Djokovic è in stato di grazia E dopo le Finals... c’è lo Slam
Quando a fine allenamento un giocatore come Novak Djokovic si confronta con il suo team dicendo «mi sento bene, la palla mi scorre, ho ottime sensazioni e leggo bene le traiettorie» significa che l’atleta è al suo massimo e che non si può chiedere di più: in campo si vede, si percepisce, si ammira che fisicamente la condizione sfiora la perfezione. Nei pochi, rari momenti in cui il serbo ha bisogno di chiedere qualcosa in più al proprio tennis, alla propria prestazione, che arrivi dal servizio o da un singolo colpo, ecco che questo avviene per magia, per miracolo. Allora vuol dire che c’è tutto. Come se non bastasse, la notizia della revoca del bando di tre anni per la richiesta di un nuovo visto e la conseguente ammissione alla prossima edizione degli Australian Open, quindi la possibilità di giocare la prima prova dello Slam del 2023 – torneo che in carriera ha già
vinto 9 volte – significa un’ulteriore immissione di fiducia nel serbatoio di un campione che ne è già di per sé è praticamente pieno.
La sua positività la si vede
anche fuori dal campo. La presenza a Torino di tutta la famiglia, l’allenamento in campo con il figlio, i sorrisi, i baci e la disponibilità verso il pubblico e i tifosi sono tutti
piccoli segnali che aiutano, contribuiscono a formare un linguaggio del giocatore che mai come adesso si sente su una nuvola di gioia e di felicità per il proprio stato di forma.
Nonostante la posizione nel ranking lo vedesse all’ottavo posto, Novak a inizio Atp Finals, manifestazione che ha già conquistato 5 volte – l’ultima nel 2015 -, partiva come favorito. E
dopo averlo ammirato nelle prime due uscite vittoriose con Tsitsipas e Rublev, gustato, quasi toccato con mano negli allenamenti di questi giorni, devo dire che raramente ho visto un giocatore così sereno e convinto dei propri mezzi.
Certo, ogni partita fa storia a sé e il cammino in queste Finals è ancora lungo. Per completare il gruppo rosso gli manca la sfida contro il russo Medvedev, poi semifinale ed eventuale finale. Quindi non è detto che domenica sera sia il serbo ad alzare il trofeo, ma sarei meravigliato se questo non accadesse, se Djokovic non riuscisse a vincere per la sesta volta in carriera le Atp Finals.