Samp e Verona po
STANKOVIC NON SI TOCCA MERCATO IN AUTOGESTIONE
Il tecnico è stato confermato Sabiri in uscita per consentire qualche acquisto Cessione del club sempre in alto mare e spunta l’ombra del ritorno di Ferrero
Igesto di voltare le spalle alla squadra, sabato nei minuti finali dell’ennesima caduta blucerchiata al Ferraris contro il Lecce, dà l’esatta misura del malessere profondo della piazza sampdoriana, acuito dal mancato cambio di proprietà. Perché i numeri - drammatici: si parla della pegSampdoria in A dal 1946 non rendono l’idea dello sconforto di una piazza oggi preoccupata, sfiduciata, stremata. Il Cda in sella dal 27 dicembre scorso, in quello che sembrava un interregno di breve durata, a quasi un anno di distanza è ancora lì, a governare una situaziol ne complicata. Ora il piano è chiaro: innanzitutto, guida tecnica confermata a Dejan Stankovic, che dall’8 al 23 dicembre, quando porterò la squadra in Turchia, ripartirà da zero.
Le regole
Ben sapendo, però, che il mercato di gennaio dovrà essere oculato, fondato principalmente sui prestiti sfruttando eventuali esuberi di club più importanti che abbiano giocatori disposti a venire a Genova per sei mesi da protagonisti. Un partente quasi sicuro è Sabiri (al Mondiale con il Marocco), il cui rendimento è calato vistosamente in questa stagione, altri potrebbero seguirlo dopo l’esame del tecnico serbo nel periodo previsto ad Antalya. Il messaggio di Stankovic, non da ora, è che in alcun modo le vicende societarie e l’impasse sul fronte del mancato cambio di proprietà dovranno influire sulle prestazioni della squadra in campo. Gli ultimi mesi della Samp sono stati surreali, ma ora l’unica speranza per il club è di riuscire a gestire comunque in autonomia i prossimi mesi sul piano economico. Il Cda non può di fatto decadere, ma nel caso in cui ciò dovesse mai accadere, e in mangior canza di un sostituto, gli stessi consiglieri attuali rimarrebbero in carica, perché queste sono le norme del codice civile. Ma il presidente Lanna e gli altri tre saggi che hanno condiviso con lui questi undici mesi vogliono consegnare il club a un nuovo padrone. Nonostante in vista della revoca dell’interdizione dopo i fatti di un anno fa, l’ex presidente Ferrero mostri ora l’intenzione di tornare protagonista. Improbabile che ciò accade, anche per una questione ambientale. E allora la gente chiede un piano B, sogna un intervento della proprietà precedente - la famiglia Garrone è rimasta al comando dal 2002 al 2024 -, anche se oggi i tempi e le dinamiche imprenditoriali sono cambiate. Per ora, comunque, nessun fatto concreto. Anche perché alla fine, chi mai volesse davvero ambire alla società di Corte Lambruschini dovrebbe fare un investimento di circa 200 milioni onnicomprensivi, considerando pure la pesante esposizione bancaria di un debito sì ben strutturato, ma comunque molto importante.