Milan 49 milioni MERCATO IN OMBRA DE KETELAERE E I SUOI FRATELLI PER ORA STECCANO
L’ex Bruges è scivolato indietro nelle gerarchie, Origi centravanti ha fatto flop E quante incognite, da Adli a Vranckx
Il passato insegna, ma il presente va a ripetizione. E se il momento del Milan fosse una foto di classe, i nuovi arrivati starebbero all’ultima fila: De Ketelaere e i suoi fratelli in fondo e con la faccia un po’ così, Giroud e i soliti noti sorridenti in prima linea. Certo, la storia recente del Milan ricorda che fiducia e pazienza sono ingredienti preziosi quasi quanto le somme investite per costruire una squadra vincente, ma il ritardo dei rinforzi estivi rispetto al resto della squadra si accumula e il momento si presta a qualche riflessione. Fino a ora, il rendimento è al di sotto delle aspettative (mentre il Napoli vola con Kvaratskhelia &Co.): quanto incide sulla corsa del Milan?
Né gol né fantasia Fatta eccezione per Pobega, rientrato alla base dopo i prestiti del passato, a Milanello questa estate sono sbarcati in sei, costati 49 milioni al netto dei bonus: in ordine crescente di spesa, Origi, Dest, Vranckx, Thiaw, Adli (acquistato nel 2021 dal Bordeaux ma lasciato in prestito in Francia per un anno) e De Ketelaere. Un giocatore di esperienza e cinque under 23. Due difensori, due centrocampisti e due punte: lecito aspettarsi un contributo di gol e assist da più della metà degli acquisti. Invece il conto è fermo a un gol (Origi al Monza) e due assist (ancora Origi col Monza e De Ketelaere col Bologna). Troppo poco per chi, sulla carta, avrebbe dovuto offrire nuove soluzioni offensive e magari trascinare: nei piani di Pioli, l’ex Liverpool avrebbe dovuto fungere da alternativa di Giroud “alla pari” del francese e l’ex Bruges avrebbe dovuto finalmente sciogliere il nodo trequartista, aggiungendo verticalità, inserimenti e gol in una zona cruciale. A Cremona è arrivata l’ennesima smentita dei fatti. Origi, titolare per forza (Giroud era squalificato), ha sbagliato tutto il possibile, confermandosi allergico al gol — solo due volte in doppia cifra in 11 stagioni, mai in campionato — e soprattutto ancora poco legato alla manovra: Pioli gli rinnova la fiducia da un mese (Divock è partito dal 1’ per 4 gare di fila), ma lui non decolla. Per De Ketelaere va pure peggio: allo Zini ha iniziato in panchina per la quinta volta consecutiva in A e le belle giocate dei primissimi tempi sono evaporate sotto il peso della pressione, e magari anche dei 32 milioni sborsati dal Milan. «Dimentichiamoci quanto è stato pagato», ha detto Pioli. Il punto è che il CDK di oggi, senza gol ormai da 7 mesi, appare una copia sbiadita del talento scintillante ammirato ad agosto. Mentre fatica a trovare le coordinate, poi, gli altri sorpassano: Diaz, eroe con la Juve, e Krunic, in gol col Salisburgo, hanno riscritto le gerarchie. E il Mondiale in Qatar è in bilico: oggi il c.t. Martinez annuncerà la lista, CDK rischia.
Le incognite Dalle parti di De Ketelaere si muove anche Adli, invocato a furor di popolo nelle prime settimane di questo 202223, dopo il colpo di fulmine estivo con i tifosi: l’eleganza sfoggiata in precampionato, però, ha lasciato presto il posto all’impalpabilità di quando si è cominciato a fare sul serio. Il franco-algerino ha avuto la sua chance da titolare, a Verona, ma l’ha sprecata. E il futuro è un punto di domanda: il Milan lo aspetterà o lo farà maturare altrove con un prestito? In prestito sono arrivati Vranckx e Dest, risorse per mediana e fascia. Fin qui, però, poche tracce degne di nota: il belga ha avuto pochissimo spazio anche perché escluso dalla lista Champions (con Adli e Thiaw), l’americano si è fermato per un problema muscolare dopo una partenza non certo travolgente.
La sorpresa A Cremona, mentre Origi arrancava da vice-Giroud, Malick Thiaw ha farcito di personalità il suo debutto da titolare, guadagnandosi i complimenti di Kjaer. Una conferma dopo i due salvataggi in 7 minuti al Bentegodi. Con gente come Kjaer, Tomori e Kalulu davanti, strappare spazio resta complicato, ma la strada è quella giusta. Perché la pazienza aiuta, specie con i giovani (Leao, Tonali...), ma se qualcuno mette il turbo come Thiaw ci guadagnano tutti. Anche il Milan dello scudetto, che oggi corre meno dell’anno scorso.