Mai bella, sempre vincente: la Juve è lassù Dopo il Mondiale può essere l’anti Napoli
Al minuto 93 Allegri si piega sulle ginocchia, vicino alla panchina, e chiude gli occhi. Sembra un bimbo spaventato di fronte a un film horror; in realtà non ha il coraggio di osservare Simone Verdi, ala spenta del Verona ultimo in classifica, mentre calcia una punizione dal limite dell’area. È l’immagine di questa Juve spesso bruttarella e sempre vincente: non guardarsi troppo attorno, incrociare le dita, non prendere gol e salire in classifica (magari tra le polemiche, come accaduto stavolta per le proteste dei veneti). Passo dopo passo, vittoria dopo vittoria - quelle consecutive sono diventate cinque - i bianconeri si sono arrampicati fino alla zona Champions. Ora sono quarti, se domenica batteranno anche la Lazio saranno almeno terzi (e potrebbero diventare addirittura secondi nel caso in cui il Milan non superi la Fiorentina). Se pensiamo a dov’era la Juve un mese fa, prima del derby, c’è quasi da non crederci. Da allora ha superato Inter, Roma, Atalanta e Udinese, guadagnando su di loro rispettivamente tre, otto, nove e undici punti, e ha messo nel mirino Milan e Lazio, sulle quali ne ha recuperati cinque ciascuna.
In un’intervista alla Gazzetta, Tardelli ha dichiarato che l’anti Napoli, se mai in questo campionato ce ne sarà una, potrebbe essere proprio la Juve. È una visione che acquista sempre più consistenza, anche perché nel 2023 Allegri presumibilmente recupererà giocatori che fanno la differenza: Pogba, Chiesa e Vlahovic, oltre a Di Maria e Paredes i quali a Verona hanno fatto una breve passerella in punta di piedi (la loro esibizione è sembrata soprattutto un riscaldamento pre-Mondiale). Cinque uomini di livello internazionale, in grado di trasformare una squadra che vince a fatica in una corazzata. È invece un’arma a doppio taglio la retrocessione in Europa League: un vantaggio o uno svantaggio per la Juve nella corsa allo scudetto? La competizione è meno impegnativa rispetto alla Champions sul piano tecnico ed è anche meno prestigiosa; non è impossibile, insomma, ipotizzare che in coppa Allegri decida di risparmiare le energie di qualche stella. Nello stesso tempo l’Europa League ha un turno in più e si gioca di giovedì, un fastidio maggiore per la gestione delle trasferte e per il recupero psicofisico.
Fatto sta che la Juve, con la sua difesa imperforabile (non prende gol da 5 gare, l’ultimo glielo ha segnato il Milan l’8 ottobre), ha posto le basi per sperare nella rimonta. O quanto meno per sognarla. Poi è chiaro che c’è il Napoli con il quale fare i conti: un problema enorme, perché Spalletti continua a volare senza tentennamenti. La Juve in campionato ha vinto cinque partite di fila, gli azzurri il doppio; i bianconeri sono saliti a 28 punti in classifica, sette in più rispetto allo scorso anno, ma la capolista è avanti dieci lunghezze.
E allora, come fare ad avvicinare la formazione che finora è stata la padrona indiscussa della Serie A? Di sicuro per la Juve non saranno ammessi altri passi falsi, a cominciare dalla partita contro la Lazio; inoltre Allegri può puntare sui due scontri diretti con il Napoli, il primo dei quali il 13 gennaio, per ridurre il distacco. Non è una tabella, non è neppure un progetto di rimonta. È un’idea che sta là, in un angolo della mente. Nel 2023 comincerà un altro campionato, nel quale gli equilibri potrebbero essere rimessi in discussione da una folle sosta lunga 50 giorni. E la Juve vuole farsi trovare pronta per approfittare di qualsiasi sconvolgimento dei valori.