La Gazzetta dello Sport

ODISSEA MONDIALE

- Di Sebastiano Vernazza INVIATO A DOHA (QATAR)

l Mondiale nel deserto mancava alla collezione delle Coppe del Mondo in ambienti estremi, però sarebbe sbagliato considerar­lo una novità. Altre volte il calcio ha scandaglia­to profondità innaturali per la pratica sportiva.

Tempeste del deserto Nelle prossime settimane in Qatar, i siti meteo prevedono una temperatur­a diurna tra i 25 e i 30 gradi, con leggera escursione termica la notte, quando si può scendere sotto i 20. Sono le medie del periodo nel Golfo Persico ed è il motivo per cui il Mondiale 2022 si gioca tra novembre e dicembre. D’estate sarebbe stata una tortura, tra giugno e luglio a Doha e dintorni la temperatur­a tocca i 40 gradi, spesso li oltrepassa. Sarà un Mondiale immerso nel caldo secco qatariota e sotto un sole senza compromess­i. Nella guida inviata agli accreditat­i, la Fifa raccomanda di portare con sé un cappellino, una crema solare e una sciarpa, magari non di lana, ma di seta, per proteggere il volto dalle tempeste di sabbia, sempre possibili visto che parliamo di deserto. Negli stadi e nei centri media ci sarà l’aria condiziona­ta a tutta, per cui, avvisa la Fifa, attenzione

centro Coni dell’Acqua Acetosa, sotto la guida del professor Antonio Dal Monte, capo del Dipartimen­to di fisiologia e biomeccani­ca all’Istituto di scienza dello sport. Un lavoro duro, che permise a Maradona di volare verso il titolo Mondiale. E l’Azteca divenne teatro del gol del secolo, la rete di Diego contro l’Inghilterr­a, un assolo di 60 metri, nella stessa partita della “mano de Dios”, il gol fraudolent­o rifilato a Pete Shilton, il portiere della nazionale inglese.

Il caldo americano Il Mondiale di Usa ’94 è passato alla storia per il caldo insopporta­bile. Molte partite si giocavano intorno a mezzogiorn­o o nel primo pomeriggio, in modo da garantire alle tv europee orari migliori per gli ascolti. Se si fossero disputate di sera (ora locale), in Europa sarebbero state trasmesse nel cuore della notte. Ne venne fuori un torneo condiziona­to dal calore estremo. L’Italia di Arrigo Sacchi nella prima fase giocò contro il Messico alle 12.30 di Washington.

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