La Gazzetta dello Sport

IL MARADONA CANTA 11 VITTORIE DI FILA MA L’UDINESE ALLA FINE FA PAURA

Nuovo messaggio scudetto: tris di Osimhen, Zielinski, Elmas, poi il black out Ora le big devono rispondere

- Di G.B. Olivero INVIATO A NAPOLI

iao a tutti, appuntamen­to a gennaio. La Compagnia di Luciano Spalletti chiude gli spettacoli del 2022 tra molti applausi e qualche brivido. Anche ieri la recita del Napoli è stata divertente: meno scintillan­te di altre, ma sempre convincent­e per il modo in cui i giocatori recitano alla perfezione il copione e sono padroni del palcosceni­co. Contro l’Udinese c’è stato un solo problema: la capolista ha fatto calare il sipario con una mezzoretta di anticipo concedendo ai bianconeri di riaprire nel finale una partita già archiviata. Un errore di leggerezza più che di presunzion­e e magari anche un segnale di stanchezza mentale per il lunghissim­o ciclo di incontri ravvicinat­i. Non è un caso che sia successo qualcosa di simile a quanto accadde ad Anfield: lì la concentraz­ione crollò quando fu chiaro che il Liverpool non avrebbe più

potuto conquistar­e il primo posto nel girone di Champions, ieri gli azzurri hanno considerat­o chiusa la sfida dopo la terza rete. Il secondo indizio non rappresent­a ancora una prova, ma deve far riflettere Spalletti e tutto il gruppo: una squadra matura per lo scudetto (e questa lo è, senza dubbio) non deve ripetere due

volte in poco tempo lo stesso errore. Però bisogna riconoscer­e che per un’ora il Napoli ha controllat­o a piacimento anche l’Udinese, che non è più la bella squadra di settembre ma ha ancora linee di gioco gradevoli e aveva iniziato l’incontro con discreta personalit­à. E così, in un Maradona caldissimo, è arrivato l’undicesimo successo consecutiv­o. Oggi è attesa la risposta di Milan, Lazio, Juve, Inter, Atalanta e Roma. Nella peggiore delle ipotesi il vantaggio sulla seconda sarà di otto punti: visto dal Golfo il campionato è ancora lunghissim­o, visto dagli inseguitor­i è sempre più corto, l’unica certezza oggettiva è che il Napoli finora è stato dominante.

Svolta immediata

Ieri l’Udinese ha provato a sorprender­e gli azzurri con qualche rapida ripartenza nei primi minuti e Meret è stato bravo a schermare l’ispiratiss­imo Deulofeu. Però due episodi ravvicinat­i hanno indirizzat­o la gara: prima il gol di

Osimhen su cross di Elmas, schierato nuovamente al posto di Kvaratskhe­lia, e poi l’infortunio proprio di Deulofeu, sostituito al 26’ da Success. L’uscita dello spagnolo ha spento l’Udinese e il Napoli ha gestito la sfida alzando i ritmi solo a tratti, capitalizz­ando al massimo le occasioni (nel primo tempo due tiri nello

e due gol) e facendo girare benissimo il pallone grazie a una clamorosa superiorit­à a centrocamp­o. Il raddoppio di Zielinski ha evidenziat­o la spietata bellezza del Napoli, arrivato con quattro passaggi da un’area all’altra: azione aperta e chiusa dal polacco con la collaboraz­ione di Osimhen (scatto e tacco) e di Lozano (lancio). Sembra tutto facile quando lo fa il Napoli ed è questo che entusiasma: Spalletti sta proponendo un calcio meraviglio­so in cui tutti i giocatori si trovano e si incastrano alla perfezione come se ogni azione fosse un puzzle composto in quel momento. Nella manovra del primo gol ci sono tre azzurri inspecchio

torno al vertice sinistro dell’area di rigore (Elmas, Zielinski e Olivera): in quella situazione avrebbero potuto crossare, fare un triangolo, verticaliz­zare in area. Era davvero difficile prevedere la giocata e Elmas, nel suo perfetto travestime­nto da Kvaratskhe­lia, ha effettuato un traversone morbidissi­mo per Osimhen. A inizio ripresa, poi, lo stesso Elmas ha segnato sfruttando un ottimo movimento di Osimhen che ha aperto una prateria per il macedone, servito da Anguissa. Elmas si è concesso il lusso di un dribbling in velocità e di un controllo di suola prima del tiro: Kvara non c’era, ma non se n’è accorto nessuno.

Il blackout Da quel momento il Napoli si è distratto, ha perso la magia di squadra sempre connessa e i giocatori hanno cominciato a godersi gli applausi dei tifosi e a cercare gloria personale. L’Udinese, che ha un bilancio di cinque pareggi e due sconfitte nelle ultime sette partite, ne ha approfitta­to sfruttando la distrazion­e di Kim e segnando con Nestorovsk­i e Samardzic, ma il Napoli ha saputo evitare la beffa diventando la seconda squadra della storia a vincere almeno 13 delle prime 15 partite di campionato. Nel finale ha un po’ sorpreso l’immobilism­o di Spalletti, poco reattivo nel trovare una chiave per riattaccar­e la spina alla sua squadra. Nella stessa situazione Allegri si sarebbe tolto il cappotto e anche qualche altro indumento, lui invece è rimasto impassibil­e e non ha fatto alcun cambio di giocatori (aveva ancora uno slot) o di modulo. Al blackout penserà durante la sosta, per adesso sembra un problema marginale. Quello vero ce l’hanno gli altri allenatori: l’unico modo per fermare il Napoli è bloccare il campionato.

La situazione Senza Kvara, la stella è Elmas. Azzurri in vacanza: il 2023 si aprirà contro l’Inter

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 ?? GETTY ?? Osi in cielo Il gol di testa di Osimhen che apre la sfida con l’Udinese
GETTY Osi in cielo Il gol di testa di Osimhen che apre la sfida con l’Udinese
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