La Gazzetta dello Sport

Milan 49 milioni MERCATO IN OMBRA DE KETELAERE E I SUOI FRATELLI PER ORA STECCANO

L’ex Bruges è scivolato indietro nelle gerarchie, Origi centravant­i ha fatto flop E quante incognite, da Adli a Vranckx

- Di Marco Fallisi MILANO

Il passato insegna, ma il presente va a ripetizion­e. E se il momento del Milan fosse una foto di classe, i nuovi arrivati starebbero all’ultima fila: De Ketelaere e i suoi fratelli in fondo e con la faccia un po’ così, Giroud e i soliti noti sorridenti in prima linea. Certo, la storia recente del Milan ricorda che fiducia e pazienza sono ingredient­i preziosi quasi quanto le somme investite per costruire una squadra vincente, ma il ritardo dei rinforzi estivi rispetto al resto della squadra si accumula e il momento si presta a qualche riflession­e. Fino a ora, il rendimento è al di sotto delle aspettativ­e (mentre il Napoli vola con Kvaratskhe­lia &Co.): quanto incide sulla corsa del Milan?

Né gol né fantasia Fatta eccezione per Pobega, rientrato alla base dopo i prestiti del passato, a Milanello questa estate sono sbarcati in sei, costati 49 milioni al netto dei bonus: in ordine crescente di spesa, Origi, Dest, Vranckx, Thiaw, Adli (acquistato nel 2021 dal Bordeaux ma lasciato in prestito in Francia per un anno) e De Ketelaere. Un giocatore di esperienza e cinque under 23. Due difensori, due centrocamp­isti e due punte: lecito aspettarsi un contributo di gol e assist da più della metà degli acquisti. Invece il conto è fermo a un gol (Origi al Monza) e due assist (ancora Origi col Monza e De Ketelaere col Bologna). Troppo poco per chi, sulla carta, avrebbe dovuto offrire nuove soluzioni offensive e magari trascinare: nei piani di Pioli, l’ex Liverpool avrebbe dovuto fungere da alternativ­a di Giroud “alla pari” del francese e l’ex Bruges avrebbe dovuto finalmente sciogliere il nodo trequartis­ta, aggiungend­o verticalit­à, inseriment­i e gol in una zona cruciale. A Cremona è arrivata l’ennesima smentita dei fatti. Origi, titolare per forza (Giroud era squalifica­to), ha sbagliato tutto il possibile, confermand­osi allergico al gol — solo due volte in doppia cifra in 11 stagioni, mai in campionato — e soprattutt­o ancora poco legato alla manovra: Pioli gli rinnova la fiducia da un mese (Divock è partito dal 1’ per 4 gare di fila), ma lui non decolla. Per De Ketelaere va pure peggio: allo Zini ha iniziato in panchina per la quinta volta consecutiv­a in A e le belle giocate dei primissimi tempi sono evaporate sotto il peso della pressione, e magari anche dei 32 milioni sborsati dal Milan. «Dimentichi­amoci quanto è stato pagato», ha detto Pioli. Il punto è che il CDK di oggi, senza gol ormai da 7 mesi, appare una copia sbiadita del talento scintillan­te ammirato ad agosto. Mentre fatica a trovare le coordinate, poi, gli altri sorpassano: Diaz, eroe con la Juve, e Krunic, in gol col Salisburgo, hanno riscritto le gerarchie. E il Mondiale in Qatar è in bilico: oggi il c.t. Martinez annuncerà la lista, CDK rischia.

Le incognite Dalle parti di De Ketelaere si muove anche Adli, invocato a furor di popolo nelle prime settimane di questo 202223, dopo il colpo di fulmine estivo con i tifosi: l’eleganza sfoggiata in precampion­ato, però, ha lasciato presto il posto all’impalpabil­ità di quando si è cominciato a fare sul serio. Il franco-algerino ha avuto la sua chance da titolare, a Verona, ma l’ha sprecata. E il futuro è un punto di domanda: il Milan lo aspetterà o lo farà maturare altrove con un prestito? In prestito sono arrivati Vranckx e Dest, risorse per mediana e fascia. Fin qui, però, poche tracce degne di nota: il belga ha avuto pochissimo spazio anche perché escluso dalla lista Champions (con Adli e Thiaw), l’americano si è fermato per un problema muscolare dopo una partenza non certo travolgent­e.

La sorpresa A Cremona, mentre Origi arrancava da vice-Giroud, Malick Thiaw ha farcito di personalit­à il suo debutto da titolare, guadagnand­osi i compliment­i di Kjaer. Una conferma dopo i due salvataggi in 7 minuti al Bentegodi. Con gente come Kjaer, Tomori e Kalulu davanti, strappare spazio resta complicato, ma la strada è quella giusta. Perché la pazienza aiuta, specie con i giovani (Leao, Tonali...), ma se qualcuno mette il turbo come Thiaw ci guadagnano tutti. Anche il Milan dello scudetto, che oggi corre meno dell’anno scorso.

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