Il filosofo greco
uattro anni fa, un biondino greco dal nome complicato sollevava a Milano la grande X di cristallo, trofeo delle Next Gen Atp Finals. Stefanos Tsitsipas era un ragazzino riflessivo, silenzioso, appassionato di viaggi e di fotografia e capace, appena un anno dopo, di diventare campione delle Finals dei grandi, ancora oggi il titolo più importante della carriera. È cresciuto, è cambiato, si è evoluto, ha superato polemiche, è andato a un passo dal vincere uno Slam ma non ci è ancora riuscito. Il 2022 è trascorso senza squilli. Eppure Stefanos Tsitsipas arriva alle Nitto Atp Finals di Torino con la possibilità di diventare numero uno del mondo. Il greco, ora al terzo posto del ranking, ha vinto più partite di tutti in questa stagione, addirittura 60. Ha bissato il successo a Montecarlo e ha conquistato il 250 di Maiorca, unici titoli della stagione. Nella passata edizione, la prima a Torino, ha dovuto ritirarsi per correre a operarsi al gomito. Ieri si è allenato con Rafa Nadal, l’altro aspirante al trono mondiale (anche se nessuno dei due vuole dirlo apertamente) e quest’anno la festa vuole godersela fino in fondo.
3Stefanos, a Milano si stanno giocando le Next Gen Atp Finals di cui lei è stato campione quattro anni fa. Quanta strada da allora...
«Tantissima strada anche se guardandomi indietro il tempo è davvero volato. Ero un ragazzino, sono arrivato a Milano con la mia videocamera, con mio padre. Vincere poi è stato importante, mi ha dato fiducia, consapevolezza che ero sulla strada giusta».
3E
ora che persona è Stefanos Tsitsipas?
«Un uomo prima ancora che un giocatore di tennis. Una persona che ama profondamente il proprio lavoro e la propria famiglia, una persona autentica che non ha paura di mostrarsi con tutti i propri pregi e i propri difetti».
3E come tennista?
«Naturalmente più esperto, più aggressivo, con più fiducia nei miei mezzi. Mi sento cresciuto e maturato sia nella tattica che nella tecnica. Non si smette mai di evolvere, bisogna sempre cercare di migliorarsi ed è anche un po' il bello di questo mestiere».
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Le Finals le ha già vinte, ed è stato il suo traguardo più importante. L’anno scorso non ha potuto andare avanti nel torneo per operarsi al gomito, alla quarta partecipazione però può puntare al numero 1. Sarebbe un bel modo di chiudere il 2022.
«La prima cosa che mi auguro da queste Finals è arrivare fino in fondo in salute e competere al massimo. Siamo gli otto migliori della stagione, non ci sono match facili e ognuno di noi ha la propria motivazione extra per arrivare in fondo da campione. Certo, chiudere al numero 1 sarebbe straordinario, ma c’è anche Nadal che può farcela».
3Quando vinse le Finals nel 2019 sulla sua strada battè anche Roger Federer. In Laver Cup ha vissuto da vicino il suo ritiro e abbiamo visto un’immagine
in cui dorme accanto alla sua racchetta.
«È stato un momento storico, ci siamo emozionati tutti moltissimo. Roger è stato importante per il nostro sport e per noi che lo giochiamo. Ha portato il tennis a un livello superiore e così gli ho chiesto se potesse darmi una delle sue racchette».
è molto legato alla sua famiglia, suo padre è il suo allenatore, sua mamma è stata una tennista, i suoi fratelli giocano a tennis e vedono lei come un esempio da seguire. Una bella responsabilità.
«Lo è, ma è anche molto bello essere l’esempio per i tuoi fratelli. Parliamo molto, cerco di dargli consigli perché sono il più grande, quello più esperto nel tennis e sarebbe bellissimo un giorno poter disputare un’Olim
A Torino Stefanos, già vincitore nel 2019, può salire in cima al ranking «Orgoglioso delle mie radici culturali, vorrei continuare il lavoro dei nostri antenati»
piade con uno di loro, magari in un doppio».
3Va anche molto fiero del suo Paese, la Grecia, che rappresenterà insieme a Maria Sakkari nella United Cup, la competizione a squadre che inaugurerà la stagione 2023 in Australia. «Sì penso sarà una bella occasione per il tennis greco e avere Maria in squadra è fantastico. Lei è molto forte, ha una grande personalità. Abbiamo una bella squadra che potrà fare esperienza, ci sarà anche mio fratello Petros».
3Ormai non ha più tempo per viaggiare, ricordiamo i suoi reportage dall’Islanda, dall’Oman, è un esperto videomaker.
«La pandemia purtroppo ha limitato la possibilità di viaggiare ma molto presto vi porterò di nuovo in viaggio con me. L’Oman è l’ultima grande esperienza che ho fatto, e mi è rimasto nel cuore. Il deserto, la gente così aperta e amichevole. E comunque nella off season ho organizzato qualcosa insieme alla mia famiglia ma ancora non gli ho rivelato dove. È un segreto».
3“Sto
con quelli che preferiscono il fuoco”, “Ognuno di noi può imparare dal meteo, lui non si cura delle critiche”. Sui social dispensa pillole di saggezza e aforismi. Vuole diventare il filosofo del tennis?
«Cerco di mantenere la tradizione del mio Paese. Sono molto orgoglioso delle mie radici culturali e vorrei in qualche modo continuare il lavoro che i nostri antenati hanno fatto per aiutare il mondo a progredire e a crescere. Nel mio piccolo e rincorrendo una pallina gialla in giro per il mondo...». Stefanos, il filosofo con la racchetta.