar­le non serve chissà quale indagine, basta guardare quello che (non) succede lì davanti e tirare le somme diventerà facile: l’attacco non punge più. Non come dovrebbe quantomeno, non senza l’uomo che la risolve con le girate, anche agli ultimi minuti. Ieri l’altro lato della luna ha sottolinea­to con forza il deficit: al 96’, ultima azione del match, Marko Lazetic, al debutto assoluto in Serie A dopo tante panchine, tribune e presenze con la Primavera, si è girato da buona posizione e ha calciato fuori dallo specchio. Prima di lui, avevano mancato l’appuntamen­to con il gol colleghi decisament­e più illustri.

Origi flop Primo fra tutti, il sostituto designato del 9, quel Divock Origi sbarcato a Milanello carico di coppe in bacheca, ma poco abituato a muoversi nel cuore dell’area: a Liverpool lo

adoravano perché entrava e magari segnava, ma i gol dalle parti di Anfield sono sempre stati un affare di qualcun altro. Anche perché Origi si è fatto apprezzare soprattutt­o come esterno: una punta imponente ma sfruttata quasi sempre ai lati di un tridente. Tutt’altra musica da quella che avevano in mente di fargli suonare Pioli e i dirigenti del Milan, visto che la scommessa di questa estate nasce da un progetto preciso: fare de belga un centravant­i all’altezza di Giroud. Il bilancio di questo autunno che sta per mandare in soffitta per un po’ il campionato, però, racconta di un esperiment­o fallito, e di un attaccante che più di una volta pare fuori contesto nelle trame rossonere: un gol in 13 presenze tra A e Champions, peraltro arrivato in una partita già indirizzat­a sui binari giusti da qualcun altro (il 4-1 al Monza marchiato da Diaz) è troppo poco. E le occasioni fallite in zona calda (vedi il faccia a faccia con Carnesecch­i del primo tempo di ieri) confermano che il momento è nero. Di più, la beffa della rete annullata per fuorigioco (dello stesso Origi) proprio quando Leao stava per entrare in campo al suo posto: la più classica delle sliding doors che si chiude in faccia al belga e lo rimanda alla prossima sessione.

Rafa e Cdk Serate così, spesso, le risolvono le giocate individual­i, Pioli dixit. E di individual­ità, nell’attacco spuntato del Milan di Cremona, quasi non se ne sono viste. Male Rebic, poco efficace nel ruolo di vice Leao e in grado di disinnesca­re la difesa grigioross­a solo una volta, con quella bella imbucata per Origi, e male anche De Ketelaere, ormai una costante all’incontrari­o nella manovra offensiva dei rossoneri. La sua serata è cominciata e finita come tante altre, troppe in questi primi mesi in Italia: dalla panchina (la quinta di fila in campionato) al campo, senza praticamen­te lasciare traccia. Quella che ha provato a imprimere sul match Leao, con un tiro cross deviato da Carnesecch­i. Rafa riposato ma non ispirato, quasi viene da sospirare: meno male che la sosta si avvicina.

Divock flop Una sola rete in 13 presenze tra campionato e Champions: troppo poco

Da rivedere Esordio in campionato per il serbo dopo la gavetta in Primavera

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AFP A secco Divock Origi, 27 anni, ex Liverpool: ieri ha chiuso senza gol

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