Lakers penultimi a Ovest: i tre tenori sono un flop
Eguagliato il peggiore inizio della loro storia. LeBron, Davis e Westbrook non fanno la differenza, manca il tiro da 3
Continua la crisi nera dei Lakers. Dopo aver fallito nella stagione passata i playoff - flop che è costato l’esonero a coach Vogel - la squadra gialloviola ha iniziato la nuova nel peggiore dei modi. La classifica non mente. LeBron e compagni, a Ovest, sono penultimi al 14° posto con un bilancio di 3 vinte e 10 perse, figlio di un avvio orribile: 5 sconfitte di fila, ad eguagliare i due peggiori inizi della storia della franchigia losangelina (1957/58 e 2015/16, l’addio di Kobe Bryant). Il nuovo tecnico Darwin Ham, esordiente benedetto dallo stesso LeBron, finora non è riuscito a ricavare una chimica vincente dal trio LeBron-Davis-Westbrook, che restano i migliori della squadra alle voci punti, rimbalzi e assist ma non fanno la differenza. Il resto dell’organico è abbastanza piatto: il g.m. Rob Pelinka non è riuscito a prendere un tiratore seriale, una lacuna denunciata da LeBron fin dalle prime partite, e infatti i Lakers sono i peggiori della Lega nel tiro da tre, con il 30.7%.
Equivoco Pelinka ha cercato in tutti i modi di cedere Westbrook, senza trovare un acquirente. C’è stato un contatto ravvicinato con Indiana ma alla fine non è andato in porto e il re della tripla doppia è stato retrocesso da titolare a sesto uomo senza effetti particolari. È lui il grande equivoco. Anche se James, nella prossima primavera, probabilmente supererà Jabbar come primo realizzatore di tutti i tempi, non c’è molto altro da aspettarsi da questa stagione. Il presente dei Lakers è grigio e introduce un futuro molto cupo. Il roster è vecchio. E Davis, votato come prossimo leader, non è ancora uscito dall’ombra del Prescelto che peraltro è scaduto al quindicesimo posto tra i bomber con 24,9 punti di media, mentre lo stesso Davis è ventesimo con 24,3. Non è più tempo per i miracoli e per lo “show time”, così il povero Ham appare destinato a entrare nel tritacarne di un “rebuilding” necessario per tornare ad alto livello nei prossimi anni.
No prima scelta Va detto che la politica dei Lakers nel medio termine si è dimostrata poco lungimirante. Dopo essere rimasto senza scelte nell’ultimo draft, anche provando a fare “tanking” (cioè la strategia di perdere tanto adesso per avere più possibilità di chiamare la prima scelta assoluta nel draft 2023), il club della proprietaria Jeanie Buss non potrà mettere le mani su Victor Wembanyama, il diciottenne fenomeno francese di 224 centimetri che tutti vogliono, perché tre anni fa si è impegnata la chiamata più alta con New Orleans per prendere proprio Davis. Quando piove, diluvia...
a.to.