Barelli punito: stop di due anni «Ricorrerò, è un’infamia»
Il presidente federale sospeso dalla Fina: «Ha violato molteplici regole»
Non più una sospensione provvisoria, ma una vera e propria sentenza: Paolo Barelli non potrà avere nessun ruolo nel mondo del nuoto per due anni. Lo ha deciso la commissione etica della Fina al termine dell’inchiesta sull’ormai ex presidente della Federnuoto, recentemente rieletto deputato nella fila di Forza Italia. Durissima la reazione del dirigente italiano: «Una sentenza infamante, ricorrerò alla Corte Arbitrale dello Sport e vincerò». In base alla decisione del comitato etico indipendente della Fina, Barelli da statuto Fin e da principi informatori del Coni, sarà costretto a dimettersi. Il suo ruolo era fino a ieri «congelato» in attesa del pronunciamento definitivo e in federazione la reggenza era stata affidata in queste settimane al vicepresidente Andrea Pieri.
Le accuse «Mi aspetto che anche il Coni, evidente parte in causa di questa vicenda, si schieri chiaramente a difesa di un dirigente e una federazione che hanno portato risultati di gestione e sportivi a tutti noti e che stanno subendo un chiaro ed inaccettabile attacco», ha detto ancora ieri sera Barelli. In realtà è proprio dal Coni che nasce la vicenda, o meglio una parte della vicenda. Le accuse a Barelli si riferiscono infatti a due diversi capitoli e questo fa dire ai «saggi» del comitato etico che ci «sono state molteplici violazioni delle regole». Il primo fronte è quello che riguarda le «doppie fatturazioni» dei lavori alle piscine del Foro Italico, nato proprio da un esposto del Coni presentato nel 2014 come «atto dovuto» e che è stato una delle puntate dello storico antagonismo fra il presidente Fin di allora e il presidente del Coni Giovanni Malagò. La Corte dei Conti ha infatti recentemente condannato Barelli al risarcimento smentendo l’archiviazione in sede penale. L’altro ramo delle accuse confermate dal panel etico della Fina riguarda un contratto riguardante proprio gli Europei di Roma del grande raccolto azzurro, sottoscritto fra la Len (la federazione europea peraltro a lungo presieduta dallo stesso Barelli) e la Fin, che avrebbe ricevuto un vantaggio illecito «fra i 500 mila e il milione e mezzo di euro».
«Vincerò» Barelli, che aveva denunciato ripetuti violazioni del suo diritto di difendersi e che non ha potuto farlo in un vero e proprio processo, è pronto a dare battaglia. Appena appresa la notizia dei due anni di stop ha annunciato: «Mi oppongo ad una sentenza ovviamente non definitiva, priva di fondamento, assurda, infamante e con che ha evidenti ripercussioni sulla mia attività negli ambiti sportivo e politico e di conseguenza sull’intero movimento. Una decisione che si basa su denunce millantate che perseguono chiari scopi politici e personali». Il riferimento è evidentemente allo scontro che ha visto Barelli soccombere in sede mondiale ed europea anche per le denunce dell’ex presidente Len e Fin, Bartolo Consolo.
Nel merito Quindi l’ex presidente entrato nel merito della questione: «Tutto nasce dalle accuse mosse dal Coni alla Federnuoto nel gennaio 2014 con oggetto i rimborsi per lavori agli impianti natatori del Foro Italico. I procedimenti attivati dal Coni in sede penale sono stati definitivamente archiviati nel 2016, perché non sono stati ravvisati reati e perché, come scritto dal giudice, è stata svolta una corretta attività amministrativa da parte della federazione. Dopo l’ulteriore esposto alla Corte dei Conti da parte di Coni Servizi, la medesima Corte ha proceduto all’archiviazione in primo grado a cui è seguito un ricorso che ha prodotto una sentenza in appello che imputa a entrambe le parti il pagamento all’erario. Ritenuta inappropriata la decisione in appello, è stata presentata fin dal mese di agosto la richiesta di revocazione alla medesima Corte che ha già portato il 18 ottobre scorso alla sospensione della sentenza di secondo grado, privandone gli effetti». Quanto al contratto e alla successiva integrazione tra la Lega Europea e la Federnuoto per l’organizzazione dei campionati europei di quest’estate in un periodo di pandemia ha spiegato: «Il neo presidente della Lega Europea ha riconosciuto la piena validità dell’accordo, pertanto non vi è alcun motivo di conflitto tra le parti».
La difesa
Il dirigente romano ritiene di essere stato preso di mira per scopi politici e personali