La Gazzetta dello Sport

Freeman per l’inclusione Balletti e testimonia­nze con l’idea di creare un ponte

- Di Alessandra Bocci

La potenza del messaggio è lì, in Morgan Freeman in mezzo al palcosceni­co, che poi sarebbe il campo, seduto per stare sullo stesso piano di un ragazzo che si chiama Ghanim al Muftah, youtuber nato con una rara sindrome che ha impedito lo sviluppo degli arti inferiori. Il premio Oscar dialoga con lui. Parla di inclusione, di rispetto. Quando si rialza, la sua mano tesa e quella di Ghanim ricordano il gesto dipinto da Michelange­lo nella Cappella Sistina. Mani tese. Come a provare a costruire un mondo che non esiste. Come a tentare di nobilitare un mondiale nato fra le polemiche. E quando parla di lavoro fatto per arrivare a questo stadio che ricorda i movimenti delle dune sulla testa dell’emiro Al Thani piove qualche fischio. Il colpo d’occhio nell’impianto è bello, ma che sia un mondiale diverso non si può dimenticar­e. Il

Qatar e il presidente della Fifa Infantino, in tribuna accanto agli emiri, stanno facendo di tutto per dimostrare che il paese nato dal nulla fa sul serio.

Colori e suoni Marco Balich, lo specialist­a italiano in cerimonie inaugurali, ha costruito uno spettacolo che nel primo giorno di un Mondiale di calcio non si era mai visto. Quaranta minuti di arte varia, non il miniconcer­to di una star, balli e canti (in scena il coreano Jungkook con l’inno del torneo Dreamers e l’idolo qatariota Fahad AlKubaisi, che ha ripreso il brano in arabo). Fra tanto mondo un po’ di Italia, con gli

sbandierat­ori del Palio del Niballo di Faenza a mostrare la loro abilità. Costruita come una inaugurazi­one olimpica, la mezzora che ha preceduto Qatar-Ecuador ha funzionato da macchina del tempo, con la sfilata di tutte le mascotte delle edizioni del Mondiale, fino a La’eeb, la kefia volante. Le telecamere hanno anche inquadrato il lupetto di Russia 2018 accanto al cagnolone di Usa 1994. Forse un caso, o forse no. Questo spettacolo voleva mandare messaggi curati personalme­nte dai regnanti del Qatar, forse non tutti sono arrivati o possono arrivare al pianeta.

Voce Ma certo è stata indovinata la scelta della voce narrante Freeman, un attore che da sempre si impegna sul tema dei diritti civili. E se ha colpito il suo primo ingresso in campo con Ghanim, è stato ancora più diretto il secondo atto. L’attore vestito di scuro, solo dopo suoni e colori, ballerini e percussion­i, effetti

speciali e narrazioni, fra le quali c’è stato spazio per un vecchio filmato dell’ex emiro ragazzino che giocava a pallone nel deserto con un gruppo di bambini. Aveva una maglia rossa a strisce gialle, la stessa che il figlio gli ha fatto firmare in tribuna fra gli applausi.

Invictus Tutto accurato, mix perfetto, tempi rispettati. Soprattutt­o, Freeman. Ha interpreta­to il ruolo di Nelson Mandela in Invictus e chi ha avuto la fortuna di assistere all’ingresso di Madiba in campo prima della finale di Johannesbu­rg, o chi sempliceme­nte ricorda la storia, sulla schiena ha sentito un brivido autentico. Contro il Senegal Virgil van Dijk, capitano dell’Olanda, scenderà in campo con la fascia arcobaleno One Love. Se il Qatar è quello che dice di voler essere, già da oggi si vedrà.

L’italiano Balich ha creato una cerimonia da Olimpiade. Perfetto l’attore americano

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LAPRESSE-AFP 4
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Morgan Freeman in scena con il giovane disabile Ghanim al Muftah, youtuber molto conosciuto in Qatar 2 La sfilata delle mascotte di tutte le precedenti edizioni del torneo 3 I fuochi d’artificio finali con il trofeo in formato gigante 4 La mascotte di questo Mondiale La’Eeb
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Parole e colori 1

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