La Gazzetta dello Sport

Lozano e Zielinski uomini della scossa Altro che sostituti

Il Napoli vola ancora grazie ai subentrati Il messicano: «Siamo tutti protagonis­ti»

- Di Maurizio Nicita NAPOLI

Il ghigno del Chucky rompe la maledizion­e Empoli e lancia il Napoli sempre più in alto. Ora gli azzurri hanno la certezza di chiudere l’anno da soli in testa e la pressione è tutta per chi insegue. Un anno fa la squadra toscana aveva ucciso i sogni scudetto degli azzurri vincendo due volte. Stavolta il sofferto successo del Napoli è griffato da Hirving Lozano, entrato dopo oltre un’ora di gioco e capace di dare l’accelerata decisiva. Dai piedi del messicano parte il cross su cui Marin si impappina e ne esce il rigore, che proprio Chucky realizza incrociand­o il destro di potenza per poi mostrare il suo ghigno. Ed è ancora lui a servire l’assist a Zielinski che con uno stupendo piatto sinistro al volo chiude i conti.

Dal dischetto in 5 Lozano è il quinto giocatore del Napoli a presentars­i sul dischetto, dopo Zielinski, Osimhen, Politano e Kvaratskhe­lia. Nessuno in Europa sfrutta una tale varietà di soluzioni. A dimostrazi­one di una Squadra con la maiuscola, capace di trovare soluzioni attingendo a ogni risorsa, come in questa partita in cui è mancata, almeno fino all’ingresso del messicano, brillantez­za e velocità. E proprio Chucky alla fine racconta l’importanza del gruppo: «Siamo tutti protagonis­ti in questa squadra.

Io ci tenevo a calciarlo questo rigore e mi ha fatto piacere che tutti i miei compagni siano stati d’accordo. Vogliamo continuare così, tutti insieme».

Panchinari a chi? Sono ben nove i gol che arrivano dai subentrati in casa Napoli. Più che in ogni squadra dei cinque maggiori campionati europei. E questo è un dato statistico che dà la cifra del lavoro fatto da Spalletti sui suoi ragazzi. Li ha convinti prima sul piano del gioco, poi coinvolgen­doli tutti nel progetto e facendogli capire l’importanza dell’alternanza. Non il classico turnover ma un cambio di mentalità per cui ci sono «i titolari da 60’ e quelli da 30’ ma tutti nel loro tempo devono dare un contributo importante alla squadra». Ecco, Lozano diventa il testimonia­l migliore del manifesto spallettia­no. I suoi tre gol in questo campionato arrivano tutti dalla panchina, nessuno in Serie A è stato capace di tanto. E al di là del gol, c’è anche l’assist e il numero palla al piede che ha costretto Luperto al fallo, prendendo il secondo giallo e dunque l’espulsione. Insomma un impatto davvero fragoroso, quello del messicano, su una partita che sembrava non trovare spazi nell’organizzat­a difesa avversaria. Dove a farne le spese è il bravo Parisi, ottimo nel primo tempo a contenere Politano (che dà tutto in poco più di un’ora) e poi soffre terribilme­nte con la stanchezza le sgasate di Lozano: ecco come Spalletti riesce a fare la differenza. E ha ragione quando chiede: ditemi voi chi il titolare dei due. I minuti in campo dicono 897 per il messicano e 866 per l’azzurro. C’è dietro il sano lavoro dell’ artigiano che pensa calcio e lo realizza con un metodo credibile per i suoi uomini.

Zielu e il Mondiale E sempre a proposito di presunti panchinari ecco che entra Zielinski e segna, con un sinistro di gran classe. Alla fine esultano insieme con Lozano, fra meno di due settimane faranno il loro esordio in Qatar da avversari in Messico-Polonia. «Ci abbiamo scherzato su, siamo buoni amici. Sarà molto bello affrontarc­i». Intanto prima c’è da battere l’Udinese.

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AFP

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