La Gazzetta dello Sport

Un Nole gigante «E che carica poter tornare in Australia»

Stende Rublev, è già semifinale «Non vedo l’ora di giocare uno Slam». Tsitsipas batte Medvedev

- Di Riccardo Crivelli INVIATO A TORINO

Il momento che cambia le sorti del match. L’adrenalina che sale. Il clic che scatta sulla modalità punto decisivo. Quante volte la scena si è ripetuta, quante volte Djokovic ha dominato mentalment­e una partita facendola girare su un paio di colpi appena. Il buon Rublev, nonostante le recenti visite dallo psicologo per temperare il carattere di fuoco, stavolta non può tenersi dentro la frustrazio­ne, e sbraita al cielo. Ma è solo la vittima di giornata della fenomenale grandezza del Djoker, della sua enorme forza mentale, che sulla prima palla break a suo favore, nonché set point — 5-4 nel primo parziale — lo guida a infilare un’imprendibi­le risposta lungolinea di rovescio. Fin lì, c’era stato equilibrio: diventerà una mattanza.

Felicità Un tiro, un solo tiro per volgere il pomeriggio a suo favore. Prerogativ­a di un titano. Certo, Nole ci aggiunge il formidabil­e rendimento al servizio (appena due punti concessi con la prima) che gli consente di essere subito aggressivo nei colpi di inizio gioco e dunque di disinnesca­re alla lunga il dritto del russo, e certamente la serenità complessiv­a che gli deriva dalla risoluzion­e del caso Australia, dove finalmente potrà entrare senza restrizion­i. Una vittoria che conta di più dell’11a semifinale (su 15 partecipaz­ioni) raggiunta alle Finals, mentre nell’altro match resta in vita Tsitsipas che elimina Medvedev «Ovviamente sono stato molto felice di ricevere la notizia dell’Australia — commenta Novak — è stato un sol

lievo. Dopo quello che abbiamo passato quest’anno io e le persone a me più vicine, sono davvero contento. Se questo mi ha influenzat­o nella mia partita? Mi piacerebbe credere che l’abbia fatto. Però no, non credo. Naturalmen­te, sapendo che ora mi è chiara l’intera situazione, sapendo che potrò iniziarela stagione in Australia, potrò organizzar­e meglio la preparazio­ne. L’Australian Open è sempre stato il mio miglior Slam, quello dove ho ottenuto più successi (nove, ndr). Di certo non vedo l’ora di tornare, voglio giocare a tennis, fare quello che so fare meglio, spero di passare una fantastica estate australian­a».

Il messaggio Novak è un uomo in missione, e non soltanto perché vede a portata di racchetta i sei trionfi al Masters che lo eleverebbe­ro al rango di Federer: «Ho sempre qualcosa da dimostrare, prima a me stesso e poi agli altri. Penso che ogni volta che scendi in campo, tutti gli occhi sono su di te. Ci sono molte aspettativ­e da parte di chi ti sta guardando. Certo, per me è un po’ più difficile perché quando hai questo tipo di carriera tutti si aspettano sempre il massimo, ma non è semplice. Però questo è il privilegio di essere un tennista di successo. Voglio ancora andare avanti. Non sento la mia carriera vicina alla fine. Anzi, mi sento bene sia mentalment­e sia fisicament­e. Sono motivato. I giovani sono uno stimolo, aver giocato meno è uno stimolo». E con le ombre cancellate, il Djoker farà ancora più paura: «La mia stagione è stata davvero strana, insolita. Ovviamente ho perso molti grandi tornei. Ma posso dire di aver imparato molto su me stesso e anche su alcune persone che si sono comportate in un certo modo. Sono sempre grato di vivere queste esperienze. Ti insegnano qualcosa. E io sono ottimista. Non vedo l’ora d’iniziare il nuovo anno in Australia». Più che un augurio, una minaccia. Per gli altri.

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GETTY Padrone Novak Djokovic, 35 anni, all’11a semifinale alle Atp Finals

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