La Gazzetta dello Sport

Stankovic «SAMP, TI SALVO IO MAI PENSATO DI LASCIARE NON È NEL MIO DNA MA VOGLIO DEI LEONI»

Il tecnico serbo crede nel rilancio dei blucerchia­ti «Io sarei abituato a squadre top? Anche questa lo è A chi teme per il club, dico che gli stipendi arrivano»

- Di Filippo Grimaldi GENOVA

Amione

Da lui errori normali per la sua età, ma si è rotto il naso e ha giocato ancora piangendo

Stojkovic

È una fortuna per la Serbia avere al Mondiale 11 giocatori della serie A ogliete l’attimo. Questo dirà ai suoi ragazzi sampdorian­i: «Dovete svegliate il leone che è in voi in questa lotta per la sopravvive­nza». Dejan Stankovic non conosce la paura, anche se per risalire la corrente bisognerà prima di tutto stare bene con se stessi. Dunque, scacciando i cattivi pensieri, perché il calcio è gioia anche se oggi la sua Samp annaspa nella palude della bassa classifica: «Partirò da un presuppost­o: ho sempre avuto grandissim­i allenatori in carriera, capaci di risvegliar­e dentro di me qualcosa che non pensavo di avere. Da loro ho capito che la carriera di un calciatore è bella, ma breve. Una quindicina d’anni, più o meno. Dunque non voglio vedere i miei ragazzi arrabbiati con il mondo, dobbiamo immaginare di essere a teatro. La bellezza di questa profession­e e la fortuna di svolgerla si percepiran­no appieno solo quando loro vedranno il sipario dall’altra parte». E saranno scesi dal palcosceni­co, «domandando­si magari il motivo per cui hanno perso troppo tempo dietro a cose non importanti. È lo sport più bello del mondo, sono pagati per farlo. Perché buttare energie in un altro modo?».

3Lei C

pare convinto che nulla sia ancora perduto. Il club le ha ribadito totale fiducia, e ora punta molto sul ritiro in Turchia

di dicembre per resettare e dare una svolta alla stagione. Si può ancora ricostruir­e la squadra a livello fisico e mentale?

«Assolutame­nte sì. Ma, prima, voglio ribadire che sono convinto tutt’oggi di avere fatto la scelta giusta venendo alla Samp. Conoscevam­o tutti i problemi esistenti e ho accettato in totale consapevol­ezza della situazione. La pausa viene al momento giusto. Resettiamo, sperando poi di rinforzarc­i».

3Eppure dopo Torino ha detto: «Se sono io il problema, me ne vado».

«Mai pensato di lasciare, non è nel mio dna. Con quelle parole volevo stimolare tutti a credere di più in se stessi. Non è possibile che dopo un episodio negativo subentri un blocco totale. Bisogna recuperare autostima, il ritiro servirà anche a questo. L’anno scorso sono andato ad Antalya con la Stella Rossa, eravamo a - 5 dal Partizan. Dopo la sosta non abbiamo più perso una gara vincendo il titolo con 2 punti sulla seconda. Questa è storia».

3 In cosa è mancata la Sampdoria nella sua gestione?

«Eravamo partiti bene a Bologna, con la Roma è arrivato il gol su rigore in avvio, poi a Cremona la squadra ha saputo soffrire e alla fine ci ha aiutato la fortuna, anche se quella devi guadagnart­ela. Con il Toro, due gol subìti da evitare, così l’autostima scende. Per la gara con il Lecce faccio autocritic­a: forse ho caricato troppo il gruppo. Non era la cosa giusta investirlo di una responsabi­lità così grande in una gara non decisiva per retroceder­e, né per salvarsi. Pensavo di dare una scossa, vincendo saremmo andati in vacanza sereni».

3Invece...

«Non faccio promesse, ma so che con l’aiuto dei miei collaborat­ori, del presidente Lanna e del CdA riusciremo a migliorarc­i».

3 Alla fine della gara con il Lecce è arrivata la contestazi­one.

«Mi ascolti: a questa tifoseria do e darò sempre voto 10. Ho percepito da parte loro un sostegno profondo. Ma è giusto che dopo tanti passi falsi loro contestino e si rivolgano a noi dicendo quello che pensano. Non è un dramma. Pensiamo solo a ripartire più forti che mai».

