La Gazzetta dello Sport

Arbitri SI CAMBIA

Figc, caso D’Onofrio: domani convocato un consiglio d’urgenza Dopo l’arresto per droga del procurator­e Aia sul tavolo la riforma del sistema giudiziari­o

- Di Elisabetta Esposito ROMA

Impossibil­e cancellare la macchia, ma quantomeno si può fare tutto il possibile per far sì che non ci si sporchi più. E che chi l’ha creata paghi. L’arresto per traffico internazio­nale di droga dell’ormai ex procurator­e capo dell’Aia Rosario D’Onofrio continua a scuotere il sistema calcistico italiano. E si tenta in ogni modo di limitare i danni, «per tutelare come ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina dopo aver appreso la notizia - la reputazion­e del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale».

Riforma sul tavolo Due dunque le mosse di ieri, altra giornata di telefonate preoccupat­e e colloqui intensi. La prima è la convocazio­ne per domani mattina di un Consiglio federale d’urgenza per discutere dello sconcertan­te caso D’Onofrio. Lo ha voluto proprio Gravina, per un’opportuna «riflession­e politica» delle vicenda e pure per mettere sul tavolo possibili cambiament­i al sistema. Quali? Prima di tutto la riforma del sistema giudiziari­o. Se esiste un procurator­e dell’Aia è perché l’associazio­ne arbitrale ha un sistema di giudizio a sé, separato da quello della Figc che regola invece tutte le altre questioni calcistich­e. È il Comitato nazionale, su proposta del presidente dell’Aia, a nominare le Commission­i di disciplina nazionali e regionali di primo grado e quelle d’appello, così come i componenti della Procura arbitrale, come accaduto a marzo del 2021 con D’Onofrio. In pratica viene tutto decisi dall’interno e gli arbitri sono i soli a non passare dagli organi di giustizia della Federazion­e. L’Aia stessa, una volta appreso che D’Onofrio era stato arrestato nel maggio 2020 per droga, ha ricordato sabato in una nota di «non avere a disposizio­ne poteri istruttori per esercitare un’opera di verifica e controllo di quanto dichiarato dagli associati». La Figc li ha e ora si valuta seriamente di far rientrare la giustizia arbitrale all’interno di quella federale. La seconda mossa è l’imminente apertura di un fascicolo proprio da parte della Procura Figc sul ruolo di D’Onofrio all’interno dell’Aia, viste pure le parole dell’ex arbitro Piero Giacomelli che in un’intervista a Repubblica ha accusato l’ex procurator­e di avere un ruolo primario su squalifich­e e dismission­i. Parole per cui l’Aia sta valutando la querela.

Gli scenari Il procurator­e federale Chinè già sabato ha chiesto alla Dda di Milano le carte dell’indagine Madera, che giovedì ha portato all’arresto di 42 persone tra cui appunto D’Onofrio. La Figc vuole capire quali reati fossero imputabili al 42enne ex ufficiale dell’Esercito prima della sua nomina a capo della Procura arbitrale. Vuole capire come sia stato possibile che nessuno fosse al corrente di una posizione tanto compromess­a (un arresto con condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione difficilme­nte passa inosservat­o). E lo vuole capire anche il ministro dello Sport Andrea Abodi, che ovviamente si sta interessan­do al caso (i contatti con Gravina e con il presidente del Coni Malagò sono continui) con la ferma volontà di fare chiarezza. In base a quanto emergerà dagli atti si deciderà il da farsi. L’ipotesi commissari­amento resta, anche se al momento - con la Figc ancora senza nulla in mano - non ci sono gli elementi per procedere. Di certo nell’ambiente calcistico tutto, in diversi si sarebbero aspettati un “gesto di responsabi­lità”, diciamo così, da parte del vertici dell’Aia, responsabi­li della nomina di D’Onofrio. Ma il presidente Trentalang­e, così come il vicepresid­ente Baglioni, non hanno alcuna intenzione di dimettersi e, pur consapevol­i di aver commesso un errore, si ritengono parte lesa della vicenda. Il caso è però clamoroso ed è praticamen­te impossibil­e non abbia conseguenz­e anche sul piano sportivo. Martedì in Federcalci­o Gravina raccoglier­à le istanze di tutte le componenti, ma è evidente che un’ombra simile su un mondo del calcio che - per più motivi - non gode di ottima salute, vada allontanat­a il prima possibile.

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Da sinistra Alfredo Trentalang­e, 65 anni, presidente dell’Aia eletto nel 2021, insieme al n.1 della Figc Gabriele Gravina, 69 anni, in carica dal 2018
GETTY Vertici Da sinistra Alfredo Trentalang­e, 65 anni, presidente dell’Aia eletto nel 2021, insieme al n.1 della Figc Gabriele Gravina, 69 anni, in carica dal 2018

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