Napoli show, ma il campionato è vivo Milano e Juve, tre indizi fanno una prova
Il campionato lascia il posto al Mondiale, ma già ne sentiamo nostalgia e non vediamo l'ora che riparta. Perché è vero che le prime quindici giornate sono state all'insegna di un Napoli show capace di spaventare tutti con i suoi numeri (41 punti, +8 sul Milan secondo, 11 vittorie consecutive, zero sconfitte, 37 gol fatti, +25 di differenza reti), ma è altrettanto vero che il campionato è ancora vivo e chi insegue non molla (Milan), cresce (Juve), riparte (Inter). Tre vittorie ieri: tre indizi che fanno una prova. Il Napoli al rientro troverà squadre che ancora ci credono: non possono più sbagliare, certo, ma sono convinte di poter rimontare. Il 4 gennaio alla ripresa Spalletti andrà a San Siro contro l'Inter, poi Samp in casa e quindi al Maradona il 13 arriverà la Juve. Nei due scontri diretti da dentro o fuori si capirà molto. Anche perché il Milan incontrerà al rientro Salernitana, Roma e Lecce e potrebbe accorciare.
La squadra di Pioli, un po’ stanca, ci sta abituando a vittorie in extremis: con lo Spezia ha risolto all’89’ Giroud, ieri è stato un autogol di Milenkovic al 91’ a regalare tre punti, un premio voluto ma un po’ eccessivo, visto che un paio di minuti prima Tomori ha salvato sulla linea il 2-1 dei viola. La Fiorentina ha giocato a viso aperto, potevano vincere entrambe, lo ha fatto il Milan che ha faticato nelle ultime partite ma è riuscito a resistere. Dovrà ritrovare però una maggiore efficacia offensiva e
l’apporto dei nuovi acquisti, finora deludenti.
Chi sta crescendo senza sosta è la Juve, che vince e non prende gol da sei partite. Il 3-0 alla Lazio è un risultato eclatante, forse un po’ troppo largo, ma mai stato in discussione. Difesa solidissima (appena sette gol subiti) e attacco letale come vuole Allegri, la Juve ha ritrovato il suo Dna e anche il gioco ora è più convincente anche se non è spettacolare. La sosta arriva nel momento
migliore dei bianconeri, ma permetterà il definitivo recupero degli infortunati. Torneranno Vlahovic e Pogba, sarà cresciuto Chiesa. Rispetto alle altre big la vera Juve ancora non si è vista ed è la squadra con i maggiori margini di crescita. Aver avuto tanti problemi nella fase iniziale ha permesso - o forse costretto Allegri a schierare giovani che hanno fatto esperienza, brillando spesso. Max si ritrova così una rosa molto più lunga fatta di big e baby di talento che potrà sfruttare nelle tre competizioni avviando un turnover senza subire troppi contraccolpi. È la Juve oggi, tra le inseguitrici del Napoli, quella che sembra più convinta delle proprie chance. L’Inter ha vinto ieri una partita fondamentale a Bergamo. Dzeko a 36 anni, come Giroud nel Milan, sta stupendo e meritando a suon di gol il rinnovo di contratto. E' grazie a lui se la pesante assenza di Lukaku in alcune partite come ieri si è sentita meno. Non avesse battuto la Dea, limitando le ambizioni di Gasperini, sarebbe stato quasi impossibile coltivare ancora chance di rimonta. Con Romelu a gennaio, Inzaghi riavrà l'uomo in più.
La Lazio di Sarri nonostante abbia gli stessi punti dei nerazzurri e non rinunci mai al gioco resta una candidata per la zona Champions ma non sembra nelle condizioni di sognare di più.
Chi a forza di partite deludenti sta perdendo terreno è la Roma. Anche ieri per i primi settanta minuti zero idee e zero tiri in porta come è spesso accaduto quest'anno. Torino che ha dominato e avrebbe potuto raddoppiare. Dybala, di un'altra categoria rispetto ai suoi compagni, ha riacceso la fiamma e conquistato il pareggio quasi da solo. Quando non c’è un’idea di gioco, l'assenza di un campione pesa ancora di più. Mourinho alla quindicesima giornata ha tre punti in meno della Roma di Fonseca. Se alcuni giocatori stanno deludendo, che dire del tecnico?