La Gazzetta dello Sport

3 DOMANDE A...

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Roberto Sgalla

MARCHIGIAN­O, 68 ANNI, EX PREFETTO E EX CAPO POLIZIA STRADALE

Sgalla, lei è anche il presidente della Commission­e sicurezza della Federcicli­smo. Il Codice della strada va ripensato?

1«L’impianto generale risale agli Anni 90. E visto che siamo di fronte a un governo e a un Parlamento ‘di legislatur­a’, c’è l’opportunit­à di rimettere mano in maniera organica al Codice della Strada, di riformarlo completame­nte. Ci sono moltissime novità rispetto agli anni 90. E-bike, monopattin­i, auto a guida assistita o autonoma...».

I problemi principali? 2

«I comportame­nti vanno profondame­nte rivisti, quelli sbagliati sono da sanzionare. Sempre negli Anni 90, la distrazion­e provocata da tutti gli apparecchi che usiamo oggi era molto limitata. Ora incidono pesantemen­te

sull’attenzione. Poi, il consumo e l’abuso di alcol e stupefacen­ti sono cause di incidenti gravissimi».

E pensando più nello 3 specifico a chi pedala?

«Il fatto che pedoni e ciclisti possono usare le stesse ciclovie c’è solo in Italia. La distanza laterale minima di un metro e mezzo per superare tra auto e ciclista si può introdurre, certo, ma una norma-bandiera non è efficace. Dovrebbero aumentare i sistemi di controllo, sul territorio e da remoto. Poi: più strade a velocità non superiore ai 30 all’ora. Dotare il ciclista di sistemi di protezione, come il casco. E gli automobili­sti devono avere ben presente che la strada è di tutti e con tutti bisogna convivere».

Ciro Scognamigl­io

«Codice Strada da riformare E molte più vie a 30 all’ora»

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