Perché avere tanti giocatori al Mondiale potrebbe risultare un grande vantaggio
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Eccoci, dunque, al Mondiale. Con il rimpianto di non esserci e la curiosità di capire chi farà meglio: le grandi tradizionali o magari qualche sorpresa? Un appuntamento affascinante e straordinario, con un asterisco quasi inevitabile. Perché, parliamoci chiaro, la nostra fame di campionato non si è assolutamente placata e la domanda più ricorrente - per tornare ai nostri confini - è sempre la stessa: ma alla fine chi ne uscirà meglio? A chi gioverà questa lunga interruzione? Ed è parere diffuso che le squadre di club meno rappresentate potranno in qualche modo beneficiare della possibilità di far riposare il gruppo, per riaverlo carico e motivato alla ripresa dei giochi. Ma un interrogativo si può avanzare: siamo davvero sicuri che sia proprio così? In ogni vicenda c’è sempre un rovescio della medaglia.
Ed in fondo è quello che si augura la Juve, che darà il più folto gruppo di calciatori al Mondiale. Sono pronti infatti ad esibirsi in Qatar undici elementi: Szczesny; Danilo, Bremer, Alex Sandro; Mckennie, Paredes, Rabiot Kostic; Di Maria, Vlahovic e Milik. Se ci pensate un’intera squadra che potremmo schierare, esattamente come li abbiamo elencati, con un bel 3-4-3. Ma anche Milan, con sette nazionali, e Inter (sei) sono ben rappresentate. E visto che ogni medaglia ha sempre due facce, non c’è solo chi ha dato l’impressione di avere po’ snobbato il campionato per prepararsi
Olivier Giroud e Theo Hernandez all’arrivo in Qatar con la Francia. Il Milan è, dopo la Juventus, la squadra italiana con più rappresentanti al Mondiale. Insieme ai due francesi ci sono anche Kjaer (Danimarca), DeKetelaere (Belgio), Ballo Touré (Senegal), Dest (Usa) e Leao (Portogallo). Giroud ha ringraziato il Milan: «Se sono qui è sicuramente per quello che ho fatto in rossonero» risultare controproducente; mentre il mondiale ti impone un programma di lavoro con la guardia sempre alta e non c’è il pericolo di dover “lottare” contro due mesi di stop calcistico. E non è sufficiente ribattere che molte squadre ne approfitteranno per giocare qualche amichevole o per andare in tournée. Una cosa è disputare partite “vere” e un’altra è accontentarsi di qualcosa in più di semplici esibizioni. Insomma, potrebbe anche succedere di scoprire che avere così tanti calciatori al Mondiale possa diventare un aiuto e un alleato per chi come la Juve, ma non solo avrà una folta delegazione in Qatar. Anche perché in tanti, è vero, partiranno per questa manifestazione così importante e suggestiva; ma parecchi - ovviamente finiranno l’avventura in anticipo.
Senza contare che tra la fine del Mondiale e il ritorno del campionato passeranno comunque altri 20 giorni, dal 18 dicembre al 4 gennaio. Il tempo giusto per riposarsi, staccare la spina, senza però aver perso la condizione - diciamo così “agonistica”.
Insomma, il ritorno del campionato è tutto un rebus. Ma attenti a tirare facili conclusioni sul fatto che il riposo sia sempre la migliore terapia. E occhio a considerare svantaggiate quelli che daranno al torneo il maggior numero di calciatori. Anche perché, ma questa è una banalità, avere tanti nazionali è sempre un segnale di forza e di qualità. O no?