Harry e un gruppo mai così unito L’Inghilterra cala subito gli assi
Il capitano all’assalto contro l’Iran. Southgate: «Vogliamo un torneo memorabile»
Con tutto il rispetto per i calciatori di Qatar ed Ecuador, che ieri hanno inaugurato il torneo, la sfilata dei grandi campioni del Mondiale si apre oggi con Harry Kane, capitano dell’Inghilterra che sfida l’Iran. Ed è come se il pallone volesse ricordare a tutti che in fondo lo scopo di questo meraviglioso gioco è il gol. I dribbling, le magie, i virtuosismi tecnici appassionano tutti, ma senza l’atto finale, senza la palla che entra in rete, rischiano di restare meravigliosi esercizi stilistici slegati dal contenuto agonistico. Il gol, si gioca per quello. Il gol, unica strada per la vittoria nella sua doppia declinazione: da fare e da non subire. Harry Kane è uno dei signori del gol e se in Qatar la Francia mette in palio il suo trono di campione del mondo, allo stesso modo il centravanti inglese rimette in gioco il suo scettro di re dei cannonieri. In Russia nel 2018 Kane vinse la classifica marcatori realizzando sei reti e lasciandosi alle spalle a quota quattro un gruppetto composto da Griezmann, Ronaldo, Lukaku, Mbappé e Cheryshev. È vero che l’inglese segnò tre volte dal dischetto, ma sappiamo fin troppo bene che non è così semplice la trasformazione dagli undici metri, soprattutto se il mondo intero sta guardando e la pressione è altissima.
Convinzione E infatti, nel suo ritiro in Qatar, la nazionale di Southgate si allena a calciare i rigori senza portiere: allenamento per la mente più che per il piede, ovviamente. Tutto può servire in un torneo che si decide sui dettagli e che l’Inghilterra approccia oggi con grande curiosità e ambizioni non confessate del tutto. Southgate ha in mano un gruppo forte che negli ultimi due grandi tornei ha ottenuto risultati importanti. Il quarto posto al Mondiale 2018 (sconfitta in semifinale contro la Croazia ai supplementari) e il secondo all’Europeo 2020 (sconfitta ai rigori contro l’Italia di Mancini) dimostrano la competitività di una squadra a cui manca davvero poco per fare l’ultimo gradino. Forse serve solo un pizzico di convinzione in più. Rispetto ad altre nazionali che nell’immaginario collettivo vengono associate al fuoriclasse più luminoso (Messi per l’Argentina, Neymar per il Brasile, Mbappé per la Francia), l’Inghilterra viene vista in modo diverso: un gruppo compatto che ha in Kane la sua guida, ma in cui tutti sono determinanti. Il centravanti in Qatar insegue anche un prestigioso obiettivo individuale: nessuno ha mai vinto due volte la classifica cannonieri di un Mondiale. Però Kane ha bisogno dei compagni, non può fare tutto da solo. E il rendimento nelle qualificazioni conforta i tifosi inglesi: la squadra di Southgate ha ottenuto la miglior differenza reti realizzando 39 reti e subendone appena 3.
Il debutto L’Inghilterra, insomma, è circondata da grande ottimismo. Ieri Southgate ha parlato apertamente della speranza di fare un «fantastico viaggio e di portare felicità a tutta la nazione. Vogliamo regalare ai nostri tifosi un torneo memorabile». Il debutto è teoricamente soft contro l’Iran, che ha alcune buone individualità (Taremi e Azmoun su tutti, ovviamente) ma non sembra avere la struttura per contrastare gli inglesi. La prima partita nasconde sempre qualche insidia, ma la storia dice che l’Iran non ha mai battuto squadre europee al Mondiale (2 pareggi e 6 sconfitte) e non ha mai superato il primo turno nelle cinque partecipazioni conquistando solo due vittorie (contro gli Usa nel 1998 e il Marocco nel 2018) su quindici incontri. I tifosi inglesi presenti allo stadio non avranno in mano la birra, ma forse per una volta potrebbe essere un problema secondario. C’è un valido motivo per non rimpiangere il boccale pieno: l’Inghilterra è forte, vale la pena concentrarsi su quello che faranno Kane e i suoi compagni. Prima del fischio d’inizio, intanto, si inginocchieranno per manifestare contro ogni forma di discriminazione e a favore dei diritti umani. E Kane dovrebbe indossare la fascia arcobaleno, a favore della comunità LGBT+. La Fifa non approva e minaccia sanzioni.