La Gazzetta dello Sport

Motta amaro: «Sul secondo gol il fallo è inesistent­e»

Il rossoblù: «L’episodio ha inciso anche perché non è la prima volta Ma non possiamo farci condiziona­re»

- Di Filippo Conticello MILANO

Se si potesse giudicare solo il famoso “approccio alla partita”, Thiago Motta se ne tornerebbe in Emilia contento e beato per quella ventina di minuti scarsi in cui il Bologna ha fatto tremare San Siro. Peccato che, in una partita, di minuti ce ne sono altri 70 e che il tabellone del suo vecchio stadio lampeggi come fosse finito il primo set: 6-1. Il tecnico del Bologna,

tripletist­a sempre amato in casa Inter, alla fine ha ammesso le sue colpe, ma ha trovato pure il modo pure di lanciare una frecciata velenosa all’arbitro Colombo. «L’inizio è stato ottimo, siamo entrati bene in partita, ma tutto il resto è responsabi­lità mia… – ha ammesso -. Alla fine non possiamo perdere la testa con episodi che sono successi nel primo tempo. Capisco i giocatori, perché stare in campo a queste condizioni, è difficile ma dobbiamo continuare la partita». Si riferiva al fischio su Lautaro che ha portato alla punizione di Dimarco, dopo la quale il Bologna si è dato malato: «Per voi era punizione? – ha chiesto provocator­iamente in conferenza stampa - Per me non era punizione, chiarissim­o… Questo episodio l’ha cambiata tantissimo: un fallo inesistent­e e prendiamo il secondo gol… Sicurament­e ha inciso anche perché non è la prima volta, ma una squadra come la nostra non può farsi condiziona­re così».

Ora il Sassuolo Anche in un naufragio come questo, occorre comunque cercare qua e là qualcosa di positivo a cui appendersi disperatam­ente. Thiago Motta lo ha identifica­to in Orsolini, che ha costruito il gol dell’illusione, anche se il tocco definitivo è della schiena di Lykogianni­s: «Riccardo l’ho visto bene, non solo in partita ma negli allenament­i. Nelle altre gare è subentrato, stavolta è stata una partita molto difficile per tutti. Dopo il 2-1, non solo lui ha sofferto: abbiamo perso un po’ il filo del gioco e la concentraz­ione. Sono contento, però, perché lui mette una buona attitudine e capiamo quello che ci può dare in avanti». Nel mirino, però, restano i suoi due cambi all’intervallo (fuori Lucumì e Medel per i disastrosi Sosa e Moro) che, anziché raddrizzar­e la nave, l’hanno mandata a picco: «Gary era nervoso, ma è un giocatore d’esperienza, deve gestire meglio certe situazioni – ha continuato

Thiago -. Ma io con quelle sostituzio­ni non ho voluto dare nessun messaggio per la prossima partita. Noi non vogliamo perdere, soprattutt­o non come abbiamo fatto stavolta. Non mi passa neanche in testa di pensare alla prossima. Da adesso sì, penso al Sassuolo e penso che fortunatam­ente la giochiamo subito». Un ultimo messaggio, però, per la “sua” Inter, a distanza siderale (11 punti) dal Napoli tritatutto, ma ancora in gioco a sentire Motta: «Per me può rimontare, ha grande qualità e sicurament­e lotterà fino alla fine».

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ANSA Pensieri Thiago Motta, 40 anni, ottava partita al Bologna

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