BRASILE CACCIA AL 6 DA BRIVIDI SELEÇAO
LA PARTE IN POLE MA SVIZZERA E SERBIA SONO DUE TRAPPOLONI I verdeoro sono fermi a 5 titoli dal 2002. Tite ha l’ultima chance: a fine torneo il c.t. lascerà la nazionale. Ed è già partito un pericoloso toto-sostituto
I
l Brasile è l’unica nazionale ad aver partecipato a tutti i Mondiali – in Qatar sta per cominciare l’edizione numero 22 – ed è la selezione che ne ha vinti di più, cinque. Soltanto due volte è uscito al primo turno, nel 1930 in Uruguay, al debutto assoluto nella manifestazione, e nel 1966 in Inghilterra, con Pelé massacrato dagli avversari e per nulla tutelato dagli arbitri. Bastano queste cifre per eleggere il Brasile sempre tra le favorite, a prescindere. A Doha insegue l’Hexa, il sesto titolo mondiale, e il sorteggio non è stato benevolo, la Seleçao è stata inserita in un gruppo duro: Svizzera, Serbia e Camerun. Un girone quasi uguale a quello del 2018 in Russia, con una sola differenza: allora al posto del Camerun c’era la Costa Rica. Il Brasile passò come primo, con le vittorie contro i serbi e i costaricani, ma pareggiò contro la Svizzera. Ai quarti eliminò il Messico, agli ottavi inciampò nel Belgio.
L’ultima occasione Il c.t. è Tite, diminutivo di Adenor Leonardo Bacchi, brasiliano con antenati italiani. Il 61enne Tite ha annunciato che alla fine del Mondiale lascerà l’incarico ed è già partito il toto-sostituto, un giochino pericoloso a Coppa del Mondo in corso. Dirige il Brasile dal giugno 2016 e il suo bilancio è buono, non eccezionale. Ha vinto la Coppa America del 2019, ha perso la Coppa America del 2021 in finale contro l’Argentina al Maracanà di Rio de Janeiro, uno smacco. Il Qatar è l’ultima occasione per entrare sul serio nella storia della Seleçao. Tite cerca di tenere insieme una fase difensiva attenta – in 50 delle 76 partite della gestione “titiana” la squadra non ha subito gol – e un attacco brillante, in cui Neymar è il nome grosso, riconosciuto ovunque, come Messi o Ronaldo. Attorno a o Ney scalpitano ragazzi interessanti, formati nei migliori campionati europei: Vinicius e Rodrygo (Real Madrid), Martinelli e Gabriel Jesus (Arsenal), Antony (Manchester United), Richarlison (Tottenham). Tite dovrebbe schierare il Brasile con un tridente formato da Richarlison prima punta, da Raphinha a destra e da Vinicius a sinistra. Neymar sarà libero di muoversi alle loro spalle. Riuscirà Tite a sostenere l’anarchia creativa di Neymar e dei suoi “fratelli” d’attacco? Casemiro pare indiscutibile quale baluardo davanti alla difesa. Non si capisce se lo affiancherà Fred, sempre dello United. Tite apprezza l’ex milanista Paquet, non trascura Fabinho e segue la crescita di Bruno Guimaraes del Newcastle. Il “materiale” è ottimo, forse qualcuno è un po’ stagionato, per esempio Dani Alves (39 anni) e Thiago Silva (38), ma l’esperienza è un valore.
Le altre La Svizzera ha eliminato l’Italia e poggia sull’esperienza di Yann Sommer, portiere ipnotico sui calci di rigore: contro di lui Jorginho ha sbagliato i penalty che hanno condannato gli azzurri al tonfo contro la Macedonia nel primo playoff. Nazionale multietnica, collaudata. Embolo e Shaqiri in attacco, Freuler in mezzo, Akanji dietro. Non sarà facile venire a capo della Svizzera, neppure per il Brasile. E poi la Serbia, la Stato più grande nato dalla dissoluzione della ex Jugoslavia.
Richiamo non casuale perché nel calcio del secolo scorso gli jugoslavi erano chiamati i brasiliani d’Europa. Oggi più del talento, a connotare i serbi ex jugoslavi sono la fisicità e la velocità. Nelle qualificazioni la Serbia di Dragan Stojkovic, il “Pixie” ex Verona, ha spedito ai playoff il Portogallo di CR7, dunque può infastidire sia il Brasile sia la Svizzera. Vlahovic è l’uomo simbolo per noi italiani perché gioca nella Juve, ma occhio al “vecchio” Aleksandar Mitrovic del Fulham, capocannoniere assoluto della Serbia con 50 gol. A chiudere, il Camerun. Non sono i Leoni Indomabili di Italia 90, il cambio di c.t. li ha forse confusi. Eto’o, presidente della federcalcio, ha nominato Rigobert Song, che qualcuno ricorderà giocatore nella Salernitana. Onana (Inter) in porta e Anguissa (Napoli) e Hongla (Verona) in mediana sono Leoni speciali della nostra Serie A. Il Camerun come variabile imprevedibile, nel bene e nel male. Mai sottovalutarli, specie quando sembrano arruffati.
I rossocrociati hanno spedito l’Italia ai playoff Poggiano su Sommer in porta, Freuler al centro e su Shaqiri ed Embolo in attacco LE ALTRE NAZIONALI Nel gruppo anche la fisicità dei serbi di Stojkovic e del Camerun del presidente federale Eto’o e di Onana