La Gazzetta dello Sport

Brasile made in Italy

- Di Sebastiano Vernazza INVIATO A TORINO

egli undici convocati del Brasile tra portieri e difensori, otto hanno un passato o un presente in Italia. Il Brasile ha studiato all’accademia difensiva italiana. Degli undici soltanto i portieri Ederson e Weverton e il difensore Eder Militao non hanno avuto a che fare con il nostro calcio. Gli altri sì, tra passato e presente. Chi più chi meno hanno imparato qualcosa dalla A, da sempre un’università di tatticismi e di accorgimen­ti.

Portieri Alisson Becker si è tagliato la barba che lo connotava. In Brasile qualcuno ha approvato nel nome della scaramanzi­a: la Seleção non ha mai vinto un Mondiale con un portiere barbuto. La barba non era e non sarà un vezzo, casomai Alisson se la facesse ricrescere: c’entra una malattia della pelle che gli arrossa il visto. Alisson è diventato qualcuno in Europa nel biennio alla Roma, tra il 2016 e il 2018. Poi al Liverpool è decollato e si è preso la porta del Brasile. Alle sue spalle però non c’è gente qualunque. Ederson Moraes è il portiere di Guardiola al Manchester City, Wederton ha vinto due Libertador­es con il Palmeiras.

Per giunta il preparator­e dei portieri è Taffarel, ex del Parma di Tanzi, plurivinci­tore di coppe europee, campione del Mondo con il Brasile a Usa ‘94, finale vinta ai rigori contro l’Italia di Sacchi. A suo tempo la carriera di Taffarel decollò nel nostro campionato.

Terzini

Dani Alves a 39 anni può diventare il più anziano giocatore brasiliano a giocare una partita di Coppa del Mondo, fosse anche uno spezzone. Cinque anni fa, quando era già sullo stagionato andante, contribuì a trascinare la Juve in finale di Champions. Oggi gioca in Messico, nei Pumas. Tite lo ha convocato per le sue doti di esterno basso totale, e per la sua carica e la capacità di fare gruppo. Il ruolo di terzino destro, “lateral direito”, appartiene a Danilo, juventino contempora­neo, ma con Dani Alves mai stare tranquilli. Sull’altra fascia Alex Sandro, ormai juventino di lungo corso, dovrebbe essere il terzino sinistro titolare, però attenzione ad Alex Telles, apprezzato da Roberto Mancini in Turchia al Galatasara­y e voluto all’Inter nel 2015-16 dallo stesso Mancini. Alex Telles si è emendato dal ruolo di presunta meteora interista e ha costruito una

discreta carriera tra Porto, Manchester United e Siviglia.

Centrali Bremer, ex Toro oggi alla Juve, è l’ultima e bella scoperta. Il giorno delle convocazio­ni Tite si è quasi scusato: «Forse abbiamo un po’ sottovalut­ato la sua crescita esponenzia­le». Bremer impression­a ogni giorno di più. Lui stesso in un’intervista a un media brasiliano ha raccontato: «In Europa ho presso massa muscolare. Temevo che il maggior peso mi avrebbe tolto velocità, ma non è andata così, forse ho perso qualcosa in agilità, ma potenza e velocità sono aumentate». Al centro della difesa dovrebbero giocare Marquinhos, ex Roma, e Thiago Silva, ex Milan, ma l’ascesa di Bremer potrebbe indurre Tite a rivedere le gerarchie. Anche perché Marquinhos non sta benissimo, è reduce da qualche fastidio muscolare. Dovrebbe recuperare in tempo per il debutto al Mondiale, contro la Serbia il giorno 24, ma Tite e i suoi collaborat­ori sembrano confortati dalla fisicità di Bremer, per quanto il difensore abbia alle spalle soltanto un tempo nella Seleçao, nell’amichevole contro il Ghana a Le Havre, in Francia, il 23 settembre. Difficile immaginare che possa essere titolare in un Mondiale alla seconda presenza, ma a priori non lo si può escludere.

E contro quei due… Se così fosse, se Bremer davvero scalasse le posizioni, il Brasile si ritrovereb­be in Qatar con mezza difesa della Juventus: Danilo e Alex Sandro terzini, Bremer centrale. Nel caso, una scelta confortata dai numeri perché la Juventus nelle ultime sei giornate di campionato ha sempre vinto senza subire un gol. E poi nella Serbia ci sono Vlahovic e Kostic, juventini quanto i tre “juvebrasil­iani” di Tite. Il c.t. non dovrebbe dilungarsi in spiegazion­i perché Danilo, Bremer e Alex Sandro conoscono benissimo quei due.

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