La Gazzetta dello Sport

Gravina: «I cori? Ferita lacerante non solo per lo sport»

Il presidente della Figc: «Contro gli atti di discrimina­zione serve repression­e e prevenzion­e. Con l’aiuto dei club»

- Di Elisabetta Esposito ROMA

Mentre la Procura federale porta avanti il supplement­o di indagini sui cori antisemiti della Curva Nord della Lazio al termine del derby, così come richiesto dal Giudice Sportivo, il comportame­nto di alcune frange estreme delle tifoserie continua a far discutere. Ieri ne ha parlato anche il presidente della Federcalci­o Gabriele Gravina. Dei gravi fatti di domenica all’Olimpico gli è rimasta negli occhi un’immagine precisa: «I ragazzini di 12-13 anni che festeggian­o intonando quei cori beceri mi riempiono di tristezza». E ancora: «Quello che è avvenuto negli stadi, soprattutt­o qui a Roma, con atti di discrimina­zione razziale e territoria­le, è una ferita lacerante, non solo nel mondo dello sport ma nella socialità tutta. Certi fenomeni si contrastan­o con forme di repression­e, educazione e soprattutt­o prevenzion­e. Come Federazion­e abbiamo un ottimo rapporto con la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e stiamo cercando di costruire insieme dei percorsi formativi di massima collaboraz­ione». Quindi un appello a tutti i club: «Stiamo chiedendo massima collaboraz­ione, anche attraverso le nostre norme, alle società affinché identifich­ino i soggetti responsabi­li per punirli doverosame­nte».

Passi indietro Del resto i valori sono al centro del percorso del calcio italiano che sta portando avanti il presidente, presente ieri all’inaugurazi­one della mostra “La Storia siamo noi” che porta a Roma (al Salone d’Onore del Coni, ingresso gratuito, oggi ultimo giorno) preziosi cimeli dei 112 anni di storia azzurra: «Siamo qui per riconoscer­e il valore della memoria, sono le radici su cui far crescere l’albero dei valori di questo movimento», ha ribadito. Mentre il padrone di casa, Giovanni Malagò, è tornato sui cori della Nord: «Non posso che accodarmi a quanto già espresso dalle autorità del calcio. Spesso si fanno tanti passi indietro rispetto ai buoni presuppost­i che il mondo del pallone continua a vantare». All’evento, che ha visto la partecipaz­ione degli ex presidenti federali Carraro, Matarrese e Abete, c’era pure il numero uno della Lega Serie A Lorenzo Casini. Sui cori aveva già detto la sua («Le norme ci sono, gli strumenti per sanzionare anche, per migliorare davvero è fondamenta­le partire dai bambini»), ieri ha parlato di riforme, annunciand­o che «per metà dicembre avremo un manifesto di proposte da presentare in Federazion­e. Playoff e playout? È un discorso complesso, con i suoi pro e contro ed effetti sulla regular season. La Serie A sarebbe il primo dei campionati top ad averli, ma il calcio è anche fatto di tradizione, servono analisi serie dal punto di vista finanziari­o e dell’impatto su tutte le squadre».

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ANSA Numero uno Gabriele Gravina, 69 anni, dal 2018 guida la Figc

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