«Credo in Gir Oud»
«SA CIÒ CHE VOGLIO CONTA VINCERE»
I
n Qatar Didier Deschamps si porta un po’ d’Italia, per difendere il titolo in un Mondiale atipico. A cominciare dall’assenza degli azzurri. «Un peccato – spiega il c.t. dei Bleus in esclusiva alla Gazzetta -, per me tutte le grandi nazioni dovrebbero esserci. Purtroppo non c’è l’Italia. So cosa vuol dire: l’ho vissuto due volte di fila da calciatore».
3 A Doha si porta Giroud: l’hanno convinta i gol o la mentalità?
«Sa ciò che voglio da lui. La sua situazione è cambiata rispetto all’Europeo, ma ho fiducia in lui per ciò che fa in campo e fuori. I gol non sono determinanti, la decisione era presa da un po’. Considero che sia meglio per la Francia che sia con noi. Tutti vorrebbero essere titolari, ma il gruppo è più importante».
3Non
ce l’ha fatta Maignan. «Purtroppo non poteva essere operativo in tempo, senza bruciare le tappe. A volte la maglia può pesare, ma ha avuto sfortuna con l’infortunio delicato al polpaccio. Da lunedì ho bisogno di giocatori pronti a focalizzarsi sul Mondiale».
3Senza Pogba e Kanté tocca a Rabiot: una bella occasione al di là dei problemi della Juve?
«Con noi si è già affermato da tempo ai massimi livelli. Non entro nel dibattito dei ruoli che ricopre in club o sui problemi della Juve. Adrien è un grande giocatore d’esperienza, di equilibrio, come ama considerarsi. Conto molto su di lui».
3Altra
certezza Theo Hernandez, da terzino moderno?
«Si valutano troppo i terzini su assist e gol, ma restano dei difensori. A Theo chiedo di fare quel che fa molto bene al Milan: ha ottime doti di cross e tiro, propende per l’attacco, va equilibrato con piccoli aggiustamenti, come fa con Pioli».
3 L’Italia fuori da campione d’Europa in carica: come si spiega?
Il c.t. francese: «Rabiot porta equilibrio, Theo cross e tiro. L’Italia fuori? Non lo spiego, l’Europeo è stato però meritato»
«Non si spiega, ma non per questo non avete meritato l’Europeo. Non mi metto nei panni di
Mancini, ho già abbastanza problemi, ma è davvero triste che non ci sia l’Italia».
3E’
un paradosso che poi l’Italia si sia qualificata per la fase finale di Nations League?
«E’ la legge del calcio. Reagire è sempre positivo: dopo l’eliminazione dall’Europeo abbiamo vinto la Nations. Ma a scegliere, sono sicuro che Mancini avrebbe preferito il Mondiale».
3Vantaggi e svantaggi di un Mondiale in autunno, senza preparazione?
«In Brasile avevamo 28 giorni di ritiro, 24 in Russia, quest’anno una settimana. Non è ragionevole. I giocatori arrivano meno stanchi, ma rischiano più infortuni perché hanno giocato ogni tre giorni. Non ci sono viaggi da fare ma non ci alleniamo dove si gioca». 3Riesce a godersi il momento, nonostante le polemiche sul Qatar?
«Da c.t. non c’è nulla di più bello di un Mondiale, ma non ignoro il contesto, senza dimenticare quello dei Mondiali in Russia e Brasile. C’è più attenzione mediatica, ma il torneo è stato assegnato più di 10 anni fa. La Federazione ha chiesto garanzie sui lavoratori nel nostro campo base ma rimaniamo ospiti di un Paese organizzatore».
3Molti giocatori sembrano meno coinvolti.
«Il calcio è un mondo a parte, ma molti miei giocatori sono impegnati nel sociale. Non impedirò a nessuno di esprimersi, anche se c’è sempre il rischio che siano malintesi soprattutto su temi così complessi. Nessuno fa l’unanimità, ma partecipare non significa sottoscrivere».
3Difficile gestire pure gli scandali in Federazione, il caso Paul Pogba, con la storia del marabutto pagato contro Mbappé. «Quella del marabutto è una bufala e Paul è vittima di un tentativo di estorsione. Il clima non è sereno, ma può far bene: in genere se i francesi si sentono troppo sicuri, falliscono. Anche se poi è meglio non esagerare...».
3Lei ha il contratto in scadenza e il presidente le chiede almeno la semifinale.
«Non è un problema, non penso al futuro. Finora non è andata male. Serve adattarsi, evolvere. Motivazione e determinazione sono intatte. Rimango pragmatico e punto a passare il girone. Poi ogni gara sarà una ghigliottina».
3Solo Vittorio Pozzo ha vinto due Mondiali di fila. Le piacerebbe fare altrettanto? «Il mio obiettivo non è la gloria, ma vincere. Ma si va per tappe. E alla fine vince solo una squadra».
3Non le piacerebbe allenare in Serie A, ormai meno scontata?
«Oggi non ci penso, ma è vero che è un torneo più omogeneo, molto competitivo, con qualche sorpresa in funzione delle difficoltà di certe grandi squadre. Un po’ come la Premier League».
3Nel
2018 il vostro baricentro era a centrocampo. Oggi è spostato sull’attacco.
«A centrocampo abbiamo comunque giocatori di gran qualità. Mbappé e Benzema ti fanno vincere con i gol, ma dipendono pure loro dal collettivo. Servono solidità e equilibrio di squadra. Anche per questo Griezmann è prezioso. Insomma, non mi lamento».