IERI O REY, OGGI O NEY DOPO PELÉ IL BRASILE VUOLE INCORONARE NEYMAR
Il campione del Psg è a soli 2 gol dal bottino in nazionale della leggenda: al terzo Mondiale vuole essere protagonista
Neymar junior è a due passi da Pelé e con tre lo supererebbe. Messa così fa impressione, Neymar non può essere accostato a Pelé per nulla al mondo. I due condividono un’assonanza: Pelé è chiamato o Rei e Neymar è diventato o Ney, oltre non si può andare, quanto a punti di contatto. La maglia numero 10 non basta, molti l’hanno indossata. I numeri però sono numeri e oggi la classifica cannonieri della nazionale brasiliana dice questo: primo Pelé con 77 gol in 92 partite, secondo Neymar con 75 in 121 (e terzo Ronaldo il Fenomeno con 62). Con tre reti a Qatar 2022, Neymar chiuderebbe uno sorpasso storico.
Controversia La federcalcio brasiliana contesta la classifica, vidimata dalla Fifa e dai principali centri di statistiche sul calcio. La Cbf assegna a Pelé 18 reti in più per un totale di 95, gol segnati con squadre di club o rappresentative non nazionali. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta era prassi che la Seleçao giocasse queste amichevoli «sui generis». Ad esempio, prima di volare in Svezia per il Mondiale del 1958, il Brasile si esibì a Firenze contro la Fiorentina. Pelé era un’attrazione, il Santos – la sua squadra – e il Brasile facevano cassa con ricche tournée in Europa. La Fifa riconosce solo i gol realizzati in partite tra nazionali sotto l’ombrello della federazione internazionale. Il resto è mancia extra scontrino.
Con rispetto Pelé ha accettato la situazione, in pubblico non rivendica quei 18 gol. Li sente suoi, ma prende atto dello status quo Fifa del 77 a 75. E su Neymar spende sempre parole buone: «Tutte le volte che vedo questo ragazzo – ha detto -, egli sorride ed è impossibile non ridere a propria volta. La sua allegria è contagiosa. Io, come tutti i brasiliani, sono sempre felice quando lo vedo giocare a pallone. È vicino al mio record di gol nella Seleçao e come gli altri tifo perché ce la faccia, con la stessa felicità della prima volta in cui lo vidi giocare». Una dimostrazione di fairplay, ricambiata da Neymar. Pelé è il riferimento – ha detto o Ney in un’intervista di due settimane fa -, Pelé è il calcio, Pelé è tutto per il nostro Paese. Nei suoi confronti nutro un rispetto e un’ammirazione giganteschi. La sua importanza per la conquista del Tri (il terzo Mondiale della Seleçao, a Messico ’70, ndr) è stata fondamentale. Dimostrò di essere nella sua migliore fase, nonostante molti sostenessero il contrario. Dicevano che non avesse più l’età giusta e che non si fosse preparato al meglio… Pelé smentì tutto il mondo». Non sappiamo quanto ci sia di facciata e quanto di sincero nei reciproci complimenti, però le frasi sono queste.
Inarrivabile Presto o tardi, Neymar scavalcherà Pelé per numero di gol nella Seleçao, ma per lui sarà impossibile batterlo in titoli mondiali. Pelé ha vinto tre Coppe del Mondo, nel 1958, nel 1962 – in misura ridotta causa infortunio – e nel 1970. Neymar è fermo a 0. La prima volta, nel Mondiale di casa a Brasile 2014, gli andò male: ai quarti di finale il colombiano Zuniga, ex Udinese e Napoli, gli fratturò un a vertebra con un intervento da codice penale. L’infortunio gli risparmio l’umiliazione dell’1-7 nella semifinale contro la Germania, minima consolazione. Quattro anni dopo, in Russia, era reduce dalla frattura da un piede e non rese come avrebbe voluto, Brasile fuori ai quarti un’altra volta, contro il Belgio. Neymar ci riprova per quello che potrebbe essere l’ultimo tentativo: «Non so se sarà il mio ultimo Mondiale , ma lo giocherò come se fosse l’ultimo».
E noi fermi a riva… Nella classifica dei cannonieri assoluti delle nazionali in Qatar, Cristiano Ronaldo troneggia con i suoi 117 gol nel Portogallo e Messi lo segue con le 91 reti nell’Argentina. L’Italia non si è qualificata per il Mondiale, ma una riflessione si impone: il miglior marcatore assoluto degli azzurri resta Gigi Riva con 35 gol, poi Meazza con 33 e Piola con 30. Siamo fermi alla preistoria. In mezzo secolo – l’ultimo gol di Riva in Nazionale risale al 1973 – nessuno è riuscito a oltrepassare le colonne d’Ercole di Rombo di Tuono. Da allora abbiamo vinto due Mondiali e un Europeo, Paolo Rossi si prese la scena di Spagna ’82, ma tra i motivi per cui abbiamo mancato il secondo Mondiale di fila, l’assenza di un marcatore seriale ha pesato come mai.