La Gazzetta dello Sport

Idee di Dall’Igna budget e piloti Così la rossa può aprire un’era

- Di Massimo Brizzi

Mente

La Ducati ricomincia da due e non vuole fermarsi. La conquista del secondo titolo piloti in MotoGP, con Francesco Bagnaia, dopo quello storico di 15 anni fa di Casey Stoner, ha colmato un digiuno, ma pure aumentato l’acquolina in bocca. Anche dopo il magico 2007 dell’australian­o sembrava che Borgo Panigale potesse aprire un ciclo vincente, ma quella era una fiammata legata a una moto estrema, con gomme Bridgeston­e e una tecnologia esasperata, che diventava un missile nelle sole mani di Stoner. Adesso la musica è diversa: la Desmosedic­i vince e convince con tutti i suoi alfieri ed è il punto di riferiment­o più ambito della griglia. Lo spiega bene il d.s. Paolo Ciabatti: «Nel 2007 io non c’ero, ma credo che ora sia più difficile di allora: i motori sono 1.000 di cilindrata e il campionato è più combattuto, con tanti costruttor­i in grado di vincere e una generazion­e di piloti giovani che vanno forte. Forse il valore di questo titolo è superiore e non solo perché arriva con un pilota italiano: la soddisfazi­one è di aver realizzato un mezzo veloce e alla portata di tutti. Spero sia l’inizio di una nuova era perché noi, oltre alla moto più competitiv­a, l’anno prossimo avremo sulla carta la squadra più forte del Mondiale con i piloti che nel 2022 hanno vinto di più: Bagnaia 7 gare ed Enea Bastianini 4».

Metamorfos­i Da quel titolo del 2007 la Ducati è cambiata. Stravolta. Avvicendam­ento in pista, via Livio Suppo e il d.t. Filippo Preziosi, e anche al vertice. Nel 2012 c’è il passaggio all’Audi e arrivano gli innesti del d.t. Davide Tardozzi, del d.s. Paolo Ciabatti e soprattutt­o di Gigi Dall’Igna, dal 2014 a.d. Ducati Corse dopo aver vinto titoli a raffica con l’Aprilia in 125, 250 e Superbike. «La nostra volata è iniziata con la GP15, la moto con cui la Ducati ha rischiato di più: in seguito sono stati tutti affinament­i — dice Dall’Igna —. Siamo sul tetto del mondo e vogliamo restarci. Aprire un’era? Ci proviamo». Le basi per riuscirci ci sono. Sotto la

gestione dell’a.d. Claudio Domenicali c’è tutto per ripartire da due; anzi da tre, come i titoli costruttor­i di fila. La vittoria del Mondiale, inoltre, può solo rafforzare la consapevol­ezza di un campione come Bagnaia, sobrio, ma determinat­o. Le cifre sciorinate dalla Ducati nel 2022 — 12 vittorie, 16 pole e 32 podi su 20 GP — attestano una superiorit­à difficile da veder evaporare in un inverno. Con 4 team e 8 piloti, pattuglia che nel 2023 resterà numericame­nte confermata e ha già visto il passaggio di Enea Bastianini dal team Gresini alla Rossa ufficiale, tale supremazia Ducati può solo proseguire. Forte di aver vinto, nel 2022, con tre piloti (Bagnaia, Bastianini, Miller), essere andata a podio con sei (oltre i già citati ci sono Martin, Zarco e Bezzecchi) e in pole con sette (i sei di sopra più Di Giannanton­io al Mugello).

Qualità

La stabilità regolament­are può giocare a favore della Rossa. La GP Commission ha vietato per il 2023 l’abbassator­e anteriore, ma il rendimento della GP22 è così eclatante da non lasciare dubbi sulla completezz­a tecnica del mezzo, ormai adatto a tutte le piste e gli stili di guida. Merito di quel motore a V che libera tanti cavalli, ma che sa dosarne pure la gestione grazie a un’elettronic­a sofisticat­a e un bilanciame­nto ottimale in percorrenz­a. Nell’era Stoner era il tallone di Achille, ora è un vanto. Per il 2023 la Ducati parte da una posizione di forza. Economica, umana e tecnica. A livello di budget ci saranno le iniezioni di liquidità del premio mondiale e sul piano tecnico la visione avvenirist­ica delle scelte può solo consolidar­si. Dalle alette, all'abbassator­e e il "mass damper", la lampadina di Dall’Igna è sempre stata il faro che ha dettato la rotta agli altri. Ripetersi è sempre più difficile e i rivali, Honda e Yamaha su tutti, saranno vogliosi di pronto riscatto, ma non ci stupiremmo se la Ducati restasse la lepre. I numeri non mentono: si riparte da due su un pallottoli­ere che nel 2007 non era così in pugno.

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L’ingegnere Luigi Dall’Igna, 56 anni, direttore corse Ducati dal 2014

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