ITALAZIO Da Zaccagni a Romagnoli vince il cuore tutto italiano
In questo campionato Sarri ha sempre iniziato le partite con almeno sei “azzurrabili” in campo. E i risultati si vedono
Il made in Italy è tornato di moda. Anche nel calcio, anche nelle squadre di Serie A. Domani sera all’Olimpico, nel match che chiuderà la quattordicesima giornata di campionato si affronteranno Lazio e Monza, le squadre più “italiane” di questa prima parte della stagione. Nelle formazioni iniziali che Sarri e Palladino (italiani pure loro, ovviamente) manderanno in campo i giocatori del nostro Paese dovrebbero essere 15-16 su 22, una specie di record visto l’andazzo delle ultime stagioni.
La svolta Per la Lazio si tratta di una vera e propria svolta, che non è avvenuta casualmente, ma è stata pensata, progettata e infine realizzata dalla società su suggerimento del tecnico Sarri. Per il cui tipo di calcio avere più giocatori che parlino la stessa lingua è fondamentale. In estate sono così arrivati i vari Casale, Romagnoli, Provedel e Cancellieri che si sono aggiunti agli italiani che erano già di stanza a Formello, da Immobile a Lazzari, passando per Cataldi (che nella Lazio è cresciuto) e Zaccagni. Il risultato è stato che nelle prime tredici giornate di campionato la squadra di Sarri ha sempre iniziato le partite con almeno cinque giocatori italiani, ma più spesso sono stati sei, in un caso addirittura sette. Nel derby erano cinque, ma solo perché mancava capitan Immobile. Domani contro il Monza saranno almeno cinque, ma potrebbero essere di nuovo sei. Non perché Immobile rientri (l’attaccante potrebbe andare in panchina, è però più probabile che ritorni direttamente domenica a Torino), ma perché dall’inizio nel tridente ci sarà Matteo Cancellieri. Una mossa suggerita sia dalle non perfette condizioni di Pedro (risentimento a un polpaccio) sia dalla buona prova fornita dall’ex Verona nel finale del derby. Non è tuttavia sicuro che giochi Romagnoli, Sarri potrebbe farlo riposare (al suo posto giocherebbe Patric).
Valore aggiunto La ritrovata italianità della Lazio si sta rivelando un vero e proprio valore aggiunto per la formazione biancoceleste. In particolare in difesa, che non a caso è il reparto dove il dialogo tra i giocatori e tra questi e l’allenatore è più importante. E infatti quattro quinti della retroguardia (includendo anche il portiere) sono made in Italy: Provedel tra i pali, Lazzari, Casale, Romagnoli e l’«infiltrato» Marusic davanti a lui. Quest’ultimo, peraltro, è alla sua sesta stagione in Serie A ed è quindi da considerare “italianizzato”. Come, del resto, la maggior parte degli stranieri presenti nella rosa della Lazio. Milinkovic, per dire, è all’ottava stagione in biancoceleste. Come Patric. Luis Alberto è alla settima. Hysaj e Radu sono arrivati in Italia nel 2008, quattordici anni fa. Vecino è invece nel nostro campionato da dieci anni.
Le scelte In estate il tecnico ha insistito col club per avere anche Casale, Provedel e Cancellieri
Spogliatoio unito Oltre agli evidenti risvolti positivi che ci sono in campo nel parlare tutti (italiani reali e acquisiti) la stessa lingua, una rosa a tinte tricolori è un indubbio vantaggio anche all’interno dello spogliatoio per tenere compatto il gruppo. Uno degli aspetti che caratterizzano maggiormente la Lazio in questa stagione è proprio l’armonia che si respira all’interno della squadra, negli allenamenti, ma anche quando si gioca, nonostante le inevitabili tensioni legate alla partita da affrontare. Una serenità e una unità d’intenti che ovviamente possono realizzarsi pure con uno spogliatoio pieno di stranieri, ma che è più facile da perseguire con un nucleo di italiani. La svolta italianista della Lazio dovrebbe ora tradursi in una massiccia presenza di giocatori biancocelesti nelle prossime convocazioni del c.t. della Nazionale Mancini. Già nell’ultima tornata di convocazioni, per gli impegni di Nations League a settembre, erano stati tre i laziali convocati (Immobile, Cancellieri e Provedel). Per i prossimi appuntamenti degli azzurri (amichevoli con Albania e Austria il 16 e il 20 novembre) sperano in una chiamata pure Lazzari, Zaccagni, Romagnoli, Cataldi e Casale.