La Gazzetta dello Sport

I rientri di Pogba e Lukaku spinta in più per Juve e Inter

- Di Alberto Cerruti

Sono bastati 25’ a Paulo Dybala per ricordare alla Roma quanto è pesata la sua assenza, e soprattutt­o quanto guadagnerà Mourinho quando l’argentino ritornerà a tempo pieno. Ne sono bastati 6 in più a Federico Chiesa per ribadire la sua importanza nella Juventus, confermata dall’assist che domenica sera ha permesso ad Arkadiusz Milik di segnare il terzo gol contro la Lazio. Due segnali confortant­i, in attesa di rivedere gli altri grandi infortunat­i, assenti più o meno a lungo, fin qui.

Il caso limite riguarda sicurament­e il Milan, che non ha mai potuto disporre nemmeno per un minuto di Zlatan Ibrahimovi­c, il “capitano non giocatore” dei campioni d’Italia, che ha tenuto a battesimo tanti giovani rossoneri, ormai capaci di vincere anche senza di lui, come si è visto nella volata per lo scudetto della primavera scorsa. Nessuna illusione per un suo rientro il 4 gennaio sul campo della Salernitan­a e più in generale per un suo apporto continuo nel prosieguo del campionato, anche perché nel frattempo ha compiuto 41 anni. In chiave Champions, però, la

sua esperienza internazio­nale e la sua personalit­à potrebbero fare la differenza nella difficile sfida al Tottenham nell’arco di due gare con andata e ritorno, e a maggior motivo più avanti in

caso di qualificaz­ione. Meno lontano appare il ritorno a tempo pieno di Romelu Lukaku, che Simone Inzaghi si augura di schierare contro il Napoli, alla ripresa del campionato. Se in sua assenza, come contro l’Atalanta, bastassero ancora i gol di Edin Dzeko per battere la capolista, l’attaccante belga poi sarebbe comunque prezioso per sognare una clamorosa rimonta. Figuriamoc­i, quindi, quanto potrebbe essere importante non un ritorno, ma una serie di ritorni per la Juventus, rilanciata da sei vittorie consecutiv­e, senza subire gol. Chiesa, già recuperato in anticipo rispetto alle previsioni di Massimilia­no Allegri, è ormai una certezza senza nemmeno l’incognita legata agli impegni mondiali, che invece riguardera­nno i suoi compagni Dusan Vlahovic e Angel Di Maria. E poi ci sarebbe - perché il condiziona­le è d’obbligo - il ritorno di Paul Pogba, per il quale è impossibil­e fare previsioni visto che fin qui sono state sempre smentite, con l’unica certezza che il vero Pogba farebbe comodo a qualsiasi squadra, non soltanto alla Juventus.

Malgrado tutti questi infortunat­i, i bianconeri sono risaliti al terzo posto, un gradino sopra il piazzament­o finale dell’ultimo campionato. La Lazio, invece, dopo i gol del centravant­i di scorta Felipe Anderson, ha rimpianto specialmen­te domenica sera l’assenza del titolare del ruolo Ciro Immobile, oltre a quella di Mattia Zaccagni, già 5 reti fin qui. E alla distanza anche l’Atalanta, nonostante l’esplosione di Ademola Lookman, ha pagato l’indisponib­ilità di Duvan Zapata, che non è mai stato al cento per cento della condizione. E così, rimanendo alle squadre in zona europea, si scopre che tutte aspettano con ansia i rispettivi grandi assenti. Tutte, compreso il Napoli che ha vinto le ultime tre partite senza arrampicar­si sul suo K2 Kvicha Kvaratskhe­lia, fermo ad applaudire i compagni. La migliore risposta a quanti sperano di raggiunger­e la capolista, aggrappand­osi a chi tornerà. E non soltanto dal Qatar.

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Sopra Pogba (Juve) e Ibra (Milan), sotto Lukaku (Inter) e Immobile (Lazio)

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