L’incubo di Zazzeri
«Riparto da zero ma non dimentico la grande paura...»
Il 4 settembre lo shock anafilattico: «Da allora non nuoto più, ma il mio sport mi salverà»
Imesi orribili vissuti dal velocista (e artista) del nuoto: Lorenzo Zazzeri, detto Zazzart. Una cena, uno svenimento per shock anafilattico, l’ambulanza, il ricovero. Le conseguenze e il complicato ritorno alla normalità. Quella notte - era il 4 settembre - del grande spavento a Olbia, mentre era in vacanza, quei momenti da incubo si stanno lentamente dissolvendo per il fiorentino vice campione olimpico, in attesa di poter avere il via libera dai medici e di riprendere a sprintare nella piscina di Bellariva. Il peggio sembra ormai passato per Lorenzo, che ricorda: «Ho mangiato qualcosa che mi ha fatto star male».
Stop fatica In ospedale, gli esami hanno riscontrato valori nel suo sangue un po’ alterati. Si sono resi necessari accertamenti cardiaci e precauzionalmente da quel momento il fiorentino di Coverciano non ha più potuto allenarsi. Niente sforzi fisici, ma solo una serie prolungata di esami e terapie. Lunedì a Roma dopo il Collare d’oro avrà un consulto al campus biomedico del Coni insieme ai medici federali, dirà quando potrà tornare alla normalità in acqua: perché fuori dall’acqua, Zazzart già è tornato alla sua routine quotidiana. Ma senza sport non è la stessa cosa. Era la prima volta che Lorenzo faceva i conti con lo shock anafilattico. «Sapevo di essere allergico alla polvere, ma mai nulla a livello alimentare: un prodotto ha innescato questa reazione allergica.
Sì, mi sono spaventato». E adesso? «Sto facendo terapia, mi sento bene fisicamente: se potessi nuoterei ma prima devo sentire i pareri degli esperti. Voglio tornare in acqua sereno, senza preoccupazioni di nessun tipo. La scorsa settimana sono stato dal nutrizionista per avere un dato scientifico certo e capire da dove ripartire e come reagirò». Lorenzo in questo stop prolungato ha perso circa 5 chili di massa muscolare e 3 di peso (ai Giochi era 85 kg): «È il primo intoppo in 10 anni, in una carriera ci può stare, ora la vedo in modo incoraggiante. L’allenatore Paolo Palchetti sa cosa farmi fare per la ripresa, ho grandi capacità di recupero. Dovrò faticare all’inzio molti mesi, sarà tosta per ritrovare i miei tempi. Ma l’allenamento non mi preoccupa». E se si guarda indietro, Zazzart ammette che se «proprio mi doveva succedere è stato meglio adesso, perché nel 2024 c’e l’Olimpiade. Dalle difficoltà bisogna cogliere qualità oltre la performance: quando tutto va bene è facile cavalcare l’onda, vincere». È sorretto da tanta forza mentale: «La prendo con filosofia, mi forgerò nel carattere: un’esperienza che mi renderà
più forte. La parte mentale è stata la più difficile». Ma chi gli sta vicino è rimasto sorpreso e meravigliato dalla «calma, freddezza, pazienza e razionalità con cui ho affrontato questi momenti».
Certezze Momenti e giornate senza certezze: «Non è solo la difficoltà a stare fermo, ma il non sapere quando ricominci. Ora va meglio, dovrò solo stabilire la linea da seguire, monitorare la situazione». Gli azzurri sono alle gare tricolori di Riccione e lui no: «Ho parlato con Miressi e Frigo, mi dispiacerà non essere ai Mondiali di Melbourne, avrei potuto far bene, spero che i compagni vadano forte anche senza di me. Ho seguito Chalmers e Grousset, vedere che vanno bene mi fa agitare un po’. Vorrei essere in acqua per migliorare ma ritroverò le energie». Così è l’extra-nuoto a consolare Zazzart: «Ho dipinto, disegnato: mi sono iscritto all’Accademia di Belle Arti dopo la laurea in Scienza motorie. Sì, ho iniziato un percorso artistico e sto lavorando ad una serie di dipinti sulle piscine: sento il richiamo e la malinconia dell’acqua. Sto facendo studi sulla rappresentazione della luce nell’acqua delle piscine, il mio ambiente. Poi vado in moto, viaggio nei weekend, andrò alla Biennale di Venezia. Ma la vita senza la passione principale mi destabilizza. Mi aiuta a distrarmi per ripartire più carico: sono emotivamente azzerato. Non ci sono danni ma è stata una bella batosta».