La Gazzetta dello Sport

«Amo il Bologna Motta, fame e idee: ci ha uniti tutti»

Di

- INVIATO A CASTELDEBO­LE (BO)

uò un Orso avere... l’occhio della tigre? Può. Ed è anche da quello che si capisce tutto. Compreso il ritorno alla titolarità.

P

3Riccardo Orsolini, 2 gol in 2 gare e letargo finito: tutto rinasce a Monza, col bacio di Motta. «Prima che io entri mi dice “Sei Per restare in grado di farmi tutta la fascia?”. a Bologna Tranquillo mister. E mi dà il bacio ho detto sulla guancia. Gesto d’affetto». tanti no.

3 Il bacio di

«Motta mi fa. “Non ti vedo con lo Motta sulla stesso occhio della tigre di Monza”. guancia? E io: ti sbagli, ora ti faccio vedere. Un bel gesto E quando esulto per l’1-1, d’affetto» fateci caso, ho messo l’indice sotto l’occhio guardando lui».

Coi 2 gol da subentrato ho detto ai compagni “Sono il vostro Muriel”. Ma preferisco esserci dal 1’

Matteo Dalla Vite Gol. E contro il Torino? L’Orso è tornato.

3

«Il fuoco addosso l’ho sempre. Sa cosa reputo un insulto? Se qualcuno dice che in campo non ne ho voglia. Non lo accetto».

3Prima di questi due gol dov’era il vero Orsolini?

«A cercare di raddrizzar­e un periodo storto. Se ti fissi non fai più le cose semplici, ti annodi».

3E

quando l’hanno fischiata al Dall’Ara?

«Ci sono rimasto male, lo ammetto: ero abituato ai fischi dei tifosi avversari, non dei miei».

3Il

suo amore per il Bologna è rifiorito? Con rinnovo in vista...

«Non si era mai appassito. Se mi chiede quante occasioni ho avuto per cambiare aria le dico non poche. Ma ho sempre pensato di voler diventare grande qui: e le ho rifiutate. Un segno di stima, poi, è che credo la società non si sia seduta a trattare la mia cessione. Oddio, magari se fosse arrivata una valanga di soldi ora sarei altrove ma so che Fenucci mi considera quasi come un figlio, me lo ha detto lui. Qui sto bene, mi vogliono bene e da tempo avevo deciso che la mia esplosione dovesse essere a Bologna. Quindi…».

3Il segreto alla fine è uno solo: nel calcio bisogna difendere.

«Uno. E, secondo, devi stare bene fisicament­e. E con Motta si sono intensific­ati gli allenament­i: ora giriamo con la gamba giusta e riesco a far tutta la fascia».

3Però ha giocato quasi di più Aebischer da falsa-ala.

«Tutto studiato: lui li sfianca tutti e io li finisco». (sorride)

3Lei è lo Spaccapart­ite dei subentri?

«A me piace giocare dal 1’. Sa cosa ho detto ai compagni dopo il gol al Torino? Ragazzi, sono il vostro Muriel: all’inizio, all’Atalanta, entrava e faceva gol. Se fossi un allenatore mi farei giocare sempre… Ma se ho la certezza di fare sempre gol da subentrato faccio un passo indietro...». (risata).

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«Dal primo giorno ha mostrato una cosa: fame di fare bene, di compattare tutti. E tutta la squadra lo ha seguito. E a quelli che non giocano ripete“siete il motore di tutto”. Poi: ti guarda e ti dice cose che succedono in campo. E’ convinto e convincent­e. E ci divertiamo. Mancava quell’idea di farci sentire tutti importanti».

Orsolini, facendo un passo indietro, cosa deve a Sinisa?

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Cosa vi ha dato Motta?

«Al di là di tutte le incomprens­ioni, punzecchia­ture, battute o quella panchina punitiva all’Olimpico quest’anno, gli dovrò sempre dire grazie. E poi con lui avevo ritrovato la nazionale».

3 Succederà ancora?

«Non la vivo come un’ossessione ma come un premio che voglio riguadagna­re. Sa qual è il mio “score” in azzurro? Due partite, due gol, un rigore procurato e l’assist per il primo gol che ha fatto Chiesa in azzurro. Non male».

3 Questo Bologna davanti all’Inter, oggi, come sta?

«Ora c’è un’unità d’intenti che prima non esisteva. Condivisio­ne. Partecipaz­ione e coinvolgim­ento di tutti. Dopo il brutto k.o. a casa-Juve di questa annata mi espressi male dicendo che non avevamo la mentalità. Ho chiesto anche scusa, perché intendevo altro: era questione di unità d’intenti appunto, quella che oggi c’è. L’Inter? Ce la giochiamo eccome, ancor più di qualche tempo fa».

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 ?? ?? Su Muriel
Su Muriel
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Su Motta

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