La Gazzetta dello Sport

L’Italia sulle ali BIS DEL “TEDESCO” E SUPER RASPADORI ESAME SUPERATO ALBANIA RIBALTATA Del Grifo

Segna Ismajli, poi Di Lorenzo apre il tris e l’attaccante del Friburgo è imprendibi­le Mancini sperimenta, bene Meret e Verratti

- Di Fabio Licari INVIATO A TIRANA (ALBANIA) GETTY/EPA

desso non è il caso di esagerare con i rimpianti per quello che non è stato, e poi era sempre l’Albania, non la Spagna. Però il sospetto che quest’Italia avrebbe fatto la sua figura al Mondiale resta. E fa ancora più male. Non conta il risultato, un 3-1 che arricchisc­e statistich­e e ranking Fifa, ma il modo in cui è arrivato. Giocando bene in alcuni momenti, con palleggi velocissim­i, triangoli stretti, entrate e movimenti nuovi sulla trequarti. Scoprendo che Bundes-Grifo è ormai una mezzapunta notevole con gran senso del gol (due ieri). Confermand­o che Raspadori è un vero-falso 9 d’altra categoria, e Di Lorenzo (un gol) e Meret sono ancora in trance da Napoli. E lanciando per pochi storici minuti il più giovane deb in Nazionale da 110 anni, il sedicenne Simone Pafundi, che per poco non segnava il quarto. Però anche soffrendo: per la gran paura di Tonali, uscito in barella, e per come l’Albania ci ha messo sotto a inizio secondo tempo, facendo ballare una difesa poco protetta. Bella la reazione, ma non potremo permetterc­elo contro attaccanti più precisi. Però non era l’Italia A, forse neanche quella B. Era un misto di veterani e giovanissi­mi, ma ha giocato come se si conoscesse da sempre. In Austria sarà più dura, ma il nostro futuro, Europeo più Nations, è iniziato qui.

Esperiment­i e manovra E non è cominciato male. Per un tempo s’è vista un’Italia modello Euro, rivista e aggiornata dopo la delusione mondiale. Ha preso gol dopo un quarto d’ora su esitazione collettiva nell’unica azione albanese in 45’: fallo di Bastoni a metà campo e punizione di Bajrami sulla quale Bonucci non era impeccabil­e, ma Ismajli sì. è stata casuale la difficoltà dell’interista su Broja che gli era sfuggito. Perché il nuovo 3-4-3 è affascinan­te ma, con tutto il rispetto per le idee di Mancini, Zaniolo non ha la testa e forse neanche le gambe per il doppio ruolo di esterno-mezzala. Per questo il c.t. ha avanzato Bastoni per riequilibr­are il centrocamp­o contro cinque albanesi. Ma i meccanismi non sono scattati subito e l’interista s’è trovato sbilanciat­o. Il 3-4-3 ha senso per esaltare le coppie di esterni offensive, ma forse, restando a quattro dietro, c’è più sostenibil­ità.

Grifo, è uno show Oltre i sistemi ci sono però l’interpreta­Non

La squadra

Un mix di veterani e giovanissi­mi in campo a Tirana, ma il gruppo è sembrato affiatato zione e il carattere. Quelli non mancano. Come se non sentisse lo svantaggio, l’Italia si rimette in gioco sull’asse Verratti-Tonali. Il parigino è ispiratiss­imo. Le chiavi della manovra ritmata e avvolgente sono il rientro di Raspadori, per aprire corridoi di fuga, e il gran movimento di Grifo che, da sinistra, è imprendibi­le: esterno,

laterale, mezzala, a volte accentrato per lasciare Bastoni in sovrapposi­zione con Dimarco. Diventa il Grifo show. Al 20’, assist tagliato da sinistra per l’entrata spietata di Di Lorenzo versione Spalletti. E uno. Cinque minuti dopo, Raspa, nella miglior interpreta­zione del “falso 9”, ruba palla a Kumbulla sulla trequarti, s’infila rapido al centro e offre a Grifo la palla del 2-0. Al 7’ della ripresa, traversa del “tedesco”. Al 19’, infine, ancora gol ma dal centro, conquistan­dosi lo specchio della porta.

Indispensa­bile Tonali Il problema succede prima dell’intervallo, quando il fallosissi­mo e

Istantanee azzurre

1 Bastoni, Dimarco, Raspadori e Grifo esultano per un gol azzurro 2 La carica di Roberto Mancini, 57 anni, c.t. dell’Italia dal 2018

3 Nicolò Zanioli, 23 anni, in azione contro l’albanese Mihaj irriducibi­le Bare prende di mira Tonali. Prima un’entratacci­a da dietro, poi un altro movimento che fa cadere male il milanista. Si vede subito che Tonali subisce il colpo di frusta, non si muove e non si capisce se ha perso i sensi. Per fortuna no. Deve entrare Ricci che ha numeri e personalit­à, ma non può replicare il milanista: la catena di centrocamp­o si allarga e l’Albania, che è passata al 3-4-3 con Bajrami ala, comincia a infilarsi in velocità. Il nuovo entrato Roshi diventa un pericolo. L’Albania colpisce due traverse, Bonucci salva sulla linea. Il 3-1 di Grifo spegne i bollenti ardori, ma quei venti minuti siano di monito. C’è stato un calo collettivo. Zaniolo non è quasi mai rientrato. Il romanista colpisce anche un palo, ma non ripete la notte da sogno di maggio, proprio in questo stadio, quando il suo gol regalò la Conference alla Roma. Il gol di Grifo restituisc­e tranquilli­tà e possibilit­à di turnover a Mancini, ma si può ammettere che l’abbiamo scampata bella. Meret, le traverse, la linea: un altro gol ci poteva stare, quello di Ismajli è stato il primo della storia dell’Albania all’Italia. Il finale però è molto promettent­e. Con i cambi si passa al 4-2-3-1 versione liceale. I due mediani sono Ricci e Fagioli. La linea di trequartis­ti Pafundi, Gnonto e Chiesa. Davanti Pinamonti, deb assoluto come Fagioli e Pafundi. Il fenomeno dell’Udinese ha 16 anni, 8 mesi e 2 giorni, è il terzo più giovane della storia dopo Gavinelli (1911) e De Vecchi (1910): oltre un secolo fa. Entra senza guardare in faccia nessuno, dribbla, s’invola, scambia e per poco non segna. Che partenza.

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