La Gazzetta dello Sport

Djokovic è in stato di grazia E dopo le Finals... c’è lo Slam

- VOLÉE DI ROVESCIO di Paolo Bertolucci

Quando a fine allenament­o un giocatore come Novak Djokovic si confronta con il suo team dicendo «mi sento bene, la palla mi scorre, ho ottime sensazioni e leggo bene le traiettori­e» significa che l’atleta è al suo massimo e che non si può chiedere di più: in campo si vede, si percepisce, si ammira che fisicament­e la condizione sfiora la perfezione. Nei pochi, rari momenti in cui il serbo ha bisogno di chiedere qualcosa in più al proprio tennis, alla propria prestazion­e, che arrivi dal servizio o da un singolo colpo, ecco che questo avviene per magia, per miracolo. Allora vuol dire che c’è tutto. Come se non bastasse, la notizia della revoca del bando di tre anni per la richiesta di un nuovo visto e la conseguent­e ammissione alla prossima edizione degli Australian Open, quindi la possibilit­à di giocare la prima prova dello Slam del 2023 – torneo che in carriera ha già

vinto 9 volte – significa un’ulteriore immissione di fiducia nel serbatoio di un campione che ne è già di per sé è praticamen­te pieno.

La sua positività la si vede

anche fuori dal campo. La presenza a Torino di tutta la famiglia, l’allenament­o in campo con il figlio, i sorrisi, i baci e la disponibil­ità verso il pubblico e i tifosi sono tutti

piccoli segnali che aiutano, contribuis­cono a formare un linguaggio del giocatore che mai come adesso si sente su una nuvola di gioia e di felicità per il proprio stato di forma.

Nonostante la posizione nel ranking lo vedesse all’ottavo posto, Novak a inizio Atp Finals, manifestaz­ione che ha già conquistat­o 5 volte – l’ultima nel 2015 -, partiva come favorito. E

dopo averlo ammirato nelle prime due uscite vittoriose con Tsitsipas e Rublev, gustato, quasi toccato con mano negli allenament­i di questi giorni, devo dire che raramente ho visto un giocatore così sereno e convinto dei propri mezzi.

Certo, ogni partita fa storia a sé e il cammino in queste Finals è ancora lungo. Per completare il gruppo rosso gli manca la sfida contro il russo Medvedev, poi semifinale ed eventuale finale. Quindi non è detto che domenica sera sia il serbo ad alzare il trofeo, ma sarei meraviglia­to se questo non accadesse, se Djokovic non riuscisse a vincere per la sesta volta in carriera le Atp Finals.

 ?? ??
 ?? ?? Impatto Un dritto del serbo Novak Djokovic, 35 anni, contro il russo Andrey Rublev alle Atp Finals di Torino
Impatto Un dritto del serbo Novak Djokovic, 35 anni, contro il russo Andrey Rublev alle Atp Finals di Torino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy