«Rune è forte come Djokovic E adesso aspetto pure Musetti»
Capacità e fiuto. Le doti del grande allenatore. Non a caso, Patrick Mouratoglou è semplicemente The Coach. L’ultima sua scoperta, il danese Rune, il diciannovenne d’assalto appena approdato in top ten dopo aver vinto a Bercy.
3 Patrick, l’esplosione di Alcaraz e di Rune sfata il luogo comune secondo cui nel tennis non si poteva più vincere da teenager? «No, significa che il tennis non è un cliché: se hai qualità, puoi emergere a qualunque età. È solo una questione generazionale: alcune sono più ricche di talenti e altre meno. Semplicemente».
3Tornando
a Rune: ciò che ha impressionato di più è la sua assoluta mancanza di timore reverenziale di fronte a qualunque avversario.
«In questo mi ricorda Djokovic. Mi creda, nessuno dieci anni fa pensava che si potesse avvicinare il numero di Slam di Federer e Nadal. Novak non si è arreso all’idea e abbiamo visto dove è arrivato. Ecco, non dico che Holger avrà la stessa carriera, però pensa di poter vincere ogni partita. Non è presunzione, ma fiducia nei propri mezzi».
3A proposito di Djokovic, è sempre convinto che alla fine della carriera il serbo avrà vinto più Slam di tutti?
«Assolutamente. Ora che le restrizioni per il vaccino non incideranno più sul circuito, può vincere due o tre Slam all’anno per un altro paio di stagioni. Si può amarlo o non amarlo, non sarà il più talentuoso o il più spettacolare, però è il più completo. E quindi il più forte. E poi fisicamente è ancora integro».
Quanto dovremo aspettare noi italiani per festeggiare uno Slam?
«Avete Berrettini che ha già giocato la finale di Wimbledon e quindi ci è arrivato a un passo, e Sinner che ormai è sempre almeno nei quarti e ha grandi margini di miglioramento per andare oltre. Abbiate pazienza: non credo sarà un problema si se, ma di quando».
3 3 E Musetti, che lei conosce molto bene?
«È venuto da me che aveva 14 anni, si capiva che aveva un talento fuori dall’ordinario. Ma quando hai talento, pensi che tutto ti possa riuscire senza sforzo. E invece il tennis è fatto di mille componenti diverse, dentro e fuori dal campo. Lui sta maturando, lo aspetto, nel 2023 dovrà consolidarsi, ma ha le qualità del grandissimo giocatore».
Lei è da sempre un fiero sostenitore di un altro tennis, più evoluto rispetto ai canoni classici.
3 «Le confesserò una cosa: ho chiesto a tutti i top ten sotto i 30 anni quante partite intere abbiano visto quest’anno. La risposta è stata unanime: zero. Da chi lo vive in prima persona. Ci fa riflettere. Il tennis è un prodotto che non coinvolge minimamente gli under 40. Regole, durata, narrazione: bisogna fare in modo che il nostro sport possa interessare a una platea che per adesso è totalmente esclusa. Ne va del suo futuro».
Il tennis non piace agli under 40: o cambia o non ha più futuro
3 Patrick, chi vince le Finals? «Punto su Djokovic. È arrivato a Torino in grande fiducia e in un torneo dove non puoi permetterti cali di tensione perché ogni giorno incontri i più forti del mondo la sua solidità mentale resta un fattore decisivo».
ri.cr.