La Gazzetta dello Sport

Difese, rimbalzi, duelli Ecco dove si decide il derby Milano-Virtus

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no mancherà il più forte uomogara: Shavon Shields, l’Anguilla di Assago, per non parlare dei missili di Billy Baron e Gigi Datome (influenza). La Virtus ha i due veterani ex Nba: Marco Belinelli e Milos Teodosic. No, non hanno più 40’ nelle gambe. Ma danno ciò che gli allenatori chiamano “minuti di qualità”. Dare spazio a loro non è consigliab­ile. Però il problema è questo: se raddoppi su un genio come Teodosic, lui è anche un passatore devastante. Occhio a Daniel Hackett della Virtus, che può far vin

con un canestro, fallo subito, sfondament­o preso, rimbalzo, assist o un tuffo per una palla vagante. Per l’Olimpia? Lo stesso discorso vale per Tonut. Anche Isiah Cordinier sta rendendo molto: punti, rimbalzi, passaggi. Ma sono proprio le ali della Virtus che dovranno darsi da fare per i rimbalzi. Poi, Iffe Lundberg finora è stato determinan­te in attacco. Ricci deve fare il suo lavoro sporco, alla Vittorio Gallinari, per intenderci. Guardie? Che duello azzurro fra Paiola e Tonut. La Virtus deve trovare una difesa per Nazareth MitrouLong, reduce da un infortunio ma una macchina da canestri sempre. Non ci sarà Mannion che va subito in Nazionale. E poi le panchine. Ettore Messina (Milano) e Sergio Scariolo (Virtus) sono anche loro uno spot per il basket italiano. Averli in Italia, dopo i successi all’estero, rovescia la tendenza della fuga dei cervelli (detto “brain drain” in americano). Sono destinati entrambi alla Hall of Fame negli Usa. Oggi i loro cervelli faranno fumo come due locomotive.

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