È SUBITO ECUAD
l Mondiale ha subito trovato il suo primo protagonista e potrebbe anche averlo già perso. Enner Valencia si prende la copertina di Qatar 2022 con la doppietta che stende proprio la nazionale di casa, ma il resto del suo torneo è già in dubbio: un’iperestensione del ginocchio destro a fine primo tempo lo ha fatto zoppicare a lungo, fino alla sostituzione forzata alla mezzora della ripresa, giocata su una gamba sola. Quanto al Qatar, non era mai successo che la squadra del Paese organizzatore perdesse la partita inaugurale: era andata bene persino al Sudafrica grazie al gol di Tshabalala, esordio del 2010 poi pareggiato con il Messico. Ha mostrato ben poco, la multinazionale degli sceicchi, di certo molto meno di quanto ci si aspettasse da una squadra che nel 2019 era riuscita a vincere la Coppa d’Asia davanti a Giappone e Corea del Sud, e costruita praticamente nel laboratorio dell’avveniristica Aspire Academy: una università del calcio per molti versi - lì sono cresciuti tanti tecnici stranieri che poi sono andati a far fortuna in tutto il mondo ma il materiale tecnico, al di là delle “acquisizioni” via passaporto, è modesto.
La forza della Tri L’Ecuador invece ha confermato i progressi già evidenziati con le nazionali giovanili - e per età sono tanti gli innesti nella squadra del c.t. argentino Alfaro - e nelle qualificazione sudamericane, chiuse al quarto posto con l’esclusione eccellente di Cile e Colombia. E l’inizio di Mondiale della “Tri” è stato folgorante. Almeno quanto quello del 2014 con protagonista lo stesso Enner Valencia (segnò un gol alla Svizzera e 2 all’Honduras: l’Ecuador non passò il turno ma lui si guadagnò un contrattone con il West Ham). Dopo appena tre minuti l’attaccante ora al Fenerbahce avrebbe già lasciato il segno, correggendo in rete di testa l’assist in acrobazia di Torres, dopo una doppia uscita a vuoto di Al-Sheeb. Il fuorigioco semiautomatizzato induce però l’arbitro italiano Orsato ad annullare: individuato un fuorigioco di mezzo piede di Torres. Poco male, perché la Tri, con il suo 4-4-2 che fa salire i terzini, fa stringere gli esterni vicino alle punte e trova la direzione muscolare e fosforea di Mendez (più del celebrato Caicedo, al Brighton di De Zerbi come Estupi
nan). Suo l’intercetto che al quarto d’ora innesca Estrada, gran filtrante per Valencia che salta Al-Sheeb e dal portiere viene toccato. Rigore che il 13 realizza in scioltezza. Primo gol mondiale su penalty: mai successo.
Record e birra L’Ecuador è padrone del campo e raddoppia appena dopo la mezzora. Caicedo conduce verso destra, chiama al cross Preciado - il terzino destro - e Valencia scapoccia all’angolo. Enner ha dunque segnato tutti gli ultimi 5 gol dell’Ecuador ai Mondiali: il record di reti di fila di un singolo giocatore è di 6 e appartiene a Eusebio (Portogallo, 1966), Paolo Rossi (Italia, 1982) e Salenko (Russia, 1994). Il problema al ginocchio però potrebbe rendere difficile l’assalto al record. Nella ripresa la Tri rallenta il ritmo, i suoi tifosi aumentano la voce, perché vorrebbero brindare: «Queremos cerveza», vogliamo la birra, vietata dagli organizzatori per decisione della famiglia reale qatariota (con ovvio risentimento di uno dei maggiori sponsor della Fifa, una birra americana).
Altro livello Il Qatar prova a organizzarsi, Afif arretra per cercare qualche pallone giocabile, in attacco Ali Almoez fa scena muta - solo un colpo di testa a lato -, lui che ha segnato 41 gol in 85 partite. Qui, il livello è diverso. Muntari, il suo sostituto, riesce almeno a far passare un brivido a Galindez con un gran destro di prima, appena sopra la traversa. La tenuta e la brillantezza di gioco dell’Ecuador andranno testate contro squadre più attrezzate.