La Gazzetta dello Sport

Come sono cadute in basso le ultime 3 in classifica della A

- CALCIO DI di Gianfranco Teotino

Come sono cadute in basso… Non era mai successo in Serie A che dopo 15 giornate le ultime tre classifica­te avessero un misero totale di 18 punti: 5 il Verona, 6 la Sampdoria e 7 la Cremonese. Un record negativo assoluto. Il precedente risale alle stagioni 2016-17 e 2017-18 nelle quali i punti raccolti dalle tre maglie nere dopo le stesse 15 giornate erano stati 20. Di recente quindi. A conferma di un trend di insostenib­ilità che si sta consolidan­do, rallentato solo dagli anomali campionati condiziona­ti dalla pandemia.

Da quando la Serie A è tornata a 20 squadre (2004) soltanto sette volte si era scesi sotto i 30 punti e mai sotto i 20.

Verona, Sampdoria e Cremonese finora hanno disputato complessiv­amente 43 partite e ne hanno vinte appena 2: il Verona contro la Sampdoria e la Sampdoria contro la Cremonese. Mai contro le altre.

A loro parziale consolazio­ne, va notato che proprio nel 201617 il Crotone riuscì a salvarsi nonostante i 6 punti racimolati nelle prime 15. Vietato disperarsi: la lotta per la salvezza non può dirsi già conclusa. Si tratta di tre situazioni

particolar­i, certo. La Sampdoria è praticamen­te paralizzat­a nella sua operativit­à dalle vicende giudiziari­e che hanno coinvolto la proprietà e che ne mettono in pericolo la sopravvive­nza. Il Verona ha proseguito nella politica di valorizzaz­ione di calciatori da cedere poi a fine stagione, ma evidenteme­nte le scelte di rimpiazzo, e forse ancor

più quelle dei tecnici chiamati a succedere a Juric e Tudor, quest’anno sono state sbagliate. La Cremonese ha conquistat­o la promozione dalla Serie B con una formazione allestita prendendo in prestito annuale i giocatori migliori e si è ritrovata in A a dover ricomincia­re da capo praticamen­te nuda.

Ma la tendenza è certificat­a dalle statistich­e dell’ultimo decennio: le squadre in coda alla classifica sono sempre meno competitiv­e.

La differenza con il resto d’Europa è significat­iva. Se si guarda agli altri campionati a 20 squadre dei Paesi calcistica­mente avanzati, si scopre che le ultime tre dopo quindici giornate hanno sempre, o quasi, totalizzat­o più di 30 punti. In questa stagione, la Premier League è a quota 35, la Ligue 1 francese a 31 e la Liga spagnola è a 26, ma si sono disputate soltanto 14 giornate.

La Lega di Serie A insiste a voler mantenere l’attuale format a venti squadre, diventando così obiettivam­ente il freno maggiore a quella riforma dei campionati di cui si parla invano da troppo tempo. La motivazion­e principale è che riducendo il numero di partite e di giornate diminuireb­bero i ricavi da diritti tv. Può darsi. Ma aumentando l’equilibrio competitiv­o, si alzerebbe la qualità dello spettacolo. Vi sono segnali incoraggia­nti sul ritorno degli spettatori negli stadi. La media presenze finora sfiora i 29.000 a gara, con Milan e Inter sopra i 70.000 e la Roma sopra i 60.000. Ma ci sono dieci squadre con una media inferiore ai 20.000 e cinque sotto i 15.000. Quindi siamo ancora molto lontani dalle medie attuali di oltre 42.000 spettatori in Bundesliga e di quasi 40.000 in Premier League, anche se è stato operato il sorpasso sulla decadente Liga spagnola (27.200).

È ragionevol­e pensare che con meno partite inutili l’interesse possa salire ancora e di conseguenz­a che lo stesso prodotto televisivo, sia pure quantitati­vamente ridotto, sia qualitativ­amente superiore e perciò di maggior valore. La difficoltà attuale per gran parte dei club di mantenere i conti in ordine in fondo deriva tanto dalla difficoltà di aumentare i ricavi quanto dai costi crescenti indotti dalla necessità di mantenere troppe squadre al di sopra delle loro possibilit­à.

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 ?? ?? Giù Lo sconforto di Manolo Gabbiadini: Samp sconfitta in casa dal Lecce
Giù Lo sconforto di Manolo Gabbiadini: Samp sconfitta in casa dal Lecce

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