BEN IN PISTA A GAND COME PAPÀ E NONNO «DA PELLE D’OCA SOGNO IN GRANDE»
Il figlio del re del Tour corre la Sei Giorni più famosa, dove la famiglia ha fatto storia
n questi giorni Ben Wiggins sta pedalando proprio lì, e per chi crede nel destino è ben più di una banale coincidenza. Lì è Gand: in uno dei velodromi preferiti da papà Bradley – che nel 2016 ci vinse la Sei Giorni in coppia con Mark Cavendish –; nella città in cui nonno Gary faceva base, da ciclista (corse in tutto 73 Sei Giorni), fino a inizio Anni 80; proprio dove papà Bradley è nato. «Qui c’è la vita della nostra famiglia», ha detto - quasi commosso — il Baronetto alla Gazzetta in un messaggio vocale inviato ieri sera su whatsapp. Una storia potente e romantica che corre in bici attraverso tre generazioni. A cominciare dalla vita «al limite» di Gary, australiano che aveva sposato la signora Linda — britannica — ma che poi, nella ricostruzione di Brad, aveva lasciato la famiglia quando lui aveva appena 18 mesi per tornare in Australia. Dove era stato trovato morto a 55 anni, nel 2008, in circostanze poco chiare dopo aver riportato lesioni alla testa. Per arrivare fino a Ben, 17enne già campione europeo junior della corsa a punti, che non vedeva l’ora di prendere parte a una Sei Giorni che è considerata una «Mecca» dai pistard. L’importante è che non se ne dia per scontato l’idolo. Perché no, non è il padre. «Io vado pazzo per Tom Pidcock», confessa Ben: quest’anno ha corso per una squadra di ragazzi - la Fensham Howes-Mas Design gestita da Giles Pidcock, che è il padre dell’attuale olimpionico di mtb, iridato di cross e re della tappa dell’Alpe d’Huez al Tour. Britannico come Ben, classe 1999: Tom potrebbe essere quel fratello maggiore che non ha. E come ‘eroe’, dal suo punto di vista, è meglio di papà.
Sicurezza Il via della Sei Giorni — finisce domenica — avrebbe dovuto darlo proprio Brad, ma così non è stato per impegni che aveva con la tv («La Champions
League della pista a Berlino»). E però le parole del re del Tour 2012, pluri-olimpionico e pluriiridato in pista, affermano con forza il carico dell’emozione che ha nel cuore per il primogenito: «Con Ben ho appena parlato. Mio padre aveva corso a Gand con Danny Clark e con miti del calibro di Merckx, Sercu, Maertens. Pensate che io sono entrato
nel velodromo per la prima volta nel 1981. Avevo un anno, e stavo nello spogliatoio con mio padre. La mia prima Sei Giorni l’ho corsa a Gand. C’è stato un momento in cui non volevo che quello, pedalare a Gand». Di mito in mito. «Avevo 19 anni e mi ritrovai in pista con i miei eroi. Martinello, Baffi, De Wilde, Freuler, Gilmore. E poi la mia ultima corsa di sempre è stata a Gand. Una seconda casa». Sono davvero tante le ragioni per cui è così speciale: «Era il posto più vicino per chi stava a Londra per andare a vedere una Sei Giorni. Anche io lo facevo. Magari solo un giorno, magari solo al sabato. C’è storia in quell’edificio. Come padre, non riesco a trasmettere con le parole l’emozione che provo a sapere che Ben sta gareggiando lì. Certo, lui avrà un po’ di pressione sulle spalle, c’è ancora un Wiggins nel velodromo... Per me è un feeling fantastico».
Attenzioni I media belgi, «affamati» come in ogni giorno dell’anno, hanno riempito Ben di attenzioni. E lui se n’è uscito con dichiarazioni tutt’altro che sottotraccia o di basso profilo, per la gioia dei cronisti che non devono fare i conti con il ‘problema’ di trovare il titolo. Tipo: «Voglio vincere tutto. In particolare, sogno il Fiandre e la Roubaix, di diventare campione del mondo, di indossare la maglia gialla del Tour de France». Tipo: «A Gand hanno corso tre generazioni dei Wiggins, è un posto speciale, da pelle d’oca per me. Il cognome che porto mi dà pressioni, ma anche benedizioni. Sono ancora giovane, ma certo ho punti di contatto con mio padre e mio nonno. Non voglio pormi limiti, a papà quando era giovane dicevano che non sarebbe mai andato forte in salita».Tipo: «Continuate a seguirmi!»
Su Zwift Ben, che sta gareggiando alla Sei Giorni con il coetaneo e connazionale Harry Codd, si è diplomato a Kirkham e ha fatto parecchi sport – dal nuoto allo sci, dal basket al rugby – ma era stato papà Brad a seminare più di un indizio sul suo futuro da ciclista. Già quasi quattro anni fa, perché in un evento pubblico disse: «Quando mio figlio torna da scuola, invece di mettersi a giocare a Fortnite fino alle tre del mattino, si mette a pedalare su Zwift. Vuole diventare un professionista». E in fondo Ben non poteva che passare (anche) per la Sei Giorni di Gand: ha pedalato e pedala la sua storia, lì.