Lettere dalla crisi DIFESA FRAGILE MONOTONIA TATTICA CALO DI TANTI BIG COSÌ L’INTER STENTA
Ci sono anche i ko di Brozovic e Lukaku, l’addio di Perisic, la debolezza negli scontri diretti. E sono già 5 le sconfitte
ini-alfabeto tecnico-tattico della crisi dell’Inter. Avvio discreto, ma già cinque sconfitte (erano state quattro in tutto lo scorso campionato). Troppe. La ripartenza con Calhanoglu regista per Brozovic, il nuovo calo preoccupante. Il settimo posto. L’impressione che lo standard dell’ultimo anno sia piuttosto lontano.
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Asse A Barella mancava Calha? Per vedere quello vero è servita la mediana con il turco e Miki, finalmente area-area, concentrato, goleador come ai bei tempi. Per una decina di partite, però, la sua copia sbiadita ha impoverito il centro.
BBrozovic Com’è mancato nelle prime giornate. L’anno scorso l’Inter parlava croato: Brozovic e Perisic erano le chiavi di Inzaghi. Non è una grande stagione per il centrale: le prime sette partite di campionato a mezzo servizio, stanco, meno lucido e trascinatore, e i nerazzurri hanno perso in tre occasioni. L’infortunio in nazionale ha spinto Inzaghi ad arretrare Calha davanti alla difesa e l’Inter ci ha addirittura guadagnato, ma la falsa partenza si sente ancora. C
Confronti (diretti) Quando il gioco si fa duro, l’Inter ha problemi. In campionato ha perso quattro scontri diretti su quattro (Lazio, Milan, Roma e Juve). Dopo il Bologna è attesa da Atalanta e Napoli. Uno score preoccupante dal punto di vista dell’atteggiamento in campo oltre che della classifica. Stesso discorso in Champions o quasi: due ko con il Bayern, inversione di tendenza con il Barça. Ed è stato il doppio confronto con gli spagnoli a dare gli ottavi. D
Difesa C’era una volta il bunker nerazzurro. Skriniar insuperabile, Bastoni mobile e offensivo, in mezzo la regia di De Vrij. Già l’anno scorso qualche scricchiolio s’era avvertito. Quest’anno Skriniar è partito male, forse distratto da questioni contrattuali. Bastoni molle e involuto, al punto da essergli preferito Acerbi. De Vrij in difficoltà. Nelle ultime partite s’era rivista l’Inter compatta, ma con la Juve ritorno al passato. Potrebbe anche essere una questione di protezione difensiva.
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Esterni I sostituti non sono all’altezza. Hakimi e Perisic erano una coppia di attaccanti, altro che semplici esterni. L’Inter giocava con una linea a quattro impressionante per le difese rivali. Il croato, nella sua stagione migliore in nerazzurro, svolgeva una tripla fase, difensore, centrocampista e attaccante. Superiorità, cross, dribbling. Degli esterni sinistri schierati quest’anno, anche il migliore, Dimarco, non è paragonabile. Discorso simile per Dumfries a destra: a volte incursore verticale disturbante per le difese, ma meno continuo dell’Hakimi dello scudetto e facile preda di confusione nelle partite peggiori. L
Lukaku Dove sono i suoi gol? Lukaku è più giocatore da Conte che da Inzaghi: l’ex tecnico nerazzurro impostava la manovra sui lanci che il belga proteggeva, aprendo spazi per Lautaro e gli altri. Inzaghi cerca di manovrare di più, ma Lukaku gli sarebbe stato utilissimo lo stesso e non soltanto per far coppia con Lautaro: il 9 tornato dal Chelsea si sarebbe integrato bene con Dzeko trequartista.
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Monotonia (tattica) Ma davvero si può giocare soltanto con il 3-5-2? Per carità, il credo tattico di un allenatore va rispettato. Ma Inzaghi aveva più varietà tattica e di schemi nella Lazio. In nerazzurro non sono mancate situazioni di tre (difensori) contro una punta, nelle quali l’Inter ha concesso un uomo al centrocampo avversario. Non è la stessa cosa dire che un centrale avanza (tipo Toloi nell’Atalanta): un centrocampista farebbe un lavoro diverso.
PPortieri Serviva una scelta prima. Spiace dover scrivere così di Handanovic, esempio di grande portiere e leader responsabile. Però negli ultimi tempi le sue prestazioni sono state oscillanti e non sempre convincenti. Detto che qualche riserva su Onana rimane, almeno ora c’è un titolare sicuro. Dai tempi del dualismo Galli/Tancredi al Mondiale ‘86, per fare un esempio italiano, due titolari in porta sono un problema (vedi Ospina/ Meret, Donnarumma/Navas...).
RRiserve Non all’altezza dei titolari. Sembra ovvio, ma undici titolari non bastano. Se Gagliardini, Gosens, Correa, Bellanova e (fin qui) Asllani non sono da prima squadra, anche Inzaghi non può inventarsi molto. Meglio Mkhitaryan, Darmian e Acerbi, quasi titolari. S
Sostituzioni Ammonito faceva rima con sostituito. Filosofia interessante ma, se esasperata, dannosa. Si fa fatica a immaginare che un professionista non possa gestire un’ammonizione nel corso dei 90’. Inzaghi invece ricorreva subito al cambio. La lettura sbagliata di molte sostituzioni, per ammissione dello stesso tecnico, ha sicuramente influito su alcuni risultati, aggravando la classifica. T
Tunnel (psicologico) Da non sottovalutare l’aspetto mentale. Per qualcuno l’Inter ha subito gli effetti della doppia “botta” che ha compromesso uno scudetto che sembrava vinto: la doppietta di Giroud che, in quattro minuti, ha ribaltato il derby alla 24a e la sconfitta da incubo a Bologna, per la papera di Radu, nel recupero della 20°a. Qualcosa allora è cambiato.
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