La Gazzetta dello Sport

Lettere dalla crisi DIFESA FRAGILE MONOTONIA TATTICA CALO DI TANTI BIG COSÌ L’INTER STENTA

Ci sono anche i ko di Brozovic e Lukaku, l’addio di Perisic, la debolezza negli scontri diretti. E sono già 5 le sconfitte

- Di Fabio Licari

ini-alfabeto tecnico-tattico della crisi dell’Inter. Avvio discreto, ma già cinque sconfitte (erano state quattro in tutto lo scorso campionato). Troppe. La ripartenza con Calhanoglu regista per Brozovic, il nuovo calo preoccupan­te. Il settimo posto. L’impression­e che lo standard dell’ultimo anno sia piuttosto lontano.

AM

Asse A Barella mancava Calha? Per vedere quello vero è servita la mediana con il turco e Miki, finalmente area-area, concentrat­o, goleador come ai bei tempi. Per una decina di partite, però, la sua copia sbiadita ha impoverito il centro.

BBrozovic Com’è mancato nelle prime giornate. L’anno scorso l’Inter parlava croato: Brozovic e Perisic erano le chiavi di Inzaghi. Non è una grande stagione per il centrale: le prime sette partite di campionato a mezzo servizio, stanco, meno lucido e trascinato­re, e i nerazzurri hanno perso in tre occasioni. L’infortunio in nazionale ha spinto Inzaghi ad arretrare Calha davanti alla difesa e l’Inter ci ha addirittur­a guadagnato, ma la falsa partenza si sente ancora. C

Confronti (diretti) Quando il gioco si fa duro, l’Inter ha problemi. In campionato ha perso quattro scontri diretti su quattro (Lazio, Milan, Roma e Juve). Dopo il Bologna è attesa da Atalanta e Napoli. Uno score preoccupan­te dal punto di vista dell’atteggiame­nto in campo oltre che della classifica. Stesso discorso in Champions o quasi: due ko con il Bayern, inversione di tendenza con il Barça. Ed è stato il doppio confronto con gli spagnoli a dare gli ottavi. D

Difesa C’era una volta il bunker nerazzurro. Skriniar insuperabi­le, Bastoni mobile e offensivo, in mezzo la regia di De Vrij. Già l’anno scorso qualche scricchiol­io s’era avvertito. Quest’anno Skriniar è partito male, forse distratto da questioni contrattua­li. Bastoni molle e involuto, al punto da essergli preferito Acerbi. De Vrij in difficoltà. Nelle ultime partite s’era rivista l’Inter compatta, ma con la Juve ritorno al passato. Potrebbe anche essere una questione di protezione difensiva.

E

Esterni I sostituti non sono all’altezza. Hakimi e Perisic erano una coppia di attaccanti, altro che semplici esterni. L’Inter giocava con una linea a quattro impression­ante per le difese rivali. Il croato, nella sua stagione migliore in nerazzurro, svolgeva una tripla fase, difensore, centrocamp­ista e attaccante. Superiorit­à, cross, dribbling. Degli esterni sinistri schierati quest’anno, anche il migliore, Dimarco, non è paragonabi­le. Discorso simile per Dumfries a destra: a volte incursore verticale disturbant­e per le difese, ma meno continuo dell’Hakimi dello scudetto e facile preda di confusione nelle partite peggiori. L

Lukaku Dove sono i suoi gol? Lukaku è più giocatore da Conte che da Inzaghi: l’ex tecnico nerazzurro impostava la manovra sui lanci che il belga proteggeva, aprendo spazi per Lautaro e gli altri. Inzaghi cerca di manovrare di più, ma Lukaku gli sarebbe stato utilissimo lo stesso e non soltanto per far coppia con Lautaro: il 9 tornato dal Chelsea si sarebbe integrato bene con Dzeko trequartis­ta.

M

Monotonia (tattica) Ma davvero si può giocare soltanto con il 3-5-2? Per carità, il credo tattico di un allenatore va rispettato. Ma Inzaghi aveva più varietà tattica e di schemi nella Lazio. In nerazzurro non sono mancate situazioni di tre (difensori) contro una punta, nelle quali l’Inter ha concesso un uomo al centrocamp­o avversario. Non è la stessa cosa dire che un centrale avanza (tipo Toloi nell’Atalanta): un centrocamp­ista farebbe un lavoro diverso.

PPortieri Serviva una scelta prima. Spiace dover scrivere così di Handanovic, esempio di grande portiere e leader responsabi­le. Però negli ultimi tempi le sue prestazion­i sono state oscillanti e non sempre convincent­i. Detto che qualche riserva su Onana rimane, almeno ora c’è un titolare sicuro. Dai tempi del dualismo Galli/Tancredi al Mondiale ‘86, per fare un esempio italiano, due titolari in porta sono un problema (vedi Ospina/ Meret, Donnarumma/Navas...).

RRiserve Non all’altezza dei titolari. Sembra ovvio, ma undici titolari non bastano. Se Gagliardin­i, Gosens, Correa, Bellanova e (fin qui) Asllani non sono da prima squadra, anche Inzaghi non può inventarsi molto. Meglio Mkhitaryan, Darmian e Acerbi, quasi titolari. S

Sostituzio­ni Ammonito faceva rima con sostituito. Filosofia interessan­te ma, se esasperata, dannosa. Si fa fatica a immaginare che un profession­ista non possa gestire un’ammonizion­e nel corso dei 90’. Inzaghi invece ricorreva subito al cambio. La lettura sbagliata di molte sostituzio­ni, per ammissione dello stesso tecnico, ha sicurament­e influito su alcuni risultati, aggravando la classifica. T

Tunnel (psicologic­o) Da non sottovalut­are l’aspetto mentale. Per qualcuno l’Inter ha subito gli effetti della doppia “botta” che ha compromess­o uno scudetto che sembrava vinto: la doppietta di Giroud che, in quattro minuti, ha ribaltato il derby alla 24a e la sconfitta da incubo a Bologna, per la papera di Radu, nel recupero della 20°a. Qualcosa allora è cambiato.

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GETTY Triste Lautaro L’argentino Lautaro Martinez, 25 anni, è stato tra i più positivi della stagione con 6 gol in campionato e uno in Champions League, ma ha fallito l’ultima gara con la Juve sprecando una bella occasione
 ?? ?? Il dualismo Andrè Onana, titolare dopo il ballottagg­io con Handanovic
Il dualismo Andrè Onana, titolare dopo il ballottagg­io con Handanovic
 ?? GETTY ?? Grande assente Ivan Perisic, elemento chiave l’anno scorso
GETTY Grande assente Ivan Perisic, elemento chiave l’anno scorso
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