La Gazzetta dello Sport

Napoli, decima d I fila e fuga

- Di Alex Frosio INVIATO A NAPOLI

un Napoli da dieci. Tante sono le vittorie consecutiv­e, e 12 nelle prime 14 di campionato. Stavolta però la squadra di Spalletti è stata poco più che sufficient­e. È servita un’astuzia di Osimhen, combinata con la dormita di Marin e con l’occhio generoso dell’arbitro Pairetto, per guadagnare il rigore (anzi, rigorino) che ha spianato la strada del successo sull’Empoli.

Vantaggio L’unica frenata casalinga – nel percorso quasi netto del Napoli – era arrivata contro un’altra piccola, il Lecce, e i toscani di Zanetti arrivavano da tre successi consecutiv­i con gli azzurri. Pure questi sono segnali che la stagione potrebbe essere quella giusta. Anche perché la fuga si fa sempre più consistent­e: con i tre punti di ieri, uniti allo stop del Milan, gli spallettia­ni ampliano il vantaggio sulla seconda, che ora è di 8 punti. Di nuovo senza il drago Kvaratskhe­lia, il Napoli si è garantito la sicurezza di potersi sedere con ampia comodità sul “trono di scude” durante la lunga pausa invernale. Per completare quella parolina magica ci si rivedrà dopo il Mondiale, con tutte le incognite del caso. Ma la capolista per ora ha solo certezze e ha dato ancora una volta prova di avere risorse ampie: con le reti di Lozano e Zielinski diventano 9 i gol arrivati dalla panchina, nessuno ne ha ricavati tanti nei top 5 campionati europei.

I temi Spalletti, per l’occasione, ha forse pure un po’ esagerato confidando in quella specie di pilota automatico con cui viaggiano i suoi. Già privato dal fuoco di Kvara, il tecnico ha rinunciato inizialmen­te all’altro “content creator”, cioè Zielinski, infilando Ndombele nel centrocamp­o con Anguissa e Lobotka. Tanti muscoli e meno inventiva. L’Empoli è sceso al Maradona con i compiti fatti. Il suo rombo centrale faceva scivolare le mezzeali sugli esterni e bloccava tutte le strade di accesso alle zone pericolose. Il Napoli si è impadronit­o del pallone ma è rimasto a lungo alla periferia dell’area di rigore. Le uniche scorciatoi­e hanno provato a disegnarle Politano e Di Lorenzo combinando sulla destra, mentre dall’altra parte Raspadori – che è più seconda punta – non è riuscito a lungo a trovare spazi di manovra. In realtà tutto il Napoli è sembrato usare solo un paio di marce, incapace di dare ritmo alla propria azione con gli scambi rapidi nell’ultimo terzo di campo. Il primo tiro in porta è arrivato soltanto al 39’ – cross di Di Lorenzo, aggancio e girata rapida ma centrale di Raspadori -, la prima occasione vera prima del doppio fischio, ancora con l’ex Sassuolo che ha cercato l’angolo allargando troppo la mira con il destro dopo un’invenzione verticale – l’unica – di Ndombele.

I cambi L’intervallo dà il tempo alla luna piena di alzarsi sopra lo stadio Maradona. Ma in campo non si vedono lupi mannari famelici: un invito di Raspadori per Anguissa – sinistro altissimo – è una promessa che non viene mantenuta. L’Empoli prova anche a mettere fuori la testa e Bandinelli riesce ad andare almeno alla conclusion­e, poi Zanetti commette un piccolo errore: lo 0-0 a lui andrebbe pure bene ma spende per primo le sostituzio­ni, quando avrebbe forse dovuto lasciare a Spalletti la prima mossa. Il tecnico del Napoli aspetta invece ancora, mentre scruta la panchina e vede le facce più affamate. Così al 19’ si gioca tre sostituzio­ni tutte insieme: cambia le fasce – Lozano

e Elmas – e il reparto adibito alle invenzioni, con Zielinski per Ndombele. E ottiene il cambio di marcia. Perché Lozano a destra manda in confusione Parisi, abituato ai rientri di Politano e poco al puntare dritto del messicano. Ma per risolverla serve ancora qualcosa in più.

L’episodio Un po’ in confusione, infatti, va soprattutt­o Pairetto. Che vede uno sgambetto di Marin su Osimhen che lo scippa. Il regista dell’Empoli ci mette del suo, con l’aiutino, perché aveva intercetta­to il cross da destra per poi addormenta­rsi palla al piede in area, e Osi se lo mangia. Lozano si prende il rigore: non ne aveva mai calciato uno, con la maglia azzurra, e un brividino c’è perché davanti ha Vicario che ha già fermato Pellegrini e Koopmeiner­s. Tocca pure stavolta, ma non basta. E da qui è tutta discesa per il Napoli. Anche perché tempo 5 minuti e l’Empoli si ritrova anche in 10, per la seconda ammonizion­e – stavolta nulla da dire – di Luperto, per un fallo sul “solito” Lozano. Il Napoli si mette quasi a fare possesso conservati­vo (75% totale, distribuit­o equamente tra i due tempi, quindi a prescinder­e dalla superiorit­à numerica) ma lo fa talmente bene da arrivare in porta: Marin salva su Osimhen, Zielinski alza la mira su invito di Lozano. Il Napoli ha voglia di chiuderla e ci riesce poco prima della fine ufficiale. Il Chucky popolerà gli incubi notturni di Parisi perché lo brucia sulla corsa, lo dribbla sull’esterno e poi apparecchi­a per l’inseriment­o centrale di Zielinski con un gran piatto di sinistro.

Corsa Il Napoli corre, ora aspetta l’Udinese ancora al Maradona per concludere in bellezza questa specie di torneo di Apertura stradomina­to. Dieci vittorie consecutiv­e si erano viste due volte con Sarri (una volta la striscia arrivò a 13, ma all’ex tecnico mancò il successo finale). E finché le vincono tutte, c’è poco da pensare alle rimonte. Soprattutt­o se dietro frenano. 2’30”

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La gioia Dopo un primo tempo difficile, il Napoli si sblocca con il rigore di Hirving Lozano, 27 anni: ed esplode la gioia partenopea gettt

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