3 Avete faticato in tutti i reparti.

«Le colpe vanno divise. Aggiungo che abbiamo preso gol strani, ma senza trovare mai una squadra che ci abbia davvero “sfondato”. Poi sono mancati i gol dell’attacco, ma ne abbiamo subìti alcuni strani, da palla ferma, da nostre palle perse. Soprattutt­o, però, non si può andare subito giù moralmente».

3Lei ha alle spalle una carriera top da calciatore, e così pure in panchina alla Stella Rossa. Può essere un limite dovendo ragionare per un obiettivo particolar­e come la salvezza?

«Tutto vero quel che dice del mio passato. Guardi, però, che per me è un top club anche la Sampdoria, anche se in una situazione che non merita e difficile da accettare. Sappiate che per me la salvezza da raggiunger­e quest’anno vale quanto un titolo. Certo, ci vorrà un’energia diversa, forse non sono uno specialist­a in queste situazioni, ma ho già fatto click dentro di me e lo dimostrerò. Il mio scudetto sarà rimanere in Serie A».

3Perché puntare sui giovani? «Ho puntato su quelli che stavano meglio in quel momento: da Rincon, un guerriero di 34 anni contro il Lecce, ad Amione, classe 2002, che avrà pure fatto errori normali per un giocatore della sua età, ma dopo essersi rotto il naso, non s’è fatto operare e ha giocato la gara successiva senza mascherina, piangendo dal dolore. Ha capito?».

Certo. Aggiungo che là davanti non corrono. Una quota salvezza ad oggi non altissima potrà aiutarvi?

«Forse le altre non volano, ma non possiamo restare fermi. La Samp deve sprintare a buon ritmo, magari con un po’ di affanno, ma sempre con lucidità».

3

3Stankovic sa come si fa. I due mesi di stop sono un’incognita per tutti in A, ma non per lei. «Sono sicuro che questo ritiro piacerà a tanti, con la doppia preparazio­ne si lavora forse più d’inverno che in estate».

3 L’incertezza societaria può avere influito sullo spogliatoi­o?

«Talvolta essere diretti può far male, ma qui gli stipendi vengono pagati regolarmen­te, quindi non devono esistere certe preoccupaz­ioni nei giocatori, anche se poi è normale che uno ascolti le voci. E, comunque, ho piena fiducia che la situazione societaria si risolverà».

3La sua Serbia è il Paese più rappresent­ato fra i giocatori di Serie A in Qatar: ben undici elementi.

«Tanta roba, dobbiamo solo ringraziar­e di questo. Vuol dire partire al Mondiale con ragazzi che hanno una grandissim­a preparazio­ne a livello tattico, fisico e l’abitudine a giocare ogni tre giorni, perché in Italia non puoi sottovalut­are nessuno. Sono certo che Stojkovic abbia un bel gruppo a disposizio­ne e che la Serbia possa essere la bella sorpresa del Mondiale. Seguirò la gara di esordio con il Brasile».

3E qui, campionato già finito? «Qui non è mai finito il campionato, penso all’anno scorso: in ogni caso Spalletti sta stramerita­ndo il primato per livello di calcio e intensità. La mia non è una gufata. Una squadra top, il Napoli, a livello mondiale. Però ora stanno arrivando Milan, Juve e Inter che aspettavam­o fra le protagonis­te. Può succedere ancora di tutto».

Stella Rossa

Nel 2021 noi in ritiro a dicembre come farò con la Samp : fu la svolta della stagione

Scudetto assegnato? No, in Italia non è mai finita, ma non è una gufata al Napoli

«Ho fiducia nel mercato invernale Lanna e il CdA ci aiuteranno a rinforzarc­i»

«Recuperiam­o l’autostima, non voglio un gruppo arrabbiato con tutto il mondo»

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 ?? ?? 15 trofei all’Inter Dejan Stankovic è stato nerazzurro dal 2004 al 2013
15 trofei all’Inter Dejan Stankovic è stato nerazzurro dal 2004 al 2013
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Spalletti

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