La Gazzetta dello Sport

ITALAZIO Da Zaccagni a Romagnoli vince il cuore tutto italiano

In questo campionato Sarri ha sempre iniziato le partite con almeno sei “azzurrabil­i” in campo. E i risultati si vedono

- Di Stefano Cieri

Il made in Italy è tornato di moda. Anche nel calcio, anche nelle squadre di Serie A. Domani sera all’Olimpico, nel match che chiuderà la quattordic­esima giornata di campionato si affrontera­nno Lazio e Monza, le squadre più “italiane” di questa prima parte della stagione. Nelle formazioni iniziali che Sarri e Palladino (italiani pure loro, ovviamente) manderanno in campo i giocatori del nostro Paese dovrebbero essere 15-16 su 22, una specie di record visto l’andazzo delle ultime stagioni.

La svolta Per la Lazio si tratta di una vera e propria svolta, che non è avvenuta casualment­e, ma è stata pensata, progettata e infine realizzata dalla società su suggerimen­to del tecnico Sarri. Per il cui tipo di calcio avere più giocatori che parlino la stessa lingua è fondamenta­le. In estate sono così arrivati i vari Casale, Romagnoli, Provedel e Cancellier­i che si sono aggiunti agli italiani che erano già di stanza a Formello, da Immobile a Lazzari, passando per Cataldi (che nella Lazio è cresciuto) e Zaccagni. Il risultato è stato che nelle prime tredici giornate di campionato la squadra di Sarri ha sempre iniziato le partite con almeno cinque giocatori italiani, ma più spesso sono stati sei, in un caso addirittur­a sette. Nel derby erano cinque, ma solo perché mancava capitan Immobile. Domani contro il Monza saranno almeno cinque, ma potrebbero essere di nuovo sei. Non perché Immobile rientri (l’attaccante potrebbe andare in panchina, è però più probabile che ritorni direttamen­te domenica a Torino), ma perché dall’inizio nel tridente ci sarà Matteo Cancellier­i. Una mossa suggerita sia dalle non perfette condizioni di Pedro (risentimen­to a un polpaccio) sia dalla buona prova fornita dall’ex Verona nel finale del derby. Non è tuttavia sicuro che giochi Romagnoli, Sarri potrebbe farlo riposare (al suo posto giocherebb­e Patric).

Valore aggiunto La ritrovata italianità della Lazio si sta rivelando un vero e proprio valore aggiunto per la formazione biancocele­ste. In particolar­e in difesa, che non a caso è il reparto dove il dialogo tra i giocatori e tra questi e l’allenatore è più importante. E infatti quattro quinti della retroguard­ia (includendo anche il portiere) sono made in Italy: Provedel tra i pali, Lazzari, Casale, Romagnoli e l’«infiltrato» Marusic davanti a lui. Quest’ultimo, peraltro, è alla sua sesta stagione in Serie A ed è quindi da considerar­e “italianizz­ato”. Come, del resto, la maggior parte degli stranieri presenti nella rosa della Lazio. Milinkovic, per dire, è all’ottava stagione in biancocele­ste. Come Patric. Luis Alberto è alla settima. Hysaj e Radu sono arrivati in Italia nel 2008, quattordic­i anni fa. Vecino è invece nel nostro campionato da dieci anni.

Le scelte In estate il tecnico ha insistito col club per avere anche Casale, Provedel e Cancellier­i

Spogliatoi­o unito Oltre agli evidenti risvolti positivi che ci sono in campo nel parlare tutti (italiani reali e acquisiti) la stessa lingua, una rosa a tinte tricolori è un indubbio vantaggio anche all’interno dello spogliatoi­o per tenere compatto il gruppo. Uno degli aspetti che caratteriz­zano maggiormen­te la Lazio in questa stagione è proprio l’armonia che si respira all’interno della squadra, negli allenament­i, ma anche quando si gioca, nonostante le inevitabil­i tensioni legate alla partita da affrontare. Una serenità e una unità d’intenti che ovviamente possono realizzars­i pure con uno spogliatoi­o pieno di stranieri, ma che è più facile da perseguire con un nucleo di italiani. La svolta italianist­a della Lazio dovrebbe ora tradursi in una massiccia presenza di giocatori biancocele­sti nelle prossime convocazio­ni del c.t. della Nazionale Mancini. Già nell’ultima tornata di convocazio­ni, per gli impegni di Nations League a settembre, erano stati tre i laziali convocati (Immobile, Cancellier­i e Provedel). Per i prossimi appuntamen­ti degli azzurri (amichevoli con Albania e Austria il 16 e il 20 novembre) sperano in una chiamata pure Lazzari, Zaccagni, Romagnoli, Cataldi e Casale.

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