Toh, l’Inter forse ha imparato a reagire Oggi la Juve attacca la zona Champions
C’era un solo modo per ripartire dopo la brutta sconfitta con la Juve e le polemiche che hanno fatto friggere la Pinetina nei giorni successivi: urlare una vittoria a squarciagola. L’Inter lo ha fatto, prendendo a pallate il Bologna per un set: 6-1. Non sono stati rimessi insieme i cocci, perché il Napoli resta una cosa lontana 11 punti, ma intanto Inzaghi si è coricato al quarto posto, dopo aver sorpassato Roma ed Atalanta che hanno messo insieme un punto in due. Il Milan, fermato a Cremona, dista solo 3 punti. Oggi la Juve può tornare avanti e la Lazio allungare, ma, a quest’altezza della stagione, la classifica, soggetta a ribaltoni settimanali, conta fino a un certo punto. Contava di più ritrovare sensazioni speciali per ripartire e l’Inter le ha trovate. Più ancora della goleada è significativo un dato: tutte le volte che è andata sotto in campionato, non ha mai recuperato. Questa volta lo ha fatto, in modo rabbioso. Dopo il gollonzo di Lykogiannis, con le tossine in corpo della sconfitta di domenica, l’Inter avrebbe potuto perdersi. Il Bologna, tra l’altro, ricordava la sconfitta più iconica dello scudetto perso lo scorso anno (Radu). Questa volta i nerazzurri hanno reagito, come non hanno fatto allo Stadium. Di colpo l’Inter si è trasformata in un antico Real Madrid. Dzeko, a 20 anni di distanza, ha girato il remake del meraviglioso gol di Zidane al Leverkusen, nella finale di Champions 2002: palla a candela e girata al volo. Dimarco, doppietta esplosiva, sembrava Roberto Carlos.
In gol anche Gosens: tre reti sgorgate a sinistra, per medicare la nostalgia di Perisic. Tutto bello, tutto facile. L’Inter è salito a 31 gol segnati, solo 3 in meno del luna-park Napoli.
Ma l’ottima prestazione non può essere un punto d’arrivo. Domenica c’è un incrocio torrido, con l’Atalanta, che sarà furiosa per le due sconfitte
messe in fila. A 11 punti dal Napoli, l’Inter non può permettersi altri scivoloni e deve imporsi ciò che non mai avuto: continuità. A differenza dell’Inter, Roma e Atalanta non sono riuscite invece a ripartire forte dopo le cadute con Lazio e Napoli e hanno sprecato l’occasione per accorciare sul Milan, che ha frenato a
Cremona. All’85’ i giallorossi erano ancora in vantaggio grazie al gol del ritrovato Abraham, ma si sono fatti raggiungere da un bel guizzo di Pinamonti. Risultato onesto, la solita Roma dal gioco affannato aveva fatto poco per il meritarsi il bottino pieno, il Sassuolo ha tirato di più in porta (7-4), ma a 5’ dal 90’ era in vantaggio e si è fatta
sfilare i 3 punti. Non solo. Mourinho, nel dopo-partita, ha agitato le acque, già mosse dopo il derby perso. Se nei giorni scorsi, Mou, che ha vezzi da Padreterno, aveva difeso la pecorella smarrita nel derby (Ibanez), stavolta ha denunciato un Giuda nel cenacolo giallorosso: «Un giocatore mi ha tradito». Gli indizi portano a
Karsdorp. Il caso avvelenerà l’aria a Trigoria. In due partite l’entusiasmo dell’ambiente si è caricato di elettricità negativa. Toccherà a Mou ritrasformare l’acqua in vino. L’Atalanta ha fatto ancora peggio. Brutta, sotto ritmo, molle, irriconoscibile, è stata sconfitta da un Lecce orgoglioso. La preoccupazione dello scontro diretto contro l’Inter di domenica prossima ha suggerito a Gasperini un turnover apparso sinceramente esagerato. D’accordo che la Dea ha conoscenze tali che garantiscono un’identità a prescindere dai protagonisti, ma cambiarne 9 su 11 non è più turnover, ma un tiro di dadi. Magari non Ruggeri, Zortea e Soopy tutti insieme; forse, all’inizio, serviva l’esperienza di Toloi e Koopmeiners per tenere le fila. Anche il Milan ha pagato il turnover a Cremona, ma anche con Sassuolo e Torino. La sensazione è che solo il Napoli possa permetterselo senza scottarsi. E così, l’Atalanta, che avrebbe potuto agganciare il Milan al secondo posto, è stata agganciata dall’Inter e stasera può ritrovarsi sesta, scavalcata dalla Juve e staccata dalla Lazio. Milan, Roma, Atalanta: non ha vinto nessuno. Il Napoli scopre di avere tanti amici. Ma anche la Juve che oggi, con un balzo al Bentegodi, può ritrovarsi in zona Champions, a due punti dal Milan e, forse, della Lazio. Il Napoli, per ora, che crea gioco come nessuno, che fa allegro turnover e conserva l’euforia dell’ambiente, senza trasformare il vino in acqua, è un cielo irraggiungibile.