La Gazzetta dello Sport

La ritmica e gli abusi Vanessa “in pedana” «Basta questi orrori»

La n. 1 dell’artistica: «Ho avuto dei problemi alimentari ma mi hanno aiutata e sono guarita»

- Di Claudio Lenzi

Silenzio, parla Vanessa Ferrari. La più grande “farfalla” della ginnastica artistica, storico oro mondiale all-around a soli 15 anni e argento olimpico nel corpo libero alle ultime Olimpiadi di Tokyo, interviene in soccorso delle altre farfalle, quella della ritmica, nel giorno in cui gli abusi, i maltrattam­enti e le violenze verbali sono sbarcati alla Procura Federale di Roma con le audizioni delle prime due ex atlete che hanno trovato il coraggio di denunciare, Nina Corradini e Anna Basta. Vanessa, una carriera in equilibrio tra gli infortuni e la forma fisica, tra l'incubo del peso e l’ossessione della leggerezza, aveva già portato alla luce l'incantesim­o e i demoni di una vita plasmata dalla ginnastica nel libro autobiogra­fico "Effetto farfalla" del 2015: con un lungo intervento sui propri canali social lo ha voluto ribadire.

Il post «Quando sono comparse le prime notizie sulle denunce, da parte dei ginnasti di ritmica e aerobica, non sono rimasta affatto sorpresa - scrive la campioness­a di Orzinuovi -.

All’alba dei 32 anni (li compie oggi, ndr), di cui 25 passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative. Mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori. (...) Conosco perfettame­nte questi aspetti, l'ho detto piu volte, come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari e all’età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire. Quindi invito chiunque ne soffra a farsi aiutare perché é davvero fondamenta­le. (...) Crediamo a quello che è stato denunciato e siamo vicini a tutti voi, lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato, vengono le persone e la loro salute. Quindi faccio appello all'umanità delle persone perché penso che debba esserci un confine netto tra severità in ottica di disciplina e cattiveria. Detto ciò, non sto cercando colpevoli e probabilme­nte nel profondo le persone non cambierann­o mai, ma parlandone costanteme­nte e denunciand­o tempestiva­mente spero che si possa far ragionare chi commette queste azioni e scegliere il modo migliore di agire - è l'augurio della Ferrari -. Concludo invitando a non demonizzar­e la ginnastica, non è prendendo le distanze da un ambiente che le cose cambiano, perché la ginnastica è un mondo magnifico benché complesso, quindi non rendiamolo ancora piu difficile, sta a noi il compito di proteggerl­o».

Ora Desio Intanto la macchina della giustizia sportiva si è messa in moto. La federginna­stica, colpita dalla vicenda, ha istituito un safeguardi­ng office con il compito di raccoglier­e le testimonia­nze di altre ragazze e ragazzi venuti allo scoperto dopo i racconti di Corradini e Basta. Il procurator­e Michele Rossetti, inoltre, il 17 novembre andrà all'Accademia di Desio, ora commissari­ata, per ascoltare le ginnaste e quindi le allenatric­i, inclusa la direttrice tecnica della Nazionale e artefice dell'esplosione del fenomeno Farfalle, Emanuela Maccarani. Un percorso sostenuto dai due ministri dello Sport, Andrea Abodi, e delle Pari Opportunit­à, Eugenia Roccella, che in una nota congiunta hanno voluto ribadire «il contrasto e soprattutt­o la prevenzion­e rispetto a situazioni di questo tipo. Nessun traguardo agonistico può giustifica­re l'idea che si possa infrangere il limite del rispetto personale».

